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Come funziona l’ apertura di credito in conto corrente?

Da Mrinvest

apertura di credito in conto correnteSpesso si ha bisogno di fronteggiare emergenze improvvise e, quindi, di piccole liquidità. L’alternativa più immediata, se si ha già un conto corrente, è discutere con la propria banca di fiducia di un’ apertura di credito.

Ma come funziona l’apertura di credito in conto corrente? Conviene di più fare un prestito di modiche somme, oppure possiamo gestire in tutta tranquillità tale comodità messa a disposizione da parte della banca?

Vediamo cosa offre il mercato, a tal proposito e cerchiamo di capire i dettagli del funzionamento dell’apertura di credito in conto corrente, a cosa prestare attenzione e se può convenire o meno.

Alcuni esempi pratici degli affidamenti in conto corrente. Come capirli.

Vediamo, prima di capire come funziona il fido (altrimenti detto apertura di credito), quali sono le condizioni proposte dalla concorrenza, ipotizzando che abbiamo bisogno di 5.000 euro:

1)   Unicredit offre la soluzione “Senza Pensieri”. L’offerta era valida sino a giugno 2014 ma ci può rendere appieno l’idea. Canone Mensile: 8 Euro (il limite max delle ulteriori spese è pari allo 0,50% dell’importo ottenuto in affidamento). TAEG: 12,41% solo sulle somme effettivamente utilizzate. Il tetto di fido è pari a 5.000 euro e verrà da noi interamente utilizzato. La capitalizzazione degli interessi debitori è trimestrale

Come facciamo a capire quanti interessi pagheremo? Nel prospetto informativo della banca troviamo che per un utilizzo entro max 1 trimestre di tutti e 5.000 gli euro, si arriverà a pagare interessi pari a 123,75 euro.

La legge di capitalizzazione è la seguente : M= C(1+ it) ove M rappresenta il montante, C il capitale iniziale, i il tasso d’interesse espresso nella stessa unità di riferimento temporale di t.

Il TAEG ha come riferimento temporale l’anno e lo dobbiamo riportare in termini trimestrali, dato che la capitalizzazione degli interessi avviene trimestre per trimestre.

Quanti trimestri ci sono in 1 anno? Ovviamente 4.

La banca utilizza il TAN (Tasso annuo nominale), dato che il TAEG include non solo gli interessi ma tutte le altre spese di gestione del rapporto. Il TAN o tasso debitore nominale annuo è pari al 9,90%.

Dobbiamo suddividere (9,90/100=0,099)/4 ed otteniamo il tasso trimestrale:0,02475 (2,475%).

Ed infatti, se moltiplichiamo 5000 (1+0,02475) otteniamo il montante 5123,75.

Qual è il presupposto del ragionamento? L’utilizzo della linea di credito entro il primo trimestre (quindi, dopo il primo trimestre abbiamo non solo versato gli interessi ma anche l’importo del credito utilizzato temporaneamente). Se chiaramente abbiamo utilizzato solo 2.000 euro e non utilizziamo altro credito, gli interessi vanno calcolati solo su 2.000 e non su 5.000

2)   Iw Bank propone aperture di credito in conto corrente rinnovabili per un importo minimo di 1.000 euro sino a 10.000 euro. La capitalizzazione, a differenza del precedente caso, è su base semestrale. Il TAN è pari al parametro di indicizzazione BCE + 6,5%. Attualmente il parametro BCE è pari allo 0,05%.

Quindi, il tasso è pari al 6,55%. Se il fido accordato è almeno superiore a 3.000 euro, viene applicata la commissione trimestrale, pari allo 0,25% dell’importo ottenuto. Nel nostro caso: (5000*0,25)/100 è pari a 12,50 euro. Ad occhio nudo, il TAN è minore di quello visto con Unicredit ma, in effetti, il periodo è il semestre e non più il trimestre.

Quindi, riportando il tasso su base semestrale abbiamo (0,0655/2=0,03275). Supponendo, che utilizziamo 5.000 euro nell’arco del primo semestre e non riutilizzeremo più negli altri periodi la linea di credito accordata, il montante sarà pari 5.000 (1,03275) = 5163,75. I soli interessi sono 163,75.

Come bisogna comportarsi con lo scoperto di conto corrente

Non bisogna confondere fra apertura di credito concessa dalla banca, a titolo di prestito (ad es. prestito studi con incertezza sulla somma che servirà effettivamente, per il quale il contratto disciplina diverse modalità di rimborso del prestito come se si trattasse di un normale finanziamento) ed apertura di credito, concessa a titolo di sconfinamento “autorizzato” dal saldo di conto corrente. In quest’ultimo caso, bisogna avere l’accortezza di uscire e poi subito rientrare, dato che gli interessi se si utilizza più dell’importo ottenuto in affidamento sono ancora superiori a quelli già visti.

Per fare un esempio, chi deve eseguire una commessa e ha bisogno di liquidità per sostenere le spese di fornitura, prevede di rientrare subito dopo aver incassato la fornitura. Non certo è il caso di chi ha bisogno di una disponibilità che non andrà a ricostituire. E’ tutta questione di dinamica. Chi accredita la busta paga sul conto e ha bisogno di 500 euro per aggiustare la macchina ma non riesce ad ottenere un prestito, utilizza i 500 euro, paga gli interessi e ripristina la linea di credito nell’arco immediatamente successivo.

Qual è la tipologia di prestito che si avvicina maggiormente al fido?

Il revolving è l’operazione che rispetta i “crismi” logici del fido o scoperto. Capirete che quel che si paga è la flessibilità, prestando attenzione alle condizioni.

Che cosa è il revolving? Un ciclo rotativo del credito a durata indeterminata. Quindi, si utilizza la linea concessa, si paga per l’utilizzo nel tempo, si ricostituisce man mano che paghiamo (a differenza che con il fido, stavolta si tratta di un prestito vero e proprio e ricaricabile). Qual è il problema che si crea e che ci impone molta cautela nell’amministrare la dinamica di gestione delle somme in entrata ed in uscita? Le spese in complessivo pagate per avere disponibile sempre (salvo che il rapporto non preveda un termine) le somme pattuite sono sicuramente superiori a quelle dell’ ottenere un normale piccolo prestito personale sul mercato.

Basti pensare che si possono ottenere 14.000 euro al TAEG fisso del 6,87% con Findomestic.

Ma non abbiamo detto che ognuno ha le proprie esigenze? Quindi, se è proprio il caso di dire che la convenienza economica in assoluto è per il prestito tradizionale, pur se di modiche somme, d’altra parte è ammissibile che un’altra persona, consapevole della gestione impegnativa di tale flusso-riflusso, preferisca avere la liquidità pronta e disponibile nel tempo, non appena ne abbia bisogno. L’importante è che i costi siano trasparenti e che le parti siano informate sulle spese da sostenere, volta per volta, nel corso del tempo, ed in piena sostenibilità con la parsimonia di flusso-riflusso.

Una comoda alternativa che le banche possono proporre al fido? Sono le carte di credito a saldo. In molti casi, non si paga nessun interesse sulle somme utilizzate, a condizione che poi nel periodo prefissato si ripristini la disponibilità utilizzata.


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