Sorvolo sulla scarsa fantasia della Garzanti nella scelta delle copertine. Nonché sulla sua straordinaria capacità di stravolgere completamente i titoli rispetto alle versioni originali: il titolo originale era “Maine”, e nel libro non si fa minimamente accenno alle gocce di sale e di vento… un po’ come “Il profumo delle foglie di limone”; capisco che il titolo debba “evocare”, ma bisogna anche rispettare le intenzioni degli autori, stiamo parlando di mesi e mesi di lavoro, non di spiriti.
Per pagine e pagine non succede molto. Le quattro protagoniste si stanno preparando alla vacanza nella casa di Alice, la vecchia capostipite di famiglia. Con molti flashback e sapienti descrizioni di gesti e parole, si individuano i caratteri delle quattro donne.
Alice: anziana, ma combattiva e, quando vuole, antipatica. Convive con un segreto che riguarda la sorella morta a vent’anni e con la rabbia di non esser diventata un’artista per essersi data alla famiglia e ai figli.
Kathleen: sua figlia. Ex alcolista (ma quanti alcolizzati ci sono in America??), ora vive con Arlo, e conducono un’azienda di… vermi. Producono concime naturale. Ha un rapporto molto difficile con la madre.
Maggie: la figlia di Kathleen. Ha appena saputo di essere incinta e il suo ragazzo Gabe l’ha mollata. Per la mia breve esperienza, la capacità di certe donne di scegliersi gli uomini sbagliati è pari solo alla fantasia romanzesca. Mi sono innervosita a leggere di questa ragazzina che spera ancora che l’insulso e figo Gabe torni sui propri passi e le chieda di crescere un figlio insieme; però alla fine, quante ne conosco che si sono rovinate la vita per essersi legate a un uomo che era meglio lasciar andare per conto suo? Dunque questa è una situazione molto realistica.
Ann Marie: questa è la figura che ha destato le mie maggiori simpatie. E’ la cognata di Kathleen, ed è odiata perché è la tipica perfettina, sempre attenta alla casa, con una ricetta nuova da infornare ad ogni occasione, non alza mai la voce… il suo più grande hobby sono le case di bambola, una metafora che le permette di sognare la famiglia perfetta. In realtà Ann Marie è la donna più fragile di tutte, anche di Maggie, che è comunque destinata a far la madre single. Ann Marie beve di nascosto, sogna avventure col vicino di casa (pur essendo innamorata del marito), sopprime tutti gli impulsi di outing per quieto vivere, e, una volta che i suoi figli sono andati fuori di casa, si sente senza scopo.
Però tutto questo agli occhi delle altre non è visibile.
Il personaggio è ben delineato, non stereotipato, ne vengono descritti i segreti, le debolezze e le fisime senza scadere nel tritume. E’ invece molto meno realistico che qualcuno cambi idea su queste persone perfettine.
Cosa che succede a Kathleen alla fine.
La gente cambia idea sugli altri in rarissimi casi: si chiama pigrizia mentale.