Escludendo Blake Griffin, dunque, che ha già il premio di Matricola dell’anno in tasca e che rimane fuori concorso (e che è stato scelto nel 2009), vediamo come stanno andando gli altri giocatori chiamati al draft 2010:
1^ scelta assoluta - John Wall: 15.4 punti, 9 assist, 4.3 rimbalzi, 1.6 recuperi in 37.1 minuti di utilizzo. Possono bastare queste cifre? Purtroppo per lui, no. I suoi predecessori nel ruolo di playmaker scelti nelle ultime stagioni (Rose, Westbrook, Evans) hanno fatto tutti meglio e quindi i paragoni lo vedono andare sotto, eppure prendere in mano una franchigia come Washington e cercare di risollevarla non è per niente facile.
La capacità di dare in mano ai compagni cioccolatini pronti per essere scartati è enorme, così come le due doti atletiche (probabilmente il giocatore con l’accelerazione più bruciante dell’intera Lega), però ci sono alcuni punti oscuri, intanto le 3.7 palle perse a gara, veramente troppe per una point guard, e poi le percentuali al tiro che sono tutt’altro che buone: 40.9% dal campo, 31.1% da tre, 74.7% ai liberi. Deve crescere e lo farà…dobbiamo solo avere un po’ di pazienza.
5^ scelta assoluta - DeMarcus Cousins: 13.8 punti, 8.2 rimbalzi, 1.9 assist in 27.2 minuti. Assomiglia molto a Beasley, non tanto sul campo quanto per talento a disposizione e talento nel disperderlo. Ha una grandissima capacità di segnare in tutti i modi e anche a rimbalzo, pur non essendo un mostro atleticamente si fa sentire; