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Come la religione si è sempre più sottratta alla verifica dei fatti

Creato il 23 gennaio 2011 da Andream
Nell'articolo precedente, «Come provare scientificamente che una religione è quella vera», ho parlato dell'episodio di Elia e dei sacerdoti di Baal, in cui il profeta di Yahweh sfida i sacerdoti dell'altro culto a invocare l'intervento delle rispettive divinità, una sorta di duello tra i due déi. E ovviamente Elia vince (e massacra i 450 sacerdoti sconfitti).
In questo articolo intendo mostrare come la religione fosse originariamente un modo di spiegare il mondo, fornendo spiegazioni falsificabili; e come poi sia stata costretta ad abbandonare molte delle sue pretese di fornire spiegazioni dall'avanzare della scienza e della cultura in generale.
Gli antichi credevano realmente alle storie bibliche
L'importanza dell'«esperimento» di Elia consiste nella sua testimonianza di come la relazione tra affermazioni religiose e verifica fattuale sia andata modificandosi nel tempo. Dall'episodio in questione è infatti evidente che per Elia fosse possibile dimostrare che Yahweh era il vero Dio, e come questa dimostrazione fosse accettata dal popolo di Israele.
Per moltissimo tempo, la religione ha permeato praticamente qualunque ambito della vita umana. Ad esempio, la religione forniva una spiegazione della natura: la formazione dell'universo, il moto dei pianeti, i fenomeni atmosferici, la nascita degli animali, l'esistenza della sofferenza e le cause delle malattie. Ma la sua influenza si estendeva oltre: essa forniva le leggi, dettava la forma di governo di un paese, era la sorgente della morale e la fonte della storia e del mito.
I fedeli di quelle epoche remote credevano realmente che quanto fosse contenuto nei testi sacri corrispondeva alla verità, anche perché non avevano molte possibilità di verificare le affermazioni storiche, culturali e scientifiche che vi leggevano. E questo aveva come conseguenza il fatto che gli autori delle tradizioni religiose avevano ampia libertà di azione.
Per questo motivo il Dio dell'Antico Testamento può disperdere le genti riunite a costruire la Torre di Babele non facendo più parlare loro la stessa lingua, ma tante differenti; perciò Yahweh manda il diluvio che copre tutte le terre e uccide tutti gli uomini, tranne Noè che si salva sull'arca; per questo motivo si narra che Dio in persona sia comparso a Mosè, che il paese del faraone che non libera gli schiavi sia colpito da piaghe tremende e devastanti, che il mare si apra di fronte a Mosè, e che gli Ebrei conquistino Canaan radendo al suolo, tra le altre città, Gerico; è per questa ragione che Dio è rappresentato nella distruzione scenografica di Sodoma e Gomorra. E così via; tante storie difficilmente verificabili dalle persone cui erano raccontate.
Il progresso scientifico e culturale ha ridotto sempre più il magistero religioso
Il tempo passa e il mondo cambia; Israele inizia a sentire e accogliere l'influenza della cultura greca (la versione della Bibbia che usano i cattolici è quella della traduzione greca, la Settanta) e poi quella politica e legislativa romana. E gli effetti si vedono.
Il Nuovo Testamento narra «miti» qualitativamente differenti da quelli dell'Antico, e contiene affermazioni di portata minore. Dio non interviene più direttamente nella storia di Israele, ma attraverso un essere umano, le cui azioni, per quanto prodigiose, non hanno lo stesso impatto sul mondo circostante che aveva lo Yahweh dell'Antico Testamento. Non ci sono più diluvi universali o distruzioni di città (gli storici romani ne avrebbero registrato l'accadimento), ma guarigioni di indemoniati e storpi, qualche risurrezione di personaggi ai margini del mondo «culturale», eccetera; tutti eventi dei quali è possibile dubitare che gli storici dell'epoca siano rimasti all'oscuro.
Il tempo passa ancora, e ancora cambia il mondo; gli uomini iniziano ad indagare la natura, a spiegare il moto dei pianeti e delle stelle, i fenomeni atmosferici, le cause delle malattie, la nascita di nuove specie animali; ricostruiscono propria storia, e quella delle popolazioni scomparse, sulla base dei resti del passato conservatisi; iniziano a porre il fondamento della legislazione, delle forme del governo e della morale al di fuori della religione.
In effetti, oggi nessuno prende seriamente la Bibbia come fonte di conoscenze scientifiche, storiche e morali: coloro i quali affermano che il Sole gira intorno alla Terra, o che un diluvio universale ha effettivamente ricoperto la superficie terrestre, o che lapidare degli adulteri sia una cosa giusta, - perché così sta scritto nella Bibbia - sono visti nel migliore dei casi come persone un po' toccate.
Ma questo è il risultato di un'opera di sottrazione di àmbiti all'autorevolezza della Bibbia. In origine, come detto, la gente credeva che ciò che stava scritto nella Bibbia fosse vero. Per fare giusto un esempio, i primi egittologi si stupirono genuinamente di non trovare alcuna traccia delle piaghe d'Egitto o della partenza degli Ebrei nei documenti egiziani, così come furono sorpresi dallo scoprire che all'epoca del presunto Esodo Canaan era sotto il controllo egiziano, o che Gerico fu distrutta secoli prima dell'arrivo degli Ebrei
Mano a mano che la conoscenza e il pensiero degli esseri umani si allargava, la religione doveva cedere il controllo dei vari campi del sapere, riducendosi, passo dopo passo, ad àmbiti sempre più ristretti, tanto che oggi le persone interpretano la Bibbia alla luce della cultura e della scienza moderne. La Bibbia dice che c'è stato un diluvio universale? La scienza lo nega, dunque la narrazione biblica è allegorica. Adamo ed Eva, il Giardino dell'Eden? Nessuna traccia scientifica di una coppia umana primordiale, dunque una narrazione allegorica. Si ordina di uccidere gli omosessuali? Sono leggi inaccettabili per la morale moderna, dunque sono tutte allegorie o eredità di un modo di pensare arcaico.
Se, dunque, si afferma che la scienza non può verificare le affermazioni religiose, se si afferma che la religione e la scienza sono due magisteri non sovrapposti, è perché la religione è stata costretta ad abbandonare tutte le affermazioni verificabili. E altre ancora dovrà abbandonare.
Ma questo sarà l'argomento di un altro articolo.
Articolo ispirato da «Religion's Claim to be Non-Disprovable» di Eliezer S. Yudkowsky.

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