![Come ubriaca nella tua tragedia Come ubriaca nella tua tragedia](http://m2.paperblog.com/i/228/2287806/come-ubriaca-nella-tua-tragedia-L-_Gw9t_.jpeg)
Tua madre non mi voleva. Appena sentiva che eri cresciuto ti serviva la tua più fumante pappa preferita, annebbiandoti il cervello da non capire chi era che dovevi amare. O lei o me. Non potevi scegliere. La scelta era tutte e due. Ma lei mi odiava a tal punto che godeva se mi facevi male. Il suo sorriso tra i denti lo captavo solo io e riuscivo a farmi male.
Fino a farmi venire lo stress di farmi male senza rendermene conto. La mascella cominciava a tremare in maniera incontenibile, i capelli a cadere lasciandomi chiazze di alopecia. Poi uscivo nel sole e mi mettevo a dipingere. Fiori, mari, chiese, gatti e soli. Il sole era l'unica cosa che avrei voluto sempre con me. Da togliermi il freddo che sentivo. Volai per scomparire.Lasciami andare amore, io voglio vivere. Voglio vivere ti prego. Lasciami viva. La sberla arrivò inaspettata e poi ancora un'altra. Non so da dove sanguino, ma sanguino. Orecchie, naso bocca. Occhi che non riesco ad aprire. La spalla, si ecco la spalla è incastrata tra il muro e la libreria. Mi muovo piano, te ne sei appena andato. Riesco ad aprire gli occhi tra i capelli insanguinati: le palpebre gonfie mi rimandano una luce accecante, ma desidero quella luce, per mettermi in salvo. Lontano.Quanto lontano? Non so adesso, so che è solo lontano che posso andare. Posso chiamare il 118, oppure la polizia.Il cellulare è dentro alla borsetta. Mi trascino. Devo fare presto, ma devo fare con calma. Non perdere l'attimo, centrare lo scopo. Lo cerco con un occhio solo, compongo il 113. Una voce dall'altro capo. Sono ferita, venite presto biascico. Non capiscono, mi sforzo. Do l'indirizzo e crollo. Arriveranno. Ormai arriveranno. Ed io potrò vivere.Mi darei un bacio ma non posso. Aspetto. E' finita.