Negli ultimi anni le forme e fogge di bicchieri da degustazione si sono moltiplicati esponenzialmente, rendendo la scelta ancor più ardua a chi non possiede una cultura da sommelier. E’ vero che non bisogna sottovalutare l’importanza del bicchiere nel quale si versa il vino, ma è altrettanto vero che è difficile comprare infiniti tipi di bicchieri e soprattutto saper distinguere differenze minime.
Antonello Maietta, presidente dell’Associazione italiana sommelier, ha espresso sull’argomento il proprio parere: «È vero che un bicchiere adeguato può valorizzare alcune caratteristiche organolettiche del vino e le forme differenti servono ad amplificare un tratto specifico, però ora stiamo esagerando perché con non più di quattro o cinque tipi di bicchiere possiamo accontentare pressoché tutte le esigenze».
Vediamo allora nel dettaglio i bicchieri da vino:
- Flûte: adatto agli spumanti secchi, perché consente lo sviluppo in verticale dell’anidride carbonica e l’osservazione del «perlage» (le bollicine).
- Calice Tulipano: per bianchi freschi, leggeri e giovani , con la sua forma consente al vino di scivolare sulla parte laterale della lingua, la più stimolata dalla sensazione fresco/acida.
- Il tipo Renano: il migliore per i bianchi strutturati e corposi, ma può anche essere utilizzato, insieme al Balloon piccolo, per vini rossi giovani e poco corposi, in quanto la forma ne limita la percezione aggressiva iniziale.
- Il tipo Borgogna: un balloon che esalta vini dai profumi complessi e che necessitano di un’adeguata ossigenazione, come i rossi corposi.
- Il Grand Ballon: per degustare i più invecchiati.
- La Coppa: per servire spumanti dolci e champagne.