Cosa chiedere se volete bere un caffè
Vi ricordate i miei 3 post dedicati al mio matrimonio? Nooooo! Male, hahahaha Li trovate qui la 1a parte qui la 2a parte qui 3a parteBene. Ora che vi siete ben documentate, sapete che avevo scelto come tema per il Tableau de mariage i Caffè triestini. Ho trovato oggi questo link che la mia amica Cristina aveva postato su FB.
Effettivamente, per chi non ha almeno un po' di sangue triestino, può risultare un po' complicato capire il perchè di certe definizioni.
Riporto qui sotto quanto si scrive qui. Lezione 1 – Ordinare un caffè a Trieste non è cosa da tutti. di Fulvio Rogantin Prima di tutto va detto che il normale caffè a Trieste si chiama “nero”.
Attenzione che la dicitura NON è utilizzabile nel resto della regione. In Friuli chiedendo “un nero” porteranno, anche alle 7 del mattino, un calice di rosso. Questo perché in friulano si dice “un taj di neri”. Oltre a ciò perché sicuramente si sono accorti che ordinate “alla triestina” (o addirittura siete triestini) per cui elegantemente vi portano quello che sanno non volevate ordinere. Se volete comportarvi da triestino altrettanto elegantemente bevete senza batter ciglio e ordinatene un altro. Se è prima delle 8 del mattino chiedete anche qualcosa da mettere sotto i denti. Questo perché “el triestin ghe la cazza sempre al furlan”. Passiamo al “capo”. Il capo non è il cappuccio come in Italia (dove sta Trieste verrà trattato in una prossima lezione). Ossia non vi viene portata una tazza grande con caffè e latte ma è in sostanza un caffè macchiato di latte. In realtà se ordinate un macchiato sarà qualcosa di diverso poiché esiste una variegata classificazione che comprende capo, macchiato ,macchiato lungo, special, gocciato, ecc. Non è ancora attivo un disciplinare che consenta di ordinare con sicurezza per cui il significato è diverso a seconda del bar. Rimandiamo comunque, per chi volesse approfondire l’argomento trattato dal punto di vista scientifico allo studio del dott Diego Manna. Ai non autoctoni è concessa una sola variante: con o senza schiuma e consigliamo di non addentrarsi oltre.
Particolare importanza ha il “capo in bi” dove bi sta per bicchiere, ossia un capo non servito in tazza ma in un bicchiere. Se siete stranieri ovviamente verrete riconosciuti come tali dal barista per cui esistono le seguenti possibilità che dipendono dalla interazione col barista 1) Ordinate un cappuccino
Caso a: il barista vi serve un capo indifferentemente da ciò che volevate ordinare. Aumentano le probabilità che ciò accada in caso di bel tempo ed il barista “ga i cojoni girai” perché vorrebbe prendere lo scooter ed andare ai topolini (argomento che verrà trattato in seguito).
Caso b: il barista vi chiede “tazza grande o tazza piccola”. A questo punto vi viene servito quello che desiderate ma vi viene data spiegazione su tutta la storia delle particolarità nell’ordinare il caffè a Trieste 2) Ordinate un cappuccino in tazza piccola (o in tazza grande). Vi viene portato quanto richiesto però il barista riconosce la provenienza non autoctona per cui vi intratterrà sulle ulteriori classificazioni del caffè. 3) Ordinate un capo. E’ solo un esercizio di stile per cui il barista vi riconoscerà comunque come non autoctoni e si rientra nel caso 2. 4) Ordinate un’altra variante. E’ concessa solo ai triestini quindi non applicabile Buon caffè (meglio farsi accompagnare da un triestino)
Vi siete divertite?
Bene, ora avete capito quanto il caffè sia importante per i triestini. Sarà perchè non sono purosangue ma il caffè non mi piace. Tuttavia devo dire che quello che facevano in Piazza Goldoni era davvero buono e in più te lo servono, se vuoi, con un cucchiaino di panna montata fresca.
Baci