Prima di immergerci nel tema dell'insegnamento dell'italiano in Messico è bene che sia sincero con voi e vi confessi che lavoro come maestro di italiano LS (come lingua straniera) senza una formazione accademica umanista: nessuna laurea in lettere, niente master in insegnamento di italiano come lingua straniera.
Dirò di più, prima di partire per il Messico, durante una serata fra amici, avevo scambiato due parole con una maestra di italiano che lavorava con gli immigrati di Verona.
“Come si insegna l'italiano?” le domandai. “Si parte dall'articolo?”.
“No, è un po' diverso”. Mi rispose.
L'anno scorso ho affrontato l'esame DITALS I che è una certificazione di docenza di italiano come lingua straniera offerto dall'università di Siena ma sono stato bocciato nella sezione di linguistica generale. Quest'anno, in aprile ho ripetuto la prova e aspetto speranzoso un buon risultato (incrociate le dita per piacere).
Non sono partito dall'Italia con l'idea di insegnare italiano altrimenti questo blog si sarebbe chiamato “Dal Manzoni al Messico”.
A medio termine vorrei tornare ad occuparmi di attività più vicine al mio settore: conservazione ambientale, campi di volontariato o manutenzione del verde urbano.
Sono diventato professore di italiano per due ragioni: necessità e fortuna.
“No, non ho detto bravura, ma fortuna, fortuna, fortunaaaa, maledetta fortuna!”
Necessità: se non si lavora non si mangia. Dopo un esperienza infelice presso un'associazione forestale locale, mi sono trovato di fronte ad un bivio: tornare in Italia o cercarmi un altro lavoro.
Vicino a a casa mia c'era una scuola superiore privata. Una mattina, consegnai il Curriculum, feci un colloquio e venni assunto come maestro di biologia ed ecologia senza contratto: cinquanta pesos l'ora, due ore al giorno.
Durante quel periodo frequentavo un corso d'inglese presso una scuola privata. Un giorno l'insegnante mi disse: “Ma perché non consegni il tuo curriculum alla direttrice?”
“Scherzi? non ho la preparazione per fare il maestro di lingua straniera.”
“Nemmeno io. Negli Stati Uniti, facevo il barman.”
Consegnai il curriculum. Prima mi dissero di sì con molto entusiasmo poi, al momento di iniziare, dissero di no perché non avevo esperienza. Uscii mogio mogio, con le spalle incurvate e trascinando i piedi.
Anni dopo, mentre passavo di là, la segretaria della scuola uscì e mi inseguì correndo sui tacchi alti fino a raggiungermi.
“Dario”, sapeva il mio nome: “Vieni, la direttrice vuole offrirti delle ore”.
Ebbi la mia vendetta. Andai dalla direttrice, ascoltai la modestissima proposta di lavoro che mi fece e la rifiutai con molta sicurezza alzandomi e tendendo la mano alla direttrice.
Magnanimo le dissi: “Le farò avere la lista dei maestri di italiano di Aguascalientes.”
Prima di questo episodio però successero altre cose.
Un giorno ricevetti la soffiata che una scuola privata di lingue cercava un maestro di italiano. Mi precipitai. Il direttore accademico era uno svedese che mi diede la prima infarinatura di glottodidattica. Mi disse: “Questo è un lavoro che si impara facendolo”.
La paga era misera ed era un lavoro a chiamata. Se c'erano alunni bene, altrimenti potevo rimanere senza paga anche per sei mesi e il manuale dello studente era datato 1970:
“Accenda il magnetofono signor Rossi.”
“E' stata in riviera signora Bianchi? Prende un cordiale?”
In quel contesto precario ho avuto modo di dare le prime lezioni di italiano; ora potevo aggiungere sul curriculum un'esperienza.
In quel periodo mi azzardai a consegnare il curriculum all'università. Mi chiamarono esattamente un anno dopo.
Me lo ricordo ancora; era venerdì pomeriggio e avrei dovuto cominciare il lunedì seguente. Si trattava di un'università con qualche migliaio di studenti, non c'era più il pericolo di rimanere a piedi.
E questa è stata la mia fortuna.
Non fraintendetemi però; il fatto che sia diventato maestro di italiano per necessità e sia entrato all'università per un colpo di fortuna non vuole dire che sono un cattivo maestro o non mi importi dei miei alunni.
Al contrario, insegnare italiano è un'esperienza arricchente sia dal punto di vista professionale che umano. E' un lavoro che faccio volentieri con buoni risultati, almeno secondo la valutazione di fine semestre redatta dagli studenti e dal fatto che questi ultimi poi passino la certificazione ufficiale CILS.
