Su suggerimento di Nari, ecco che mi lancio nella contemplazione di come si parlava e discorreva un po' di secoli fa.
E per l'occasione inauguro anche la nuova rubrica Come si fa? con relativa iconcina, dedicata a come facevano le cose i Victorians.
Si tratta di un argomento complesso perchè le lingue hanno molte sfumature, proprio del periodo in cui vengono utilizzate, così se noi "parliamo come mangiamo", come si suol dire, a volte abbiamo difficoltà a comprendere il linguaggio forbito e rocercato che tanto si utilizzava una volta.
Ovviamente la lingua che parliamo è anche figlia del mestire che facciamo e della nostra classe sociale, ecco quindi come un linguaggio commerciale sia privo di ridondanze di sorta per quanto riguarda il discorso in sè, ma cerimonioso oltre ogni dire nella fase dei saluti.
Un giornalista, invece, deve avere un tipo di prosa accattivante per il lettore, diretta ed immediata, spesso sacrificando un po' la forma in favore dello stile [con questo non voglio dire che essi siano tenuti a fare un fascio di tutti i congiuntivi della nostra bella lingua e mandarlo al rogo: ASSOLUTAMENTE NO! Le costruzioni alla Fantozzi sono deprecabili in bocca a chiunque, ma bisognerebbe multare chi scrive di mestiere perchè, a mio avviso, con questa pubblicità di congiuntivi inesistenti e gerundi pesanti non si fa altro che ammazzare la grammatica e la lingua stessa, rendendola inutile].
Insomma, ciascuno deve esprimersi secondo estrazione e professione e lo stesso era per il passato, dove, era in voga dire, un gentiluomo lo si riconosceva dal suo modo di parlare. Ecco come mai un sacco di ladri riuscivano ad infiltrarsi ai balli spacciandosi per il Visconte di qualcosa o il Baronetto di qualcos'altro, svaligiando la cassaforte.
Come si parlava quindi era un fattore soprattutto sociale e variava da uomini e donne e, soprattutto, dal proprio interlocutore.
Il desueto Voi
Dare del Voi nella società di oggi è come prendere per i fondelli qualcuno.
Nel passato, invece, fin dal Medioevo, esso era la forma di corteria per antonomasia. Il Lei, che vedremo più avanti, non aveva lo stesso significato di rispetto e reverenza.
Il Voi era usatissimo da tutte le classi sociali, ma nello specifico, era strausato dalla nobiltà e nell'alta borghesia, dove ci si rivolgeva abitualmente ad altri con questa forma così cerimoniosa. Nello specifico era cosa comune che un uomo e una donna parlassero dandosi del Voi anche se si conoscevano da tempo, soprattutto nel caso uno dei due fosse di classe decisamente superiore, ad esempio la figlia di un vicario e il conte, oppure la marchesa e il nipote.
Saltuariamente era utilizzato anche il Lei, ma a differenza di oggi, era proprio questa forma a sembrare una presa in giro per il suo stare a metà tra formale e informale, senza delineare confini certi.
Il Voi era anche adoperato a iosa nelle case, tra moglie e marito non era cosa rara che i due si chiamassero per cognome, ad esempio la signora Bennett si riferisce costantemente al consorte chiamandolo Signor Bennett.
Questo è spiegabile anche con la poca confidenza che si aveva con il proprio sposo o la propria sposa, visto che la maggior parte dei matrimoni delle classi alte era combinato dalle famiglie e non certo nato per amore.
L'utilizzo del Tu era riservato ad ambito esclusivamente privato, ad esempio se marito e moglie stavano discutendo da soli in una stanza.
L'ironico, nobile Lei
Il Lei era la forma di cortesia "di mezzo". Esso si sviluppò tra Quattrocento e Cinquecento nelle cancellerie europee, supportato dalla forte influenza nelle corti del cerimoniale spagnolo.
In lingua inglese, tuttavia, il Lei, che si esprime con His/Her era adoperato esclusivamente in ambito di titoli nobiliari e reali, è ancora utilizzata, infatti, la forma Her Majesty con cui ci si rivolge alla regina Elisabetta (HRM -> Her Royal Majesty, ovvero Sua Altezza Reale), oppure anche His Grace, forma adoperata per i duchi che ricevono l'appelletivo di Sua Grazia.
