La situazione politica newyorkese meriterebbe capitoli a sé: qui basterà ricordare poche cose. La legge regola il procedimento delle primarie e il successivo ballottaggio (previsto per ottobre) se nessuno dei candidati – repubblicani o democratici – riuscirà a raggiungere il 40 per cento dei consensi. Alla fine si andrà a votare il 5 novembre.
In testa, stante quel che si dice per il momento, sembrerebbe esserci la quarantasettenne democratica, con posizioni "molto di sinistra", Christine Quinn – personaggio politico di primissimo rilievo, presidente del Consiglio comunale, omosessuale e attivissima nel campo dei diritti civili. Con ogni probabilità non raggiungerà la vittoria al primo turno, ma al ballottaggio dovrebbe farcela e correre lei a novembre.
Cavallo vincente, sembrerebbe in grado di spezzare l'incantesimo secondo il quale la città più liberal d'America, è da cinque elezioni governata da candidati d'area repubblicana.
Stavolta però i nomi sul campo per il Grand Old Party – i più forti sono quelli di Joseph Lhota e John Catsimatidis – non dovrebbero avere l'appeal dei predecessori, Giuliani e soprattutto Bloomberg: il sindaco che ha governato per gli ultimi tre mandati, modificando la legge che li limitava a due consecutivi ed uscendo dal partito repubblicano presentandosi come indipendente.
Bloomberg a tutti gli effetti era un centrista, abbastanza aperto e molto poco repubblicano nel senso comune e statunitense: concreto, pragmatico e di successo, con un approccio più soft rispetto a Giuliani ma allo stesso funzionale nei confronti della criminalità, ha vietato il fumo nei locali pubblici, ha introdotto il matrimonio gay, ha fatto recuperare gran parte del debito contratto dalla città dopo l'11 settembre. Il New York Times gli ha dedicato un servizio multimediale, in cui si racconta la sua amministrazione (davvero bello), ed un editoriale (altrettanto bello) a firma Jim Dwyer dal titolo "L'impossibile sindaco del possibile". Intorno a Bloomberg c'è tutto del perché i repubblicani - che sono meno repubblicani del solito - vincono bene a NY.
Mancherà Anthony Weiner, s'è detto: quello che con ogni probabilità sarebbe potuto diventare sindaco.
Weiner dopo lo scandalo che lo aveva coinvolto nel 2011 e che gli era costato il posto alla Camera è stato di nuovo protagonista di un caso simile. Quella volta vennero fuori conversazioni private - anche via Twitter - con ragazze conosciute su Internet, elettrici, e una foto del suo pene inviata ad una di queste. Stavolta - nonostante abbia ammesso che non si era a conoscenza di tutto su di lui e che malgrado i suoi errori, alcune cose sarebbero false - si tratta di una questione risalente, a quanto pare dal racconto della ragazza coinvolta, al periodo tra il luglio e il dicembre 2012.
Conversazioni su Facebook e Formpsing molto spinte (senza nessun seguito concreto) e una nuova foto del suo pene, pubblicate da The Dirty, sito scandalistico di citizen-paparazzi diretto da Hooman Karamaian, molto esplicito e soprattutto senza limitazioni di pudore e troppi filtri (su Rivista Studio ne fa una bella descrizione Alberto Mucci - quello che ce l'aveva con gli slip bianchi).
Dopo aver ammesso i suoi errori, essersi dimesso, spostato in un angolo per un po' di tempo, Weiner si era candidato a sindaco di New York, ma proprio mentre era impegnato a sublimare e descrivere quel passato come "altro" e come chiuso, poco meno di un mese fa, in piena campagna elettorale, sono arrivati nuovi guai. In formato revival.
Ha provato a raddrizzare la situazione in una conferenza stampa ai limiti del surreale a cui ha presenziato anche la moglie Huma Abedin - storica collaboratrice di Hillary Clinton e vero pezzo inscalfibile di Weinerland - che ha dichiarato sul marito "Ha commesso alcuni errori gravissimi, sia prima sia dopo le sue dimissioni" e rimanere insieme a lui "non è stata una scelta facile" aggiungendo "voglio comunque dire questo, che lo amo, che l’ho perdonato, e che gli credo".
