Chi crede che il ristorante sia ancora un luogo pubblico che offre cibo e bevande per soddisfare una delle nostre esigenze primarie? Questa definizione è, infatti, definitivamente superata e ne sono la dimostrazione espressioni (una ironica e puntuale guida sui nuovi termini e le professioni legate al food è il recente libro di Gianluca Biscalchin, Prêt-à-gourmet) come "foodporn", "food stylist", "gastrochic", "gastrosnob"... Apparentemente non hanno nulla a che spartire con la necessità dell'uomo di nutrirsi. E invece...
Invece sembra che adesso non se ne possa fare a meno. Non c'è cena in cui si mangi prima di aver esaminato, nell'ordine, impiattamento, colori, temperatura del piatto, profumo, sapore, equilibrio dei sapori, abbinamento con la bevanda scelta (vino o birra poco importa).
Siamo tutti figli di Masterchef o c'è di più? Sia ben inteso, io sono tra questi. Mi piace mangiare, ma mi piace anche degustare. Sono due cose diverse. Mi piace fotografare, condividere, consigliare. Credo sia utile per socializzare ma anche per sopravvivere. Perchè mangiare bene significa stare meglio, vivere meglio, apprezzare quelle piccole gioie che il nostro territorio ci riserva. Si mangia anche con gli occhi e si fa l'amore anche con il cibo. Sono tutte espressioni abusate, ma vere.
In fondo siamo tornati al vero significato della parola "ristorante" (dal francese "restaurant") = che dà ristoro = sollievo, conforto materiale e spirituale. Il cibo, quindi, è anche un'esperienza mistica.
E' chiaro ormai a tutti, quindi, che il ristorante non è solo un luogo ma anche un mezzo di comunicazione. Ogmi ristorante esprime i suoi valori, le sue emozioni e ci racconta alcuni aspetti della vita gestore o dello chef, della sua brigata o dei suoi sommelier. Ovvio, anche dei suoi avventori. I gourmand si riconoscono da come posizionano le forchette sul piatto a fine pasto, da come osservano il calice dopo aver ravvivato il vino al suo interno...
Sta a noi saper cogliere questi elementi visivi e scegliere dove andare a mangiare.
Ma se tutto questo non bastasse? E' qui che interviene l'interessante iniziativa del blog "The chef is on the table". Supportati dai consigli della Rete e dagli spunti di alcuni contributor tra i migliori esperti di food e foodblogger italiani, i blogger Maricler e Fabrizio stanno componendo un vero e proprio "kit di comunicazione" per ristoratori e chef. Queste le parole del blog che meglio spiegano l'iniziativa:
"[...] un Survival Kit per la ristorazione: un kit di comunicazione fatto di otto articoli che dalla prossima settimana verranno pubblicati su questo blog. Sei di questi articoli sono guest post, scritti da giornalisti gastronomici, pr, agenzie di comunicazione, social media manager e web designer; due li scriveremo io e Fabrizio. il Survival Kit è indirizzato ai ristoratori e vuole rispondere a queste domande: di cosa ho bisogno nel caso in cui un giornalista mi chiama e vuole pubblicare un pezzo su di me? Come si crea una cartella stampa (ma ne ho bisogno?)? Se scatto delle foto dei piatti, devono essere ambientate, su fondo bianco, e a che risoluzione? Quali social network sono imprescindibili per il mio ristorante? Ho un sito del mio ristorante, è fatto bene? [...]"Lo trovo un percorso interessante che può essere utile sia a chi nel mondo della ristorazione si approccia per la prima volta alla comunicazione sia a quelli che credono di saperne già troppo...
Vi invito a seguire gli sviluppi di questa iniziativa, a commentarla, condividerla e a prendere appunti. Sia che vogliate aprire un ristorante, sia che vogliate solo decidere dove trascorrere la particolare "food experience" programmata per stasera.