Mai sposarsi se prima non si è letto questo libro!
La regola generale è: uccidiamo i genitori che si tengono i figli in casa fino a 30-40 anni, perché stanno compiendo un crimine contro l’umanità. I figli sono il nostro futuro e tenerseli a casa finché non si sposano significa farli passare dalle gonnelle di mamma a quelle del partner senza avergli lasciato provare cosa significa essere adulto sul serio.
La giustificazione che essi adottano normalmente, che i figli non trovano lavoro, è una scusa falsa e puerile. Di lavoro in Italia ce n’è quanto se ne vuole. In Italia abbiamo bisogno di idraulici, falegnami, elettricisti, muratori, meccanici, saldatori, fabbri, manovali e contadini. (…) Abbiamo migliaia di dottori. Tutti disoccupati. Tutti che vivono con mamma e papà.
Gli ultimi matrimoni che ho visto fallire erano proprio dovuti al fatto che uno dei due (quando non tutti e due) è rimasto/a bambino/a, nel senso psicanalitico del termine: abituato/a ad avere tutte le attenzioni, convinto/a di essere al centro del mondo per l’altro/a, proprio come un bambino fa con la propria madre. Quando le attenzioni, per un motivo qualunque, smettono di essere incentrate su di lui/lei, si dice: non mi ami più. E via in cerca di un altro/a mamma.
E’ un libro pieno di verità. Tipo: bisogna vietare per legge la favola di Cenerentola. Non esiste un uomo che sia diventato ricco e che si dedichi completamente ad una donna. Se lo fa, smette di essere ricco.
Coloro che dedicano la propria vita al lavoro non devono sposarsi.
E poi, ci sono un paio di capitoli che mi fanno morire; il succo è che la fedeltà sessuale nel matrimonio felice che dura tutta la vita è… un optional. Oppure: L’infedeltà, se c’è amore, deve essere tollerata. Il matrimonio aperto è una prova di maturità perché non si considera l’altro come un possesso esclusivo (il che non vuol dire che si debba per forza avere un matrimonio aperto per essere felici… ma il discorso è lungo).
Insomma: da leggere assolutamente. Ma… prima di sposarsi.