Tutto troppo tardi: il manager della campagna elettorale, Danny Kedem, si è addirittura dimesso per mancanza di fiducia; un'ex stagista dello staff Olivia Nuzzi ha scritto un post sul blog Nfswcorp in cui raccontava la sua esperienza di lavoro, in modo non troppo lusinghiero. Al post ha risposto Barbara Morgan, capo delle comunicazioni della campagna, con parole molto forti - "cagna", "vaffanculo piccola figa" e giù di lì - che la dicono lunga sullo stato di tensione interno dello staff (Morgan si è poi scusata). Una frana in scivolamento.
Il New Yorker sul caso Weiner
Bill De Blasio, altro candidato democratico, ha chiesto a Weiner di ritirarsi perché distrarrebbe dal vero dibattito politico, così come ha chiesto il ritiro il New York Times - riferimento culturale democratico - con un durissimo editoriale in cui si legge: "Un giorno la storia completa di Anthony Weiner, delle sue molteplici relazioni sessuali e dei vari scambi di messaggi, uscirà fuori; per il momento il serialmente evasivo Anthony Weiner dovrebbe tenere i suoi problemi coniugali e le sue pulsioni personali fuori dal dibattito pubblico, lontano dalle telecamere e da internet, e certamente al di fuori delle elezioni per la carica di sindaco di New York". Anche il New Yorker non è stato da meno, con una copertina delle sue (nella foto).Weiner comunque ha comunicato che non rinuncerà alla corsa per le primarie, sebbene le sue chance sono ormai minime.
I fatti intorno a Weiner hanno avuto una risonanza mondiale - addirittura sul "sex(ting)gate" c'è una pagina dedicata di Wikipedia, come per lo scandalo Watergate, per dire - sia per la perpetrazione degli scivoloni legati ad una realtà umana profonda e spesso incontrollabile come la sessualità che non vede confini in qualsiasi posizione sociale, sia perché a tutti gli effetti è stato coinvolto uno dei politici democratici più promettenti.
Questi stessi fatti, per ragioni di cronaca, hanno portato in primo piano e regalato all'uso comune, un termine conosciuto anche se desueto e ancora pieno di tabù: sexting.
Per i meno affettati, il sexting è, cito Wikipedia, "la crasi delle parole "sex" (sesso) e "text" (testo), neologismo per indicare l'invio di immagine sessualmente esplicite e testi inerenti al sesso, attraverso mezzi informatici".
Al di là della questione dell'irritualità lessicale, però, le statistiche dicono che un adolescente su quattro lo praticata quotidianamente e ormai le "zozzerie", soprattutto sul cellulare, sembrano aver contagiato tutti: coppie consumate (e non solo dal tempo), amanti separati dalla geografia, casalinghe ciabattate, quadri dirigenti. Gente perbene, sia chiaro da subito.
E allora sulla larga scia sonora di Eco e seguendo un processo from global to local, si potrebbe riportare tutto alla provincia italiana - quella della mia Umbria, per esempio -, attualizzare e trasfigurare la situazione, riflettere e internazionalizzarci: anzi, meglio, ispirazione per un rapido manuale che può comunque avere principi sovrannazionali. Con tutta la modestia del caso. Dare regole, a qualcosa che facciamo, abbiamo fatto o forse faremo, tutti: senza vergogna, con autoironia, senza superare limiti - che vanno superati di per sé, ma vanno prima capiti.
Il provincialismo bacchettone perugino, della Perugia bene e meno bene, sarà turbato da questo? Non credo. Anzi, forse qualcuno troverà il modo di essere meno ridicolo, più ficcante e più sexy - valido con rapide sostituzioni anche per tutte le altre realtà un po' grette come la nostra.
