Io lo so com'è che succede. Anche io ho fatto il mio piccolo ammutinamento del Bounty.
Ora che ho pubblicato sul blog una delle famose foto del Pais (trovandola semplicemente su Google, lo sottolineo, non si sa mai
La storia iniziò in il IV anno di liceo, credo. Un compagno di classe, molto coinvolto nelle attività della chiesa, conosceva la mia passione per lo scrivere e mi chiese di collaborare con l'allora giornalino della chiesa. Lui si sarebbe occupato dell'enigmistica (e faceva anche giochino divertenti) io e un'altra, riconosciuta anch'ella come genio del paese, con più notorietà e più conformismo, ci saremmo occupate degli articoli. Il prete non era coinvolto, non inizialmente, era coinvolto una specie di diacono, sinceramente non ho mai capito esattamente chi fosse. Non ricordo bene con cosa iniziai, questo lo confesso, ma ricordo benissimo che il secondo mese portai immediatamente lo scompiglio quando proposi un articolo sull'aborto, non apertamente a favore, naturalmente, ma critico su alcune affermazioni cui si lasciavano andare preti e vescovi al riguardo, che non facevano altro che fomentare una colpevolizzazione della donna, legittimando, in pratica, l'espulsione della giovine ingravidata prematrimonialmente. Contemporaneamente un'altra ragazza si fece venire la bella idea di scrivere sulla Sindone, che non è esattamente l'argomento più semplice di cui possa scrivere una ragazza di 17 anni e iniziò il putiferio. Il suo articolo fu rimandato alla lettura del prete (lo reputai giusto, l'argomento aveva un che di mistico che immaginavo sfuggisse alle nostre menti profane), al mio fu detto di smussare gli angoli. Cominciavo a sentire che l'aria che tirava era brutta, ma feci finta di non capire, addolcii un paio di avverbi, cercai di adattarmi al target di lettori (i vecchi e i bigotti cattolici
Quando cominciai a pronunciare con un'espressione alla Ralph Wiggun la frase di cui sopra, portai talmente all'esasperazione il tizio, che infine prese l'articolo, prese una penna rossa, mi fece sentire come nel libro Cuore, e cominciò a correggermi il tema. Fu divertentissimo, osservarlo mentre mi toglieva le negazioni e trasformava le frasi in affermative, mentre cancellava interi blocchi di frasi. Sbattei le ciglia come se avessi consumato un intero flacone di rimmel lahndhon e infine dissi: MA COSI' LA MIA FIRMA SOTTO NON CI VA DI CERTO.
Mi rispose che non dovevo essere così oppositiva e, sempre mettendo fiorellini sulle montagne di merda, mi disse che ero arrogante, che dovevo imparare a sopportare le correzioni e che ne avevo ancora di strada da fare, anche nell'imparare a scrivere. Immagino non avesse del tutto torto, sono arrogante, immagino che a 17 anni lo fossi in misura persino più fastidiosa di adesso. Sullo scrivere è vero, devo confessare il peccato, tollero poco le correzioni, soprattutto se a farle è uno che non considero più abile di me nel farlo. Battagliai per un po', quella sera e altre sere, sostenuta in parte da quella poverina che la faccenda della sindone se l'era presa a cuore e si era letta pure i libri (saranno stati una noia mortale
Che è proprio una cosa da dire a un'adolescente, devo dire
Il diacono, per sua sciagura, non ha potuto contare sulla solidarietà di Capezzone.