Il Lei era la forma per i titoli nobiliari quando si parlava di qualcuno al di fuori della conversazione, per esempio l'annuncio dell'arrivo del Re o della Regina in Parlamento, oppure mentre si discute si Sua Grazia il duca.
Quando invece si stava discorrendo con qualcuno si adoperava la forma colloquiale, ovvero il Voi.
Ecco quindi che in una conversazione qualcuno poteva rispondere ad un complimento come
Sono lusingata dell'invito, Vostra Grazia
Oppure
Vostra Altezza è troppo buono con me
Mentre gli ospiti avrebbero commentato la cosa dicendo
È lusingata dell'invito di Sua Grazia
e ancora
Sua Altezza è troppo buono con lui
Altre forme poi cadute in disuso erano Their Gracious Majesty, tradotto come Le loro graziose maestà, adoperata al tempo di Enrico VIII che amava circondarsi di titoli pomposi ed altisonanti [appuntino: graziose non nel senso di carine e femminili, bensì con l'accezione di "pieni di grazia", ovvero di benevolenza da parte del Signore].Ricordo che i titoli ecclesiastici come Eminenza o Eccellenza, che in italiano vengono coniugati a seconda della persona e sempre con la forma Lei, in inglese non sono preceduti dal relativo pronome possessivo, un po' perchè i titolari generalmente fanno poca vita di società e sono presenti in numero decisamente inferire a quello di altri Paesi di Fede cattolica piuttosto che anglicana.
Il colloquiale Tu
Il Tu era utilizzato solo negli strati più bassi della popolazione, dove tante cerimonie erano inutili, un mero spreco di energie e riverenze quando non ce n'era bisogno.
A parte tra il popolo, esso era adoperato anche in famiglia in ambito privato, come si è detto sopra tra coniugi oppure con i figli Tu sei il sangue del mio sangue!
Per il resto era poco usato perchè qualsiasi altro impiego era considerato una mancanza di rispetto che provocava lo sdegno dei presenti, dire
Sei sempre bella come un fiore
Alla propria zia era imperdonabile, ma bisognava invece dire
Siete sempre bella come un fiore
Specialmente in abiti particolarmente formali.
In quel caso, però, la zia poteva rispondere informalmente con un
Sei sempre stato un adulatore, RobertRiferendosi al nipote, perchè lei era la più anziana e anche una parente.
Mentre se a parlare fosse stato un conoscente, allora lei avrebbe dovuto rispondere sullo stesso tono con un
Siete sempre stato una adulatore, Robert
Belle complicazioni, vero?
L'età e la gerarchia erano cose che non andavano mai dimenticate. MAI.
Il tutto si pul schematizzare con un: il più anziano usa la forma meno cerimoniosa verso il più giovane.
Il più importante fa lo stesso verso il meno.
Il meno importante o il più giovane era utilizzato ad adoperare quella forma particolarmente colloquiale solo su esplicita richiesta del proprio interlocutore [della serie: diamoci del Tu, ok?], ma era sempre preferibile che questi due mantenessero la forma rispettosa anche su richiesta; se avete visto Pirati dei Caraibi, di certo ricorderete che ad inizio film Will Turner ed Elizabeth Swan hanno una conversazione strutturata pressappoco come segue:
Will: buongiorno, miss Swan
Elizabeth: Will! Quante volte devo dirvi di chiamarmi Elizabeth?
Will: ancora una, miss Swan
Per rendere l'idea. Elizabeth si rivolge a lui con il Voi perchè lui è un uomo e non può mostrare troppa confidenza, ma l'utilizzo del nome proprio sottintende un legame duraturo e piuttosto profondo, cosa che naturalmente Will NON fa, visto che si tratta di un semplice fabbro innamorato della figlia del Governatore di Port Royal! Un disparità di classi abissale.
Di conseguenza, cosa se ne può trarre come insegnamento?
Che i Victorians erano inutilmente formali.
Poichè questo post si è rivelato più lungo del previsto, credo che a breve ci risentiremo con un post specifico sulle frasi utilizzate e un altro sui saluti, o almeno questa sarebbe la mia intenzione.