Come un tavolo la sedia, il blogger non fa notizia

Da Flavialtomonte

Non è la stessa cosa, penso da sopra una mattonella. Quando penso mi fermo perché pensare è un’azione, come camminare, mangiare, studiare, e non è che si possono fare più azioni contemporaneamente e convincersi che vengano bene entrambe, anche se, pensandoci bene – ferma su un’altra mattonella – riesco a bere il caffè leggendo, seppur la visuale non è delle migliori all’ultimo sorso.
Ogni pensiero oggi ha una sua posizione. Assumo la forma di una biscia, e penso che non è la stessa cosa scrivere e fare notizia. Aggrotto la fronte, e mi trasformo in un facocero. Hakuna matata e tutto andrà meglio, eppure ripenso che non è la stessa cosa scrivere e fare notizia, nonostante c’è chi di secondo mestiere fa notizia e non è la stessa cosa di chi lo fa di primo.

Fare notizia non è cosa da niente. Bisogna saperci fare. È come fare l’attore e non essere attore, anche se, dopotutto gli attori sono un conto e i notiziari un’altro. È come dire che una sedia è anche un tavolo. Si possono poggiare computer, libri, vestiti, su di una sedia, e servirsi di uno sgabello più basso per usare la sedia come fosse un tavolino, ma non sarebbe la stessa cosa.
Una sedia non è un tavolo né può esserlo, semmai aspira perché siamo noi che facciamo credere alla sedia che può essere anche qualcos’altro. Forse a teatro questo discorso potrebbe funzionare. Sì, a teatro possiamo stravolgere i ruoli alle cose, ma non i ruoli agli attori perché quando è in scena, l’attore, non può incalzare altri personaggi se non quello che ha da interpretare.
Un attore non è tanti ruoli allo stesso tempo.
L’attore non soffre di doppia personalità, altrimenti non farebbe l’attore.
È come far credere al cuscino su cui ho poggiato il mio computer portatile che è un tavolo, pur non essendo la stessa cosa perché prima di tutto non è comodo quanto un tavolo. Però il letto è più comodo di una sedia nonostante non potrà mai essere una sedia.
Quest’ultimo pensiero ha la forma di una salamandra distesa sulla sabbia, colpita dal sole, stordita dalla falsa notizia che domani piove perché l’ha letto su un blog che fa notizia di secondo. 


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