Come una vecchia Vespa

Da Ugobarbara
Anni fa, molti anni fa, partii per gli Stati Uniti senza avere ben chiaro se e quando sarei tornato. Lasciai la mia Vespa PX 125 del 1980 nel parcheggio all'aperto della redazione e tanti saluti. Tornai dopo alcuni mesi. La Vespa era ancora là: la sella impolverata e sul poggiapiedi era cresciuta l'erba. Ero sconsolato: non si sarebbe mai rimessa in moto. Eppure tentai lo stesso: infilai la chiave, girai e diedi un colpo secco al pedale dell'accensione. Tossicchiò, borbottò e tacque, ma mi fece capire che si era svegliata. Sorrisi, chiusi l'aria, diedi un altro colpo secco. E lei mi fece sentire subito che poteva pure avere la polvere sulla sella e l'erba sulla pedana, ma era una Vespa old style e ci voleva ben altro per metterla fuori gioco. Fece più fumo di una Campagnola Fiat ingolfata, ma si rimise in moto. Eravamo entrambi pronti a tornare sulla strada.
Questo blog è rimasto in silenzio per cinque mesi. Sono stati cinque mesi intensi di scrittura e rilettura. Cinque mesi in cui, al termine di ogni giornata, pensavo che forse era opportuno aggiornare i lettori del mio blog su quello che stavo combinando. Ma di opportuno nella scrittura non deve esserci nulla: se uno ha voglia e tempo di raccontare qualcosa lo fa e basta, altrimenti diventa un'ossessione o una pietosa ostinazione.
Molte delle energie che ho speso in questi mesi sono nel nuovo romanzo. E' stata un'esperienza bella e intensa, forse più bella e intensa del solito. Ne sono venuto fuori un po' spompato, con una gran voglia di leggere più che di scrivere. A ogni passo, però, mi imbatto in storie che chiedono di essere raccontate. E, un po' come Ulisse, torno a desiderare di dispiegare le vele.

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