In dieci chiari punti, per non fare "la fine di Weiner" inteso come monito, limite del contesto, qualsiasi esso sia. Ecco come fare un buon sexting, mirato soprattutto ai maschietti (ma non solo), timidi, imbarazzati, orsi, ancora incastrati in reminiscenze sociali d'altri tempi:
- Iniziare la conversazione con un saluto delicato e intimo. "Oh! Com'è" non è un saluto delicato, né intimo: quello vale per gli amici, nello spogliatoio del calcetto. Lo scopo del sexting è essere sexy. Accattivanti, eccitanti: nessuno si eccita dal fruttivendolo, anche se non conosco le vostre fruttivendole e non voglio sapere cosa pensano dei cetrioli. Il ghiaccio può essere sciolto anche semplicemente con una battuta, ma andare dritti al punto: mai!
- Mai nemmeno usare termini tipo "cocco, ciccio, stellino" (valgono anche i femminili, ma su quelli dovremmo essere salvi) o amenità simili: la semantica delle nonne di solito non è sexy.
- Le abbreviazioni di qualsiasi genere sono da evitare: "nn cé nnt d – sexy" di una roba del genere. Per capirci, quello che sembra normale nei messaggi uozzappati quotidianamente, non lo è se devi far eccitare qualcuno. Mettere le "h" al posto giusto e gli accenti dove servono: la grammatica è sexy, parlare con uno che scrive come vostro nipote di 2° elementare, no.
- Lo sharing delle immagini va solo su richiesta. Per evitare a) denunce penali b) il pubblico ludibrio c) il crollo vertiginoso dell'entusiasmo: accertatevi di chi avete davanti. L'effetto Weiner è dietro l'angolo, per ogni angolo di mondo, e di piano.
- Meglio qualche parola in più, che la tragica realtà. Non si tratta di scrivere i foglietti dei Baci Perugina, ma il Toblerone può aspettare e non è detto che debba per forza arrivare. Soprattutto poi se poi alla fine è un Togo.
- Rispondere ad un'eventuale immagine inviata dalla vostra lei (o peggio dal vostro lui, prendendo una posizione di difesa di genere) con un "lassa gi'" - remember Togo? - non è educato (per chi non è umbro, sostituire il "lassa gì" con il modo di dire per "lascia perdere") e nemmeno sexy - anche se siete arrivati al "lassa gì" dell'essere sexy ve ne frega ormai poco.
- Col sexting l'educazione non conta, è vero: ma il rispetto vale per primo. Non preoccupatevi di essere troppo espliciti, ma fatelo al momento giusto. Vale comunque che "lassa gi' " non si dice, anche per una questione di rispetto del creato.
- I primi piani da seminario di ginecologia o andrologia, non piacciono a nessuno.Tenete a mente dunque, che l'analisi anatomica delle vostre parti intime non è eccitante.
- Giocare con le parole, trasmettere le proprie sensazioni, vendersi. Non c'è nessun bisogno di dire che state in mutande - bianche, magari! - sul divano con birra e patatine a guardare un'amichevole di precampionato. Anche perché, vi sembra sexy un'amichevole precampionato? L'immagine da tenere a mente per raccontarvi, è un mix tra la morbida concupiscenza dell'harem e la delicata promiscuità di una fumeria d'oppio vittoriana. Così centrerete di sicuro il risultato, non di certo con la sagra della torta al testo.
- Alla fine di tutto, non rileggere mai - poi mai! - quel che si è scritto dieci minuti prima. Nemmeno l'ipnosi basterebbe per cancellare dalla memoria l'imbarazzo.
Chiosa moralistica, ma visti i tempi: fatelo e rifatelo, con il sorriso, prendendovi poco sul serio, senza inutili freni inibitori. Ma fatelo tenendo sempre ben in mente chi e cos'è il vostro partner e che lui o lei sia vostro complice: la pedofilia e lo stalking sono cose serie ed abominevoli. Davvero: sennò ci risiamo con quei tempi record di raggiungimento dei parossismi.
Nel caso, è vero che Weiner è l'impersonificazione del parossismo: ma l'emulazione non è per niente sexy!