Come utilizzare la tecnica AIDA in aula?
Per prima cosa andiamo a conoscere il significato dell’acronimo AIDA che sta per Attenzione, Interesse, Desiderio e Azione. Ad inventare il modello fu Elmo Lewis, nel lontano 1898, dopo aver studiato il processo pubblicitario sul piano del comportamento.
Proviamo allora a costruire un percorso che dall’attenzione ci porta all’azione, cioè all’assimilazione e rielaborazione personale dei contenuti della lezione.
Attenzione
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Questa prima fase è fondamentale, è la più importante. Tanto più si riuscirà a catturare l’attenzione dei partecipanti, tanto più sarà efficace l’efficacia della didattica. Occorre innanzitutto allenarsi per elevare l’attenzione già dal primo momento di contatto in classe. Sta alla creatività* dei docenti immaginare come iniziare la lezione puntando subito non tanto sui contenuti, ma sull’attivazione di una buona relazione. Si può, ad esempio, iniziare con un breve video oppure portare una novità di attualità collegata alla materia.
Interesse
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La seconda fase mira a suscitare l’interesse di persone che, ogni giorno, sono destinatarie di migliaia di messaggi. Per questo occorre tatticamente “resettare” le menti per orientare il loro interesse. In questo senso ci aiuta il digitale per la didattica (LIM, blog, videoproiezione, …) per mediare i contenuti e renderli più accattivanti. Una buona pratica suggerita ai docenti consiste nel tradurre i contenuti in infografiche. Consentono di esprimere dati, concetti e pensieri in un’unica immagine. Considerato che la partecipazione attiva stimola l’interesse, si può anche articolare la classe in piccoli gruppi di lavoro omogenei assegnando dei task/obiettivi (non difficili) da raggiungere in breve tempo.
Desiderio
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Questa fase è in funzione delle precedenti. Se si è operato bene la strada è tutta in discesa. Se si è riusciti a catturare e a stabilizzare l’attenzione delle persone il desiderio di continuare ad apprendere nella lezione vien da sé. A questo punto il docente è come un’accompagnatore che, nel stabilire un rapporto empatico con i partecipanti, li guida verso gli obiettivi.
Azione
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Arrivati a questo punto il gioco è fatto e si può passare alla valutazione. Per valutare l’efficacia è importante definire inizialmente gli obiettivi. Provate un’ultima cosa… cioè a fare un esperimento. In una lezione provate a comunicare gli obiettivi e poi a valutare. In un’altra provate a comunicarli e a condividerli con i partecipanti. Noterete che nel secondo caso l’efficacia sarà notevolmente aumentata. Ciò accade perché se c’è partecipazione sentono la cosa più loro, non sono passivi, si impegnano di più, c’è più attenzione e interesse. Vedrete anche che, mediante la condivisione, verranno fuori idee, proposte e cose nuove proprio dagli studenti.
Buon lavoro :)
*A proposito della stimolazione della creatività approfondisci la tecnica dei “sei cappelli per pensare” ideata da Edward De Bono. E’ utilissima anche per il problem solving come in questo esempio elaborato da InnoSupport: