“Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, ma con azzimi di sincerità e verità.”
Così Paolo ci introduce il concetto di Pasqua, la festa più significativa del Cristianesimo, la festa che ricorda e festeggia la resurrezione di Cristo. La parola Pasqua, in ebraico “Pasach”, significa “passare oltre” ma il significato cambia secondo la visione cristiana che interpreta questo momento come il passaggio dalla morte alla vita per Gesù. Ed è proprio questo significato che la Santa Chiesa si promette si trasmettere, al di là dei fasti, ai fedeli; la vera essenza di questo giorno di pace. A questa festa, celebrata anche con la via Crucis e sulle nostre tavole con il cibo tipico, si antepone un periodo identificato con il nome di Quaresima ovvero i quaranta giorni prima di essa e la così detta domenica delle Palme dove si è soliti, dopo la celebrazione della messa, prendere un ramoscello della pianta d’ulivo, ovvero la palma, per la benedizione della domenica successiva, del giorno santo.
Ma una domanda sorge spontanea e in modo lampante a tutti. Come mai la Pasqua, una festa così importante, non avviene in un giorno preciso come il Natale? Come si calcola il giorno della “sua” celebrazione? Questa definita come festività “mobile”, è correlata al ciclo lunare e c’è una regola differente per quanto concerne il calendario ebraico e quello cristiano. Il primo prevede che la Pasqua inizi con il 14 del mese di Nisan secondo un calendario detto “lunisulare”, quindi inizia con la luna nuova e il quindicesimo giorno coincide con il plenilunio.
La data corrispondente nel calendario gregoriano (quello usato dalla maggior parte dei paesi del mondo, tra cui l’Italia) varia di anno in anno entro un intervallo di circa 30 giorni. Diverso è il calcolo per la Pasqua cristiana, che a sua volta si basa su due calendari diversi: quello gregoriano usato dai cattolici e protestanti e quello giuliano usato dagli ortodossi.
La pasqua cristiana, inoltre, viene sempre celebrata di domenica poiché coincide con il giorno della resurrezione di Gesù. Tale “regola” fu stabilita nel 325 dal Concilio di Nicea e coincide sempre con la domenica successiva alla prima luna piena di primavera e quindi si festeggia sempre nel periodo dal 22 marzo al 25 aprile.
Ma, poiché questo calcolo lunare non era molto preciso nel tempo è stata promulgata una regola matematica ben precisa, basata sul calcolo dell’epatta definita come l’età della Luna al 1°gennaio, vale a dire il numero di giorni trascorsi dall’ultima Luna nuova; questo numero può andare da 1 a 30. Questa regola valida per il calendario giuliano, fu promossa dal monaco Dionigi il Piccolo nel 532 mentre per il calendario Gregoriano utilizza un’altra regola modificata e divulgata da, appunto, Papa Gregorio XIII nel 1582. Grazie a questo calcolo si può così verificare quando verrà la Pasqua, passando questo magnifico momento appunto con “azzimi di sincerità e verità”.