Se da un lato il web dà la possibilità di accedere a un numero incredibile di contenuti, permettendo di acculturarsi e scoprire praticamente laqualunque, dall’altro lato ha portato la società 2.0 a una sorta di democrazia dell’opinione incontrollata, che non di rado scade nell’idiozia più becera, nonché nell’insulto gratuito.
Insomma, il celeberrimo motto Voltairiano “Non sono d’accordo con te, ma morirei affichè tu possa esprimere la tua opinione” è portata all’eccesso, o peggio: tutti si sentono in diritto di dire “la propria” (anche su argomenti sui quali non capiscono una mazza), e tutti sono fautori del rispetto dell’opinione altrui…almeno fino a quando questa collima con la propria.
Se c’è qualcuno che la pensa diversamente, ZAK!, il tipo che è andato fuori rotta va ghigliottinato all’istante. Assieme al suo pensiero.
C’è una maleducazione di fondo, poi, nell’utilizzo delle “nuove” tecnologie, soprattutto perché dare addosso a chi non la pensa nella propria maniera diventa tanto più facile quanto più si sta davanti ad uno schermo (che se non ti garantisce l’anonimato, quantomeno ti garantisce di fare la parte del leone quando magari, invece, il tono di voce più grave è un mediocre belato).
Soprattutto le reazioni di chi si imbatte in quel qualcosa che non va, che disturba il suo modo di pensare, sono fulminee, degne del miglior Usain Bolt dell’internetto.
Me li immagino questi simpaticoni, davanti ai loro pc, che quando trovano una pagina web con contenuti che gli danno fastidio, non si fermano nemmeno a pensare ma vomitano le loro idiozie in preda ad un conato (o peggio, ad una diarrea) verbale irrefrenabile fatta di oscenità e volgarità.
Ammetto che in genere, quando mi imbatto in cose del genere, ci faccio una risata su (l'ho detto e ribadito più volte).
Però nell’ultima settimana ci sono state delle cose che mi hanno fatto pensare (e molto).
Più di un anno fa ho scritto un articolo su One Piece, i celeberrimi cinque motivi validi per non leggerlo. Articolo che vi ricordate tutti, articolo che è uno dei più letti su questo blog e che è uno di quelli meglio indicizzati sui motori di ricerca.
Non ho mai detto se quell’articolo fosse serio o fosse una trollata, e mai lo dirò.
Posso solo spingervi a riflettere sul fatto che se a me piace una cosa, non significa che quella cosa non possa essere criticata aspramente (vedi anche l’articolo sul Doctor Who di ieri); viceversa, posso suggerirvi che un articolo “negativo” può essere scritto in modo da esaltare, allo stesso tempo, pregi e difetti di un’opera.
E insomma, quell’articolo è stato scritto, è tutto là, nero su bianco (o meglio, digitale su digitale). E ognuno la pensa come vuole a riguardo.
Quello che mi impressiona, a distanza di un anno, è come quell’articolo continui ad attirare la peggior feccia internauta (no, non voglio chiamarli “fan di One Piece”, mi fa troppo senso). Il 90% dei commentatori si è limitato a leggere il grassettato dei cinque punti, dopodichè si è gettato in strali e offese verso il sottoscritto (nemmeno verso l’articolo); quelli che l’hanno letto, pur criticando l’articolo (ma comunque mai nel merito), hanno ugualmente imperversato ad augurarmi morti, tumori, e le peggiori sorti.
Non solo qui sul blog, ma in ogni luogo in cui questo articolo è stato postato.
E qui ritorniamo all’inizio del nostro post, ovvero la strabiliante capacità di molti che bazzicano sul web di rendersi ridicoli. Sono tantissimi quelli che mi hanno dato del coglione che non ha mai letto One Piece (o se l’ho fatto, non ho capito un cazzo perché sono – ovviamente – un coglione).
Risultando doppiamente ridicoli (non pretendo che ogni singolo lettore di One Piece in Italia conosca il sottoscritto, ma se a me piace una cosa, cerco di informarmi su tutto quello che quella cosa produce, anche a livello di fandom; e dare a me del coglione che non ha mai letto One Piece sarebbe come se un cristiano incontrasse Bergoglio e gli desse dell’Ateo).
Dico che questi personaggi sono doppiamente ridicoli perché, io non so voi, ma quando mi imbatto su di un articolo che non mi piace in un sito web che non conosco, prima di farmi prendere dalla diarrea verbale di cui sopra e vomitare il mio sdegno per quell’articolo perché non riesco a trattenere le mie ditine sulla tastiera, mi faccio un bel giretto sul sito.
Cerco di capire cosa propone, quali sono i suoi articoli “normali”…e ovviamente, faccio una ricerca sul gestore. Così, se voglio perdere tempo a rispondere a quell’articolo che non mi è piaciuto (e nel 99% dei casi non lo faccio mai, sia perché è tempo perso, sia perché, tutto sommato, sticazzi), mi sono fatto un’idea generale del dove sono e con chi sto avendo a che fare.
Sia chiaro: quei commenti a quell’articolo non mi hanno offeso (d’altronde come ci si può sentire offesi da minus habens?) ma divertito oltre ogni modo. E continuano a divertirmi ogni volta che li rileggo.
Ma è la costanza e la perseveranza nel loro rendersi ridicoli che mi ha affascinato (e spinto a scrivere questo articolo).
Anche perché, per dire: non ci voleva tanto a digitare su Google “sommobuta One Piece” e vedere quali erano i risultati…