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“Come ti senti, amico fragile?”

Da Villa Telesio

“Come ti senti, amico fragile?”

Piedi freddi su pavimenti universitari

come se il tempo valesse solo per voi

- e in effetti è così, illusi -

ce ne stiamo a gestire

la nostra carne

nelle macellerie dei bar

dove ci fanno a fette

quegli stronzi dei fratelli

che abbracciamo domenica pomeriggio

quando siamo bustine di thè

infuse nell’acqua piovana

di metropoli immature.

-

Oh, guarda, piove

piovono sputi ogni sabato sera

sugli spiritosi del marciapiede

che sono militari del “come ti senti, amico fragile?”

-

Non male,

ho solo un colorito strano,

e potrei provare a dirvi qualcosa sull’inesistenza

del buio:

ma non ho voglia nemmeno

di finire in un bicchiere

senza nemmeno un briciolo d’arancia.


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