Il sottostante testo in corsivo è il contenuto di un articolo che net1news ha rifiutato di pubblicare adducendo inesistenti vizi di forma.
“Balle…” ho testualmente risposto alla loro email, perché è fin troppo evidente che le ragioni della censura risiedono nei contenuti e non nella forma. Peccato: un altro sito che si autodefinisce “d’informazione libera”, da derubricare ad associazione di markettari pubblicitari che hanno trovato il modo di campare con il lavoro degli altri…
C’è chi proprio non sopporta i sentimenti a comando, in particolare, quando è il calendario a decidere. Nel caso del Natale poi, l’imposizione appare ancora più odiosa di un compleanno, un anniversario o qualsiasi altra ricorrenza, perché irrimediabilmente contaminata e corrotta da interessi che non hanno niente a che vedere con i sentimenti che pretendono di rappresentare. L’insulto che il titolo del post (Merry Fucking Christmas) rivolge agli “entusiasti” di questa ricorrenza non è rivolto a chi vive “onestamente” la Natività, e tanto meno al significato religioso del Natale: sarebbe come prendersela con i bambini che credono a Babbo Natale e alla befana… Quel “Vaffanculo Babbo Natale” citato alla fine del post, che l’autore ha raccolto sulla Rete e al quale si è associato, è rivolto non solo a tutti gli ipocriti che speculano e si arricchiscono con la più popolare e universale delle feste comandate, ma anche e sopratutto al pecoreccio conformismo di chi non ha nemmeno mai cercato di coglierne il senso: ai bravi soldatini del calendario che ti vengono a fare gli auguri esibendo un falso sorriso stampato sulla bocca a “culo di gallina”, dopo un anno di reciproca e dignitosa indifferenza. Forse l’immagine e il contenuto del post potranno apparire volgari a chi soffre il mare anche nella vasca da bagno, ma non lo sono di certo più della ostentazione di ori e paramenti di chi celebra la nascita del “Bambin Gesù” mentre milioni di altri bambini stanno morendo di fame.
25 Dicembre (Parigi 1975)
Il sole si è levato come in un giorno qualunque
e anche gli uccelli cantano
e le acque scorrono
come in un giorno qualunque.
Gli uomini uccidono
come in un giorno qualunque
i fiori sono recisi da mani esperte per adornare chiese e salotti
mentre un bambino muore di fame
come in un giorno qualunque.
Il mondo è in festa e tutti cantano lodi e fanno promesse
perché è un giorno speciale
i baci e gli abbracci poi non si contano
perché tutti si sentono buoni e redenti
in questo giorno speciale.
Viene la sera
le strade sono sporche di allegri festoni colorati
un gatto muore schiacciato da un auto che non può rallentare
perché troppa è la gioia
troppa la fretta di andare alla festa dove trionfano pace e bontà.
Un cane randagio urla alla luna la fame che ha in corpo
e mentre sazio il mondo si riposa
la notte confonde i sospiri d’amore
con i lamenti di chi muore senza un perché.
Nel vino e nei canti sguaiati
si spengono infine le luci
che ingoiano gli ultimi attimi di un giorno speciale
come se fossero i soliti miseri resti
di un giorno qualunque.