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Come riordinare in casa

Da Telodicosenzafiltri
come riordinare la casa

Il calzino che dà gioia va rispettato

Questo è il vero dilemma quotidiano: come riordinare in casa. Come si fa? Da dove si comincia? Cosa butto, cosa tengo?

Con questo tempo indeciso come l’ultimo tipo che hai conosciuto, un giorno è caldo e il giorno dopo sembra si sia rotto il freezer del mondo, gli armadi scoppiano di roba, i vestiti invadono anche le sedie, i cappotti, i piumini, i giubbetti sono ovunque, sul divano, dietro la porta, uno in auto che non si sa mai, se non fosse che in bagno c’è già appeso l’accappatoio avresti occupato anche quell’appendino lì.

Per non parlare delle scarpe o delle sciarpe. Pesanti, fatte a mano, dei cinesini, lunghe, corte, leggere, foulard, strozzini, a volte ci vorresti strozzare chi ha detto le previsioni metereologiche. E poi i colori, oggi nero, domani rosso, vorrei fantasia, se rimetto quella giacca a righe giuro che le righe le cancello. E gonna, pantaloni, leggins, vestito ampio, maxi maglione comodo che copre inestetismi o la zuppa mangiata ieri sera, maglia corta sei in forma, maniche a pipistrello, mezze maniche che non è pasta Barilla, collo alto, scollo a barca. Lo faresti un giro in barca e butteresti tutto a mare.

Sono dilemmi. Al giorno d’oggi, questioni importanti. Già la confusione regna in ogni aspetto della tua esistenza, pure in casa no dai, puoi farcela. Ma, esiste un ma. Sei piena di roba. Anche se ti lamenti che non è così ma ti capisco, non sai neanche più che cosa contengono le tue stanze, i tuoi cassetti, i meandri reconditi dell’armadio. Tutto è sovrapposto e sovraesposto, tanto da non vederlo.

E’ il caso di dare una sistemata. Gli psicoanalisti ritengono che la necessità di riordinare sia segno di ottimismo, comperare e stivare tutto in scatole e scatoline è segno di introversione, non abbandonare oggetti inutili è indice di travaglio sentimentale, vivere nel caos è l’emblema di una vita esistenziale inconcludente. Ollé. Ce l’ho tutte, o quasi. E tu?

Facciamo un passo alla volta, le abitudini non si cambiano in un click e capire come riordinare casa è già un traguardo. Potrebbe allora essermi d’aiuto un best seller della giovane giapponese Marie Kondo “Il magico potere del riordino”. Con dovizia nipponica e ai limiti del cartone animato, Marie dagli occhi a mandorla insegna a riordinare i propri spazi seguendo una regola: “Questo oggetto mi dà gioia? Se sì, lo tengo, altrimenti lo butto.” Non fa una piega.

Ma cose del tipo rasoi, lamette, forbici, spine, batterie, acetone e tanto altro che non riescono  a trasmettermi tutta questa gioia, poveretti ma sono utili, hanno una funzione pratica, di loro cosa ne faccio? Marie intervieni, per favore.

Tutti gli oggetti hanno un’anima, così la pensano in Giappone, il che è molto affascinante. Se tratto bene ciò che mi sta intorno, quello che mi sta intorno tratterà bene me. Antropomorfizzare gli oggetti. Posso farcela, basta una buona dose di immaginazione ma già le forme aiutano. Un calzino ad esempio, fa già un pò pena di suo, dunque non appallottolarlo rendendogli la vita ancora più difficile, stendilo piuttosto, deve riposare dopo la fatica di aver sopportato il piede tutto il giorno.

Allora basta con gli insulti monodirezionali. In effetti, urlo contro la finestra che sbatte, il lavandino che goccia, impreco se il tomtom non mi fa capire la strada da prendere, è colpa sua se sbaglio direzione e l’acqua che mi ha scottato le mani, bolliva, quella stronza, non poteva evitare di gocciarmi addosso?

Posso iniziare a risparmiare il fiato e capire come riordinare casa, l’obiettivo è ancora lì.

Anche gli oggetti hanno un’anima, voglio crederci, punto primo. Quindi essi hanno anche un posto in cui si possono esprimere meglio, possono vivere senza il problema di essere schiacciati dal peso di altri oggetti che lì, non c’entrano proprio nulla. Marie Kondo insegna addirittura a piegare le magliette in modo che stiano in verticale nei cassetti, perché l’ultima altrimenti, quella con le altre t-shirt sopra, soffrirebbe. Cosa ha fatto di male? Già, niente.

Iniziare dalle categorie: prima si riordinano tutti i pantaloni, poi le camicie, etc.. Categorie di oggetti che devono trovare la loro collocazione, direi l’habitat, in base al grado di gioia che provocano. Marie, ti inviterei a casa mia per capire da dove iniziare ma comunque grazie del consiglio. Ci riuscirò anche da sola, spero.

D’ora in poi ho deciso starò più attenta quando torno a casa e mi viene voglia di lanciare il piumino sopra al letto. Forse lui non sa volare e corre il rischio di scivolare inesorabilmente a terra. C’è abbastanza abituato a dire il vero, mi pongo il problema quindi, se cambio modalità, subirà uno chock? Marie aiutami. Vado a comperare il tuo libro. Ma dopo, dove lo metto? Marie, prendi immediatamente un aereo direzione casa mia. Grazie. Io, intanto, riordino la stanza degli ospiti.


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