Come sarebbe la società se l'uomo avesse le leggi della robotica di Asimov
Creato il 17 gennaio 2013 da Uskebasi
@Uskebasiblog
Il mondo è stato creato libero. Liberi erano tutti i suoi abitanti, senza alcuna restrizione, senza alcun condizionamento. Non c'era nessuna normativa ad indicare come il leone avrebbe dovuto conportarsi nei confronti della gazzella. Nessuna legislazione creata dall'uomo. Solo le leggi della natura.L'uomo è un animale diverso dagli altri. "Anthropos zoon politikon" diceva Aristotele, l'uomo è un animale sociale. Conglomerati di abitazioni si sono creati pian piano, fino a raggiungere dimensioni spaventose, innaturali. L'umanità si è organizzata in società, divenute via via più complesse e variegate col passare dei secoli, impostandosi su normative e legislazioni che definissero e regolassero la vita in comunità, in modo da porsi come guida di comportamenti in armonia con la realtà in cui ogni individuo viveva. Individui che dovrebbero avere in se la legge naturale, quei principi e sentimenti di giustizia che si ritiene l'uomo abbia connaturati. Perchè le leggi non fossero infrante, ovviamente, ogni azione condotta contro i precetti stabiliti doveva avere una punizione, un ammonimento. Nonostante ciò, come sappiamo, le leggi possono essere infrante, l'uomo possiede il libero arbitrio che può fargli scegliere se rispettare o infrangere le norme che ne regolano la vita in società. E se esistessero delle leggi impossibili da infrangere come sarebbe la società? Cosa ne sarebbe dell'uomo che conosciamo?Immaginiamo un mondo del genere. Avete mai letto Asimov? Isaac Asimov è stato un biochimico e scrittore statunitense, di chiara origine russa, considerato uno dei massimi scrittori di fantascienza di sempre. Il concetto di robot che oggi conosciamo, la concezione moderna del termine, la dobbiamo alle sue opere. Quelle creature metalliche e versatili realizzate su scala industriale per fungere da aiutanti dell'uomo sono nati tra le pagine dei suoi romanzi. I robot asimoviani erano regolati dalle tre leggi della robotica perchè, come diceva l'autore, "mai e poi mai avrei permesso a uno dei miei robot di rivoltarsi stoltamente contro il suo creatore".Vediamo allora queste tre leggi:Prima Legge: Un robot non può recare danno ad un essere umano, ne può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.Seconda Legge: Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, a meno che questi ordini non contrastino con la Prima Legge.Terza Legge: Un robot deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che questa autodifesa non contrasti con la prima e la seconda legge.Ora trasformiamo queste leggi per un uomo nuovo, quello della nostra immaginaria società:Prima Legge: Un uomo non può recare danno ad un altro essere umano, ne può permettere che, a causa di un suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.Seconda Legge: Un uomo deve obbedire alle leggi stabilite dalla società, a meno che queste leggi non contrastino con la Prima Legge.Terza Legge: Un uomo deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che questa autodifesa non contrasti con la prima e la seconda legge.Immaginiamo che queste leggi siano impiantate in ogni individuo, magari il cyborg metà uomo metà macchina che tanti libri di fantascienza prospettano, e siano assolutamente non infragibili. Come sarebbe dunque l'umanità? Analizziamo Legge per Legge quello che potrebbe accadere e la società che potrebbe svilupparsi.Cosa comporterebbe la Prima Legge? Nessun furto, nessun omicidio, nessuna rissa da bar, pestaggio, niente bullismo. Niente guerre. Nessun uomo potrebbe mai far del male ad un altro uomo. Volendo estremizzare e assolutizzare la cosa nessun uomo potrebbe mai nemmeno vendere sostanze nocive ad altri. Niente stupefacenti, tabacco, alcolici, solo sostanze salutari. Nessun uomo potrebbe nemmeno venir meno ai suoi impegni nei confronti degli altri, ognuno dovrebbe essere pronto a salvaguardare l'integrità dei suoi simili. In caso di bisogno nessun individuo potrebbe mai tirarsi indietro.Cosa comporterebbe la Seconda Legge? Tutte le leggi sarebbero rispettate. Niente violenza, come già stabilito dalla Prima Legge, ma anche niente evasori fiscali, niente truffe, nessuna infrazione del codice stradale. Se un errore di fabbricazione dell'individuo più importante gli permettesse di creare una legge che possa nuocere agli altri individui, questa sarebbe automaticamente non rispettata. I sottoposti obbedirebbero ciecamente ai superiori. Niente più rivolte ne rivoluzioni dunque. Niente più sindacati, niente più mugugni, solo il rispetto delle leggi stabilite, sperando che una società con individui che badano al bene degli altri crei una legislazione, se non paritaria, equa.Cosa comporterebbe la Terza Legge? Ogni uomo salvaguarderebbe la propria esistenza, ma solo se ciò non gli imponga l'infrazione delle prime due leggi. Niente armi, nessuna autodifesa. Teoricamente atti violenti non dovrebbero capitare ma, come detto in caso di difetti, nessun uomo potrebbe difendersi eliminando chi sta attentando alla sua vita. Una società insomma in cui la violenza sarebbe completamente eliminata. Da un certo punto di vista una società perfetta. Ma ad essere eliminata sarebbe anche la scelta. Ciò che fa dell'uomo un uomo. I risvolti filosofici e morali sarebbero da analizzare in modo approfondito. In fondo quelle tre leggi che abbiamo modificato avrebbero potuto rimanere com'erano. Perchè l'uomo non sarebbe più un uomo, sarebbe un robot. L'uomo è uomo con le sue contraddizioni, le sue pulsioni, il suo istinto di sopravvivenza che spesso va a discapito dei suoi simili. Rispettiamo le leggi, assolutamente, non era questo il messaggio. Se hai colto ciò, caro lettore, stai guardando la cosa dall'angolazione sbagliata. Uskebasi vuole dire altro. L'idea di fondo è che ogni individuo dovrebbe rispettare la legislazione e i propri simili per propria libera scelta. Nessun mondo migliore si creerebbe se queste scelte fossero imposte da un programma o da un complesso sistema psicologico simile a quello che incatenava Alex in Arancia Meccanica.La rivoluzione vera che dobbiamo compiere è quella interiore, in ognuno di noi, per comprendere davvero qual'è la cosa giusta e creare una società equa in modo consapevole, non artificiale o forzato.
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