Sono tre anni che vivo di questo e quindi posso condividere con voi ciò che ho imparato. Organizzerò il post in una serie di domande e risposte così potrete andare alla ricerca della domanda che vi sta più a cuore. Alcuni punti sono volutamente indiscreti o politicamente scorretti. Quando parlo di soldi, mi riferisco alla situazione di Aguascalientes, città di provincia nel centro del Messico. In altre zone della Repubblica è possibile che la situazione sia diversa.
Posso vivere in Messico solo dando lezioni di italiano?
Sì, se lavori in un paio di scuole guadagnerai dai 5.000 ai 12.000 pesos al mese. Dipende dal numero di ore di lezione. La tua vita sarà molto frugale: niente macchina, casa modesta, pochi viaggi.
Posso vivere decentemente come maestro di italiano?
Sì, se sei un linguista affermato puoi integrare le attività di docente con quella di autore di articoli scientifici e puoi dare conferenze. Attenzione però; quasi nessuna università messicana fa ricerca.
Per arrotondare lo stipendio si può insegnare altre materie, o considerare l'insegnamento l'attività secondaria e concentrare gli sforzi su attività più remunerative. L'esempio classico è il professionista che campa con il suo studio privato e dà due ore di lezione al giorno all'università.
Ci sono italiani che hanno una caffetteria e danno qualche ora di lezione, altri hanno un altro lavoro durante la settimana e il sabato lo dedicano all'insegnamento.
Ricordate che in Italia le persone hanno un solo lavoro, in Messico c'è gente che che ha due o tre impieghi.
Quali sono i requisiti per lavorare come maestro di italiano in Messico?
- Conosenza dello spagnolo
- Permesso di lavoro
- Un titolo di laurea (qualsiasi laurea)
- un'esperienza di lavoro in una scuola messicana.
Sì, naturalmente, però devi anche avere il permesso di lavoro e saper parlare spagnolo. In assenza di questi requisiti ti può passare avanti un laureato in scienze forestali senza esperienza.
Ma la professionalità? La preparazione?
Capisco il tuo punto di vista. In Italia, per intraprendere qualsiasi attività, dobbiamo sudarci un'abilitazione, l'iscrizione ad un albo o altri tipi di permesso.
Da noi questo sistema è sinonimo di professionalità. Il Messico è un po' indietro anche se si sta muovendo in questa direzione.
Spesso un dirigente scolastico ha l'urgenza di trovare un maestro per coprire un corso. Come hai letto nella mia storia, a volte i maestri si cercano venerdì per cominciare il corso il lunedì seguente. Ciò non avviene necessariamente per negligenza; i maestri lavorano in due o tre scuole ed hanno problemi nell'aggiustare l'orario con tutte, quindi, a volte, rinunciano ad alcuni corsi.
In queste situazioni la preparazione del nuovo docente è secondaria alla sua disponibilità di orario. Se poi il nuovo maestro non funziona, lo si licenzia alla fine del semestre.
Ok, però come posso essere assunto per la prima volta se non ho un'esperienza di lavoro in una scuola messicana?
Gavetta. Bisogna postularsi dappertutto, accettare anche poche ore settimanali mal pagate, proporsi gratuitamente nei doposcuola, nelle parrocchie, nei centri giovanili. Potete cominciare anche con qualche studente privato. E' abbastanza comune fare lezione ad un tavolo di caffetteria.
Posso contattare le scuole messicane dall'Italia?
Alla luce di quello che abbiamo detto è piuttosto difficile ricevere una risposta scrivendo dall'Italia. Le probabilità di essere assunti aumentano esponenzialmente se si è sul posto.
Ok, mi faccio il superviaggio in Messico, contatto una scuola e le cose sembrano andare bene, ma non ho il permesso di lavoro, come faccio?
Di solito le università ed alcune scuole private aiutano gli stranieri con la pratica del permesso di lavoro. In genere sono istituzioni grandi. Fate grandi sorrisi ai responsabili.
Siamo meglio dei professori di italiano messicani, vero?
Un maestro madrelingua conosce profondamente la sua lingua, le espressioni formali e gergali, non si sbaglia con le preposizioni, conosce il significato di tutte le parole del libro di testo e può raccontare molti aneddoti e curiosità culturali. Chi impara una lingua straniera preferisce un maestro madrelingua proprio per queste ragioni.
