Ho sempre votato, ho sempre espresso una preferenza nel segreto della mia cabina elettorale. Negli ultimi anni ho messo la crocetta turandomi spesso il naso: pare che la disillusione politica sia inevitabile con il trascorrere del tempo e con la catalogazione dei vari gradi di amarezza che la nostra bocca impara a riconoscere.
Ma ora ho probabilmente raggiunto il mio zenit di disgusto.
La questione del finanziamento ai partiti e dei rimborsi elettorali che è seguita gli scandali Margherita e Lega Nord ha fatto traboccare il mio vaso. Non è bastato truffare il risultato del Referendum del 1993 con cui gli italiani avevano detto NO al finanziamento pubblico dei partiti; non basta il fatto che i rimborsi elettorali previsti a forfait dalle leggi a seguire superino di quattro volte le spese effettivamente sostenute (e la differenza, dove finisce? nessuno pare saperlo, i cittadini soprattutto); non basta nemmeno il fatto che non ci sia né una vera regolamentazione né un dignitoso contenimento dei costi sostenuti (anzi).
No, non basta.
Due giorni fa Pdl, PD e Terzo Polo hanno deciso di non tagliare nulla: a scandali caldi e culi bollenti, nemmeno la decenza di far finta.
Perché? Perché sanno di poterselo permettere, ovviamente.
E mentre l’IDV, il Movimento a 5 Stelle e la Lega rinunciano all’ultima tranche dei rimborsi elettorali del 2008, il PD dice che senza rimborsi elettorali i partiti morirebbero. Tanto che viene da chiedere: è una promessa?
Il sistema va ripensato, senza ombra di dubbio, e le proposte non mancano: da quella di Emma Bonino a quella di Michele Ainis, passando per molte altre.
Ma il mio schifo di fronte a questa politica, che anche in un momento così grave non trova nemmeno un gene di vergogna da poter moltiplicare, è quasi soffocante: soprattutto perché è lo specchio di un popolo (del quale io faccio parte) che non è capace non dico della consapevolezza, ma nemmeno della dignità di pretendere almeno rispetto.
Alle prossime politiche vorrei andare a votare – perché comunque voglio esercitare il mio diritto di voto, troppo prezioso per rinunciarvi – ma vorrei farlo in modo che il mio voto risulti come nullo ma che non finisca alla bisogna a formare il premio di maggioranza.
Perché qualcosa che nasce come un vaffanculo non può finire per essere carezza: nessuno deve avere il diritto di snaturare il mio disappunto.
Ma, come fare? Lo chiedo a voi, perché non trovo risposte plausibili. Sul web gira questo trafiletto (che arriva dalla rete del Movimento 5 Stelle), ma alcuni sostengono essere una pagliacciata:
“Se votate scheda bianca o nulla perché non vi sentite rappresentati da nessun partito, in realtà, favorirete il partito con più voti. Infatti (vedere REGOLAMENTI PER IL CALCOLO DEL PREMIO DI MAGGIORANZA) anche i voti bianchi o nulli entrano nel calcolo del premio di maggioranza, favorendo chi ha preso più voti.
ESISTE UN’ARMA LEGALE CONTRO QUESTA LEGGE INDECENTE E ANTIDEMOCRATICA! Di seguito i riferimenti legali. Tutto si basa su un uso ‘puntiglioso’ della legge: Testo Unico delle Leggi Elettorali D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 – Art. 104 – Par. 5 5).
Il segretario dell’Ufficio elettorale che rifiuta di inserire nel processo verbale o di allegarvi proteste o reclami di elettori è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa sino a lire 4.000.000. Illustro nei dettagli il sistema da usare:
1) ANDARE A VOTARE, PRESENTARSI CON I DOCUMENTI + TESSERA ELETTORALE E FARSI VIDIMARE LA SCHEDA
2) ESERCITARE IL DIRITTO DI RIFIUTARE LA SCHEDA (DOPO VIDIMATA), dicendo: ‘Rifiuto la scheda per protesta, e chiedo che sia verbalizzato’
3) PRETENDERE CHE VENGA VERBALIZZATO IL RIFIUTO DELLA SCHEDA
4) ESERCITARE IL PROPRIO DIRITTO METTERE A VERBALE UN
COMMENTO CHE GIUSTIFICHI IL RIFIUTO (ad esempio ‘Nessuno dei politici inseriti nelle liste mi rappresenta’).
COSI FACENDO NON VOTERETE, ED EVITERETE CHE IL VOTO NULLO O
BIANCO SIA CONTEGGIATO COME QUOTA PREMIO PER IL PARTITO CON PIÙ VOTI…. !!!!”
Mi sono pippata anche il manuale elettorale, ma non ho trovato nulla che mi risolvesse i dubbi.
Grazie a tutti quelli che sapranno fare chiarezza sulla faccenda.