Le cronache e soprattutto le statistiche parlano chiaro: le liti in strada tra gli automobilisti sono in aumento. Insulti, gestacci scambiati dai finestrini delle automobili ma soprattutto liti che degenerano sino allo scontro fisico ed in fatti drammatici costituiscono ormai l’ordinaria amministrazione per le forze di polizia sulle nostre strade.
Il tutto parte da fatti banali che sono ormai un copione: una frenata improvvisa, un piccolo sinistro, un sorpasso un po’ azzardato e l’altro automobilista che t’invita a scendere, t’insegue, ti sorpassa a sua volta e t’intimidisce e se ti va bene e non reagisci alla provocazione ti becchi un “vaff…” e qualche altro impropero o bestemmia, se invece il soggetto o entrambi si fermano ed iniziano a sbraitare, le vie di fatto diventano una conseguenza più che probabile negli ingorghi cittadini.
Ed allora per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” non resta che dar un semplice consiglio oltreché mantenere sempre un comportamento alla guida corretto, prudente e diligente: non cedere alle provocazione e procedere regolarmente sulla propria strada e ove ci si trovi innanzi a qualche burbero avvisare immediatamente i numeri del pronto intervento “112” e “113” per fare intervenire la forza di polizia più vicina.
Anche perché è bene ricordare che le conseguenze di tali sempre più frequenti litigi oltreché “sentirsi” fisicamente, sono a loro volta eventi che potrebbero causare effetti penalmente rilevanti se sul luogo dovesse intervenire l’autorità di pubblica sicurezza, quali per esempio la fattispecie delittuosa individuata dall’art. 588 del codice penale, la rissa, che non richiede la querela di parte per determinare l’azione penale.
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