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Come funziona la musica – John Powell

Creato il 05 marzo 2015 da Maxscorda @MaxScorda

5 marzo 2015 Lascia un commento

Come funziona la musica
Quando iniziai ad interessarmi alla musica nella sua essenza filosofica, antropologica e fisiologica, il testo di Powell era accreditato da piu’ parti come testo di riferimento. In effetti, date le premesse richieste, Powell e’ l’uomo giusto per il compito giusto. Laureato in fisica e diplomato al conservatorio, sa analizzare il fenomeno "musica" dall’interno e dall’esterno, come tecnico e come artista.
Esistono fenomeni fisici che si legano a filo doppio al modo in cui vengono percepiti, percio’ l’armonia o quantomeno cio’ che sentiamo tale, altro non e’ che la risultanza di forme d’onda legate tra loro attraverso la precisa maglia delle armoniche.  Una musica piacevole, o armoniosa appunto, non ha origine culturale, non solo almeno dal momento in cui gran parte delle dissonanze sono percepite come tali a prescindere dalla nazionalita’ o dalla cultura del soggetto. Semmai e’ vero che il modo in cui il cervello elabora i segnali sonori e non solo, ha origine nella preistoria laddove l’evoluzione ha veicolato l’ascolto all’interno di una matrice antropologica e oggettiva, non soggettiva. Il Powell scienziato spiega tutto questo ed e’ un buon maestro, del resto e’ il suo mestiere, non riassumere concetti e scoperte anche complesse, senza l’uso di formule o tecnicismi eccessivi, semmai l’opposto. Molto colloquiale, a volte tende a gigioneggiare con eccessiva e a tratti forzata verve umoristica, niente di male s’intende, atteggiamento derivato certamente dall’incontro con grandi platee. Piacevole e ci sta, qualche volta stancante ma nulla che tolga valore al testo. Si perche’ dovendo comporre una triade di libri ideale, con Ball musicologo e Karolyi musicista, Powell si inserisce perfettamente tra i due e le inevitabili sovrapposizioni si rivelano a seconda della lettura, dettagli degli altri. La sezione finale riprende tutti gli argomenti gia’ trattati ma questa volta li approfondisce  inasprendo quanto gia’ letto ma la giusta separazione dal resto, rende questa parte facoltativa solo per coloro che si sentono di affrontarla.
Libro a dir poco interessante e come detto se unito agli altri due citati, perfetto volume di una piccola enciclopedia del suono e della musica, divulgativa ma di grande utilita’.


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