Il programma politico di Pisapia, per vero, è l’autentico e definitivo ritratto della sinistra, morta nel resto del mondo, e da noi purtroppo ancora viva e vegeta. Persino a Cuba o in Cina mai si sognerebbero di inventarsi le politiche proposte da Pisapia. Ma noi siamo i soliti italiani. Siamo in controtendenza. Siamo stoltamente legati ai miti del comunismo e della resistenza, che ancora ci vengono insegnati più o meno surrettiziamente nella scuola pubblica, stranota come «scuola privata della sinistra» finanziata esclusivamente con i soldi delle tasse. Noi siamo sempre gli ultimi che nel mondo capiscono gli eventi storici, e quando finalmente li capiamo, il mondo è già andato oltre. In altre parole, noi inseguiamo e siamo sempre un passo indietro rispetto al resto dell’umanità, che ha archiviato il comunismo ormai da venti anni buoni. In Italia è ancora una moda che non vuole cedere il passo.
Da noi, per esempio, esistono ancora i partiti comunisti che, come un tempo, come negli anni ’50, fanno la solita propaganda basata sull’ideologia marxista-leninista. Da noi esistono i finto-pacifisti e noglobalisti: quelli che per perseguire il loro obiettivi non disdegnano i disordini sociali, i danneggiamenti dei beni pubblici e i pestaggi. Da noi infine esistono ancora i nuclei terroristici di matrice rossa: quelli che per raggiungere i loro obiettivi rivoluzionari non hanno vergogna di usare le pistole.
Insomma, l’Italia è un mondo a sé. E la politica italiana lo è ancora di più. In nessun paese del mondo, i moderati sosterrebbero apertamente o con un atteggiamento di piena neutralità (che alimenta parecchi sospetti) il radicalismo comunista e di sinistra di Pisapia. Eppure, in Italia accade anche questo. Futuro e Libertà, cioè quel partito che si è autoproclamato «nuova destra», oggi, anziché appoggiare apertamente e con convinzione il centrodestra, con il quale dovrebbe avere affinità culturali e politiche, tira i remi in barca e dice ai propri elettori: fate quel che vi pare. Lo stesso dicasi per l’UDC di Casini, che balbettando un giorno sì e l’altro pure di valori cristiani, poi rinuncia a dire ai propri elettori che Pisapia è quanto di più lontano ci sia da questi valori.
Non è normale. Niente è normale in queste elezioni di maggio. Niente è normale nel nostro paese. E poi Fini e Casini si dicono «moderati»? E poi si dicono alternativi alla sinistra? Non prendiamoci in giro, per carità. Che a forza di prenderci in giro, Bersani, Vendola e Di Pietro ce la stanno facendo sotto il naso. Non prendiamoci in giro, che sopra la Madonnina potrebbero sventolare le bandiere con la mezza luna e quella con la falce e il martello, se l’elettorato moderato non si riversa in massa a infrangere i sogni di Pisapia. Perché non si tratta più di scegliere fra due programmi alternativi, bensì di scegliere fra due modi di vedere la società e di percepire gli interessi degli italiani, che devono essere considerati sempre preminenti rispetto a qualsiasi altro interesse.
Interessi che Fini, Casini e il loro amico Rutelli pare abbiano riposto in un qualche cassetto, dimostrando in modo inequivocabile di non essere dei veri e autentici moderati, visto che hanno letteralmente sacrificato Milano ai giochi di partito e ai sentimenti di astio politico nei confronti di Berlusconi. Pur di distruggere il Premier, pur di vederlo nella polvere, i tre finto-moschettieri sono disposti a regalare la poltrona di Palazzo Marino a Pisapia e alla sinistra. Uno scempio! Davvero uno scempio, che spero vivamente gli elettori del Terzo Polo – se davvero moderati – scongiurino con le loro decise scelte. Diversamente prepariamoci al peggio…
Autore: Martino » Articoli 1445 | Commenti: 2438
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