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Come si sta nella centrale di morte?

Creato il 14 maggio 2011 da Alessandro @AleTrasforini

Teleschermi ed informazione fanno vedere pensionati quasi ottantenni inveire contro sinistroidi che non si lavano, denunciando schiere di immigrati clandestini che mettono a rischio qualsiasi argine di sicurezza dato da questa perenne anormalità nella quale siamo immersi.  Si straparla di campagne elettorali che di chiara hanno solamente la voce per urlare offese ed insulti. Nessuno, salvo poche e fortunate eccezioni, racconta più ciò che sta accadendo ancora adesso in terra giapponese. Giusto due mesi fa, senza colpo ferire, il panico era all'ordine del giorno: radiazioni di fondo, monitoraggi costanti su prodotti importati, immagini e documentari su giapponesi fermati in aeroporti e stazioni da uomini impiombati con tute protettive per controlli senza fine, esplosioni a reattori di unacentrale di morte.  Ad oggi, tutto sembra tornato calmo. Non si parla più di niente, salvo che di referendum necessariamente da cancellare e svilire per un minor panico nell'affrontare scelte così importanti per il futuro energetico del pianeta.  Tutto tace, appunto.  Nessuno parla più di Sievert pericolosi, di radiazioni; nessuno scrive più di nessuna paura da avere o di nuovo effetto Chernobyl. Il livello 7 della scala INES è stato già raggiunto, superato o sminuito?  Le terre di nessuno del Giappone vicine a Fukushima resteranno zona franca per l'essere umano o potranno ritornare ad essere popolate?  Tutto tace, meglio ripeterlo nuovamente. Il sito di Euronews riporta, per fortuna, qualche notizia di discreto interesse nei confronti di ciò che sta accadendo, di quello che accadrà e delle direzioni che verranno nel merito prese.  L'emergenza durerà ancora un numero imprecisato di anni, proporzionalmente all'imprevedibilità di fenomeni come quelli afferenti alla radioattività.  Le autorità giapponesi della Tepco hanno intenzione, da quanto riferisce il sito, di coprire i reattori maledetti utilizzando tendoni in poliestere per impedire la fuoriuscita di ulteriore materiale o fumo radioattivo.  Il poliestere è, in questo contesto, un materiale piuttosto utile e versatile: dotato di ottima tenacità, ha anche una grandissima capacità di resistenza al calore ed alle variazioni termiche. Possiede inoltre larga resistenza agli agenti chimico-fisici, come quelli formati da radiazioni ionizzanti forse. Che sia o no la soluzione migliore, solo il tempo potrà dirlo (ma sicuramente neanche quello basterà, nds). Ad ora, comunque, sembra la meno peggiore tra quelle possibili per rallentare l'inevitabile.  Si partirà tra circa un mese, iniziando dal reattore 1 per poi terminare il tutto con la copertura dei reattori 3 e 4: entro la fine del 2011 si dovrebbe finire, puntando ad un maggiore controllo delle emissioni radioattive nell'aria.  Nel mentre, un operaio neoassunto dentro la centrale è morto. Essendo stato impegnato nelle procedure di messa in sicurezza, è più che lecito sospettare ragioni di morte legate alla radioattività. Al momento, però, le cause non sono realmente note.  La stessa Tepco ha puntualizzato che non sono state rilevate tracce di radioattività sul corpo della persona.  Continuano senza sosta, in aggiunta, le battaglie delle eroiche realtà ambientaliste.  La stessa Greenpeace, ad esempio, sta conducendo nel silenzio più totale test in mare per verificare il livello di contaminazione raggiunto dalle specie marine: ad ora, 10 delle 22 specie controllate hanno rilevato indici di radioattività di oltre 20 volte superiori alla norma.  Il report completo, passato al vaglio di un laboratorio indipendente, sarà diffuso e completato entro pochi giorni. In attesa degli esiti completi, si attendono più notizie e meno silenzi. In rete, tra verità, bugie e complottismo, si ritrova qualche (dis)informazione in più. 
COME SI STA NELLA CENTRALE DI MORTE?

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