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Come in un anno ho messo via 10.000 € per viaggiare

Creato il 24 gennaio 2013 da Angelozinna

Come in un anno ho messo via 10.000 € per viaggiare“La gente vuole quantificare tutto” mi diceva Lorenzo quando gli chiedevo se secondo lui fosse il caso o meno di pubblicare questo articolo. Ed è la verità, purtroppo, oggi il nostro unico metro per misurare il valore di un’idea, di un progetto, di un’esperienza, sono i soldi. Un mezzo molto pratico, universale, lo ammetto, ma del quale a volte diventa molto delicato discutere, del quale si vorrebbe sapere sempre di più, e soprattutto del quale molti pochi vogliono parlare apertamente. Quante volte vi è capitato di finire sul blog di qualcuno che fa il giro del mondo e chiedervi “Ma dove avrà trovato i soldi per farlo?”, “Quanto costerà un’esperienza del genere?”, oppure semplicemente immaginarvi che qualcuno sia ricco o fortunato in partenza? A me diverse.

A volte c’è l’invidia, una bestiaccia, altre volte si tenta soltanto di trovare una scusa che ci convinca che per noi una vita diversa è impossibile, tanto vale non provarci neanche. Ma tante, tante volte c’è solo genuina curiosità, la necessità di un’informazione che ci chiarisca le idee, la voglia di chiedere “Con quanti soldi sei partito?” solo per sapere di quale budget abbiamo effettivamente bisogno noi. Insomma tutti vorrebbero sapere come poter finanziare un viaggio, più o meno breve che sia, ma le risposte sono sempre o rare o storpie.

Ho almeno un paio di interviste a viaggiatori a lungo termine in archivio, mai pubblicate perché incomplete, che alla domanda sul reperimento dei fondi e sul budget, cosa fondamentale nell’organizzazione di un viaggio di lunga durata, trovano uno spazio bianco, o quasi. “Preferirei non rispondere”, mi dicono. Come mai? Semplice, ammettere di avere una sicurezza economica, apparentemente, rischia di far perdere la reputazione a chi con il viaggiare a costo zero ci si è costruito un nome. E la paura di essere giudicati è sempre molto più grande della voglia di condividere un’informazione interessante, anche per un blogger. La realtà però è che chi si mette in viaggio, per piacere e per molti mesi consecutivi quasi sempre questa sicurezza economica ce l’ha. E un’altra realtà è che nessuno è mai stato crocefisso o scomunicato per essere un finto backpacker. È normale, e se quel viaggio ce lo siamo guadagnati onestamente, magari proprio viaggiando, che male c’è a parlarne?

Nell’ultimo anno ho raggiunto l’obiettivo che mi ero prefissato: mettere da parte 10.000 € per viaggiare. In verità ho avuto bisogno di circa quattordici mesi, non è stato sempre facile, ma oggi, finalmente, posso permettermi di abbandonare il mio lavoro e dedicarmi a tempo pieno in tutti i miei progetti. Come è successo? Cominciamo dall’inizio.

Quando per la prima volta ho deciso di stabilirmi a Wellington, in Nuova Zelanda, mi erano rimaste poche centinaia di Euro addosso. Abbastanza per qualche settimana d’affitto e mangiare, nella speranza che quel periodo di tempo fosse stato abbastanza per trovare lavoro. Avevo passato i mesi precedenti in viaggio, a quel punto la mia intenzione era ben lontana dal volermi fermare nella capitale kiwi per quasi due anni, stavo solamente cercando di raccogliere un po’ di soldi e rimettermi per strada. Mi ero dato cinque mesi, e avevo già un biglietto che mi avrebbe messo sulla strada di ritorno. I piani però, non finiscono mai come nascono, almeno per me. Wellington, la gente di Wellington, mi ha attratto come una calamita e quasi un anno è passato senza neanche accorgermene.

La spinta principale a cominciare a risparmiare seriamente è arrivata con la realizzazione che mi sarei fermato un secondo anno qui. Una volta inviata la richiesta per altri dodici mesi di visto, nel Novembre 2011, mi misi in testa che se mi fossi fermato, quell’anno doveva essere utilizzato al meglio: programmare un viaggio più grande di me. Qualunque sia l’obiettivo la fase più importante è questa, entrare nello stato mentale che permetta di capire che quello a cui si sta rinunciando oggi, nel mio caso il tempo, comprerà qualcosa di molto più grande domani. E ora i numeri.