Attenzione però, perché un maestro messicano conosce meglio gli studenti del suo paese, imposta la lezione con metodo accettato dagli alunni, conosce bene la psicologia di chi ha di fronte e non offende qualcuno pensando di fare una battuta.
Piuttosto che creare competizione con i maestri messicani, io suggerisco la collaborazione. Risolvete i loro dubbi di grammatica e loro vi compenseranno con perle di saggezza di pedagogia messicana, entrambi starete bene.
Fuggo dal sistema italiano poco meritocratico. In Messico com'è la situazione?
Se sei la fidanzata di un politico hai il posso fisso in due giorni. Più in generale, posso affermare che, ai fini della carriera, le relazioni con i dirigenti scolastici sono più determinanti del reale valore di un maestro.
E' triste ma è così. La politica dello scambio dei favori muove buona parte delle istituzioni pubbliche e fa l'occhiolino a quelle private. Se però siete dei bravi maestri, gli alunni ve lo faranno sapere, anche se lo stipendio non aumenta, un riconoscimento autentico è sempre ben accetto. Spero che ci siano isole felici dove la meritocrazia fiorisca.
Aspetta, aspetta. Posto fisso?
Sì, si chiama “Plaza”. Corrisponde al nostro posto di “professore ordinario”, ci sono plazas part-time e plazas a tempo pieno. E' inutile dire che tutti desiderano una plaza e quando hai una plaza sei sistemato a vita. Attualmente si stanno riducendo i posti fissi poiché costano meno i professori interini, ma si sta facendo anche di più... anziché assumerli li si contratta con partita IVA.
Dario, io sono un po' come te. Non ho una preparazione specifica però voglio provare ad insegnare italiano in Messico. Che requisiti devo avere per garantirmi il successo con gli alunni e con i dirigenti scolastici?
Parli e scrivi italiano decentemente? Conosci la grammatica di base? Soggetto, verbo, complemento? Ti piace insegnare?
Ti sai organizzare? Sei disposto a prepararti le lezioni a casa, creare attività divertenti ed efficaci, fare l'appello, preparare i compiti in classe, correggerli?
Sei un tipo paziente? O perdi le staffe e cominci a gridare e rimproverare?
Sei molto timido e insicuro o sei in grado di dimenticarti di esserlo in classe?
Sei un tipo sorridente? Anche quando i tuoi alunni fanno sempre gli stessi errori? Anche quando un alunno tenta di fregarti?
Sei consapevole che sono gli alunni che devono parlare durante una lezione di lingua straniera? Sei consapevole che non sai tutto e che ha volte devi dire che non sai rispondere alla domanda ma che farai le tue debite ricerche per risolvere il dubbio?
Per quanto riguarda i colleghi, ti senti il migliore? Ti senti più professionale di loro? Ti senti in dovere di far loro osservazioni? Provi soddisfazione a criticare? Ti piace la polemica? Ti piace portare avanti la tua battaglia culturale?
Ecco rispondendo sì o no a queste domande ti farai un'idea sui requisiti base per diventare un maestro.
Sento che potrei essere un buon maestro, come posso prepararmi? Non credo di poter rintracciare il tuo maestro svedese.
In Italia esistono corsi per maestri di italiano LS, se puoi frequentane uno. Se riesci ad avere la certificazione DITALS meglio ancora. Se invece i tempi sono molto stretti ti consiglio di leggere almeno questo libro e di frequentare un corso di lingua straniera (magari spagnolo). Imparerai una lingua nuova e anche le tecniche di glottodidattica più efficaci. Se stai già lavorando in una scuola non avere paura di chiedere ai tuoi colleghi migliori: “Ehi posso venire ad osservarti?”
Posso dare lezione in Messico mentre mi sto “formando”?
Certo. Però sii onesto con i tuoi allievi. “Ragazzi, questa è la prima volta che insegno italiano.”, In Messico non si scandalizzano.
Quali sono le soddisfazioni di questa professione?
All'inizio ero scettico però un maestro è un modello per gli alunni e può influenzarli nel bene e nel male. Durante la lezione si verifica uno scambio di energia pressapoco come in un concerto.
Tu dai energia positiva e il gruppo (di solito) contraccambia, quindi il tempo trascorre veloce, ti senti contento e vedi i progressi degli alunni settimana dopo settimana. Insegnare ti spinge ad essere ciò che vorresti essere. Una vecchia professoressa mi ha detto che lei riesce a dimenticare i problemi della sua vita quando ha il gesso in mano e un gruppo di studenti di fronte.
Ehi, avrei altre domande...
Sì, scrivile qui sotto nei commenti sarò felice di risponderti.