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Come un tuono

Creato il 12 maggio 2013 da Af68 @AntonioFalcone1

htrrvCome un tuono, terzo lungometraggio di Derek Cianfrance dopo Blue Valentine (2010) e Brother Tied (’98), sorta d’ideale trittico su una personale visione dei rapporti familiari (marito e moglie, fratelli, padri e figli), è un’opera capace di ammaliare visivamente durante la visione, grazie a delle modalità registiche particolarmente suggestive, avvalorate dalle interpretazioni di un ottimo cast. Pur nel rispetto di una congrua conciliazione tra forma e contenuto, l’emozione pura e semplice appare però trattenuta, non è qualcosa che scatta immediatamente, bensì, almeno a livello di personale sensazione, si sedimenta pian piano a livello di testa e cuore e lì trova buon albergo per qualche giorno, offrendo la possibilità di percepire sfumature e dettagli.
Coadiuvato nella sceneggiatura da Ben Coccio e Darius Marder, Cianfrance delinea un noir dalle tematiche classiche, visualizzando una catena della colpa i cui anelli sono costituiti da quanto ereditiamo dal passato, ciò che ci segna sin dalla nascita e cosa si trasmette alle generazioni successive come ripercussione, positiva o negativa, delle scelte messe in atto.
Nel corso della narrazione vengono infatti coinvolte più persone, attraverso un arco temporale di 15 anni, il quale si snoda sullo schermo in linea di continuità, senza ricorrere al flashback o ad ardite tecniche di montaggio, quest’ultimo limitato alla ordinaria funzionalità.

Ryan Gosling ed Eva Mendes

Ryan Gosling ed Eva Mendes

Il film si apre con un bellissimo piano sequenza: dall’interno di un caravan seguiamo passo dopo passo Luke (Ryan Gosling), fra luci e stand di un lunapark, sino all’ ingresso in un tendone, dove ogni sera si esibisce con la sua moto all’interno della “gabbia della morte”. Lo spettacolo itinerante ha ora piantato le tende a Schenectady (New York) e qui Luke rivede, a distanza di un anno, Romina (Eva Mendes): dalla loro fugace relazione è nato un bambino, del quale però l’uomo non sa ancora nulla. Una volta appreso di essere padre, nonostante Romina conviva con il suo attuale compagno, Luke lascia il lunapark e trova lavoro come meccanico, per poter provvedere alla sua famiglia. I soldi, però, sembrano non bastare mai ed allora il nostro inizierà a rapinare banche, grazie alla sua abilità di motociclista tutto sembra così facile, a portata di mano, ma il suo destino si incrocerà con quello della recluta di polizia Avery Cross (Bradley Cooper), che lo ucciderà dopo un inseguimento, a sangue freddo fra l’altro, senza alcuna preventiva intimazione. Per l’agente, sposato e con un figlio piccolo, sarà l’inizio di una brillante carriera, a scapito di tormenti interiori ed infelicità familiari, sino a quando, trascorsi 15 anni, la vita chiederà il conto, servendosi di due studenti liceali, Jason (Dane DeHaan) e AJ (Emory Cohen) …
Bradley Cooper

Bradley Cooper

Girato sfruttando lunghi piani sequenza (anche nelle scene d’azione), alternando riprese con la macchina a spalla e carrellate, primi piani estremamente ravvicinati, intenti a cogliere ogni minima reazione esteriore dei protagonisti dalla quale si possano intuire i tormenti interiori nel mettere in campo le loro difficili scelte, Come un tuono evidenzia uno stile asciutto, documentaristico, che si fa forza anche di un’ottima fotografia (Sean Bobbitt), la quale sottolinea ulteriormente la correlazione ambiente/personaggi.
La provincia americana non è più depositaria di saldi valori ed etici ideali, ma testimone di una mutata moralità, personalizzata alle proprie esigenze: Luke trova un significato nella vita quando apprende di essere padre e si illude di essere un buon genitore, senza averne le qualità, solo perché spinto nelle sue azioni dalla forza dell’amore, illusoria nella sua irrazionalità.
Il desiderio di offrire al figlio quanto lui non ha mai avuto, nell’intuibile tormentato passato, si scontra con il suo essere libero, lontano dalle regole del mondo, scritte nei codici o meno. Avery invece è un uomo meno puro, roso dai sensi colpa tanto da destituirsi dal ruolo di padre, più ambiguo nella consapevolezza di aver commesso un’azione sbagliata, della quale approfitta certo per debellare la corruzione all’interno del distretto di Polizia, ma nascondendo la verità, coltivando l’illusione di servirsene per curare i mali dell’umanità, lasciando in standby i propri, ponendo le regole al servizio di una integrità esteriore.
Emory Cohen e Dane DeHaan

Emory Cohen e Dane DeHaan

Queste diverse visioni si ripercuoteranno come vivide proiezioni sui rispettivi figli, e la vittoria finale andrà a chi, appresa la verità sulle sue origini e fatti i conti con essa, vi saprà attingere per rinascere a nuova vita, forse diversa, o migliore, alla ricerca di “un posto al di là dei pini” (titolo originale del film, The Place Beyond the Pines, traduzione dalla lingua mohawak del nome della cittadina che fa da sfondo alle vicende narrate), dove riuscire finalmente ad esprimere la propria consapevolezza di essere umano, nella sua piena integrità.

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