Questi 10.000 € arrivano tutti da una sola fonte: il lavoro. In questo ultimo anno non ho ricevuto regali, non ho vinto lotterie, e non ho venduto un rene. Non ho qualifiche, né contatti o raccomandazioni, e di conseguenza mi trovo a svolgere un lavoro abbastanza umile, il barista. L’esperienza mi ha portato, dopo un po’, a guadagnare leggermente sopra la media, e oggi mi trovo a prendere circa 9 € l’ora, netti. Nell’ultimo anno mi sono quindi trovato a guadagnare di media tra i 1300 e i 1600 € al mese, a seconda della stagione e della quantità di lavoro disponibile. Alcuni mesi sono stati più grassi, altri più magri. Dal giorno in cui ho deciso dove sarebbero finiti i miei soldi ho aperto un conto separato con la mia banca, dove ho attivato un trasferimento automatico di 600 € al mese, che ho deciso di non toccare. Su questi soldi cresce un piccolo interesse. Questi sarebbero stati i miei risparmi di viaggio. Sulle spese fisse purtroppo non avevo potere, se non marginale. Non ho mai vissuto per conto mio ad esempio, ma sempre affittato una stanza in appartamento condiviso. Ho cambiato diverse case ma una cifra indicativa si trova intorno ai 400 € al mese, quando la stanza è piccola. A questi se ne aggiungono almeno altri 200 tra spesa e bollette, quando va bene. Cosa rimane? Tra i 100 e i 400 € al mese per il resto, utilizzati per uscire quando potevo e mettendo da parte qualcosa in più quando ce n’era la possibilità.

A cosa ho rinunciato? Non posso dire di aver rinunciato a niente che mi servisse veramente. Ho avuto lo stesso paio di scarpe per un anno e mezzo, ma delle scarpe nuove chi se ne frega in un paese dove la gente va in giro scalza. Non sono andato in palestra, ma che palle la palestra. Non mangio spesso fuori, non dove costa, ma ho imparato a cucinare. In compenso ho lavorato ogni week-end non ho mai preso un giorno di malattia in quattordici mesi. Uno di ferie? Neanche.

A questo punto ho considerato che raccontare a chi vive in Italia di un barista che arriva a prendere più di un professore, potesse provocare qualche reazione. In Italia 600 € al mese da parte non si mettono facilmente, non c’è dubbio. Però è vero anche che ci piace stare comodi. Io nel 2009 per fare lo stesso identico lavoro a Firenze, guadagnavo quasi la metà, 800 € al mese. Però vivevo con i miei, come tutti i miei coetanei. E anche quelli un po’ più grandi. Così come i loro fratelli maggiori. E i maggiori dei maggiori. Qui sì, si guadagna un po’ di più, ma a 18 anni tutti hanno già firmato un contratto e pagano l’affitto, un affitto che se ti va bene, ti costa 400 € per una stanza fuori città. Non una casa, una stanza. Nel 2009 avevo una macchina, una Clio vecchia almeno diec’anni, e mi piaceva andare a fare un giro ogni tanto. 40 € di benzina partivano senza neanche vederli, a settimana. Poi c’è l’assicurazione, incidenti, multe, bollo, meccanici. Quanti soldi sono? 200? 300 al mese? Qui sono zero. E poi c’è la pizza, l’aperitivo, ma non si può mica rinunciarci, non si può mica fare gli eremiti per risparmiare due spiccioli. Ma lo stesso lo dicono qui, in Nuova Zelanda, peccato che una pizza costa 15 € e un cocktail 10. E uguale il caffè, e il pane, e il latte e il vino. Qui si guadagna di più, ma è relativo. Insomma in Italia forse un anno non mi sarebbe bastato, ma uno e mezzo probabilmente sì, se si cambia stile di vita, cosa a cui noi non siamo molto portati.

Ma alla fine dei conti tutti questi sacrifici dove porteranno? Dove saranno investiti questi 10.000 €? Questa cifra, che per me sembra enorme, mi porterà a poter visitare una quindicina di Paesi nell’arco del 2013. Mi permetterà di abbandonare un lavoro per buttarmi in un progetto di cui ignoro il futuro, e mi darà la libertà di poter fare quello che voglio, quando voglio, dove voglio. 10.000 € significa un budget di 25 € al giorno per un anno, meno di qualsiasi vacanza ordinaria. Ho ancora il diritto di essere chiamato backpacker?


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