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“Come una pietra che rotola” – Maria Barbal

Creato il 18 marzo 2012 da Temperamente

maria barbalQuando questo romanzo breve uscì in Spagna, nel 1985, si inserì subito come elemento di discontinuità nella tradizione prettamente ‘urbana’ della letteratura catalana dell’epoca: Come una pietra che rotola segna il ritorno alla campagna, cuore pulsante della Catalogna di inizio Novecento, tempo immobile scandito dall’alternarsi delle stagioni e dalle fatiche quotidiane, improvvisamente sconvolto da due drammi: la Storia e la Modernità.

In 150 pagine accompagniamo Conxa, protagonista del romanzo e voce narrante, dall’infanzia agli ultimi anni di vita. Quinta figlia di una famiglia numerosa e poverissima, a tredici anni viene affidata agli zii un po’ meno poveri e senza figli propri. Dalla zia, amorevole ma fin troppo pratica e abituata a decidere su tutto e per tutti, impara il lavoro in casa e nei campi; si inserisce presto nel nuovo contesto sociale, sebbene questo sia chiuso e abituato a vedere il mondo esclusivamente nell’ottica della ‘roba’ e della necessità, e si predispone al futuro: il matrimonio, i figli, la fatica. La pietra che rotola è lei, Conxa: compiuta e immobile fino a quando qualcuno, il tempo, non le dà un calcio che la fa finalmente muovere e rotolare verso il suo destino. Il destino di Conxa è Jaume, amore grande e sincero della sua vita, dal quale ha tre figli. Grande lavoratore, buon padre e marito, Jaume è anche un idealista: Conxa è a disagio quando lui le para di rivoluzioni, popolo, regimi da abbattere. Sono argomenti difficili e che si rivelano pericolosi quando il colpo di stato militare fa scoppiare la guerra civile. Jaume viene arrestato e ucciso; Conxa viene deportata con le due figlie maggiori, ma riusciranno a salvarsi e dovranno ricominciare a vivere senza Jaume e con addosso i segni incancellabili degli eventi. O forse no: il tempo cancella tutto, la vita va avanti. Il mondo sta cambiando, le campagne si spopolano, Conxa vive la seconda grande frattura della sua vita: l’approdo in città, che coincide con la vecchiaia, cioè vivere di ricordi, sentire che gli altri non hanno più bisogno di te.

La cosa notevole di questo romanzo è lei, Conxa: tutt’altro che eroica, tutt’altro che speciale, si mantiene nei limiti che le sono stati imposti, ma i suoi sentimenti sono vivi, il suo rapporto con la natura profondo. Il suo punto di vista nel corso del romanzo cresce, si evolve con lei: Conxa diventa adulta, il suo sguardo coglie la complessità e le sfumature. La Storia e la Modernità irrompono, ma i dualismi e le ideologie restano sullo sfondo, perché non è il caso di prendere posizione, Conxa non l’ha mai fatto, sempre impegnata a sopravvivere. Si narrano pensieri: la traduzione è ottima nel suo rispetto della punteggiatura sconnessa, nella resa dei passaggi rapidi da un argomento all’altro, naturali nel flusso continuo del pensiero, dell’assoluta linearità ed essenzialità del racconto. Non c’è letterarietà, non ci sono grandi disegni stilistici: in parole semplici si può raccontare il percorso di una pietra che rotola e arriva a valle, nonostante tutto.

Marina Lomunno

Maria Barbal, Come una pietra che rotola, Marcos y Marcos, 151 pagg.,  € 14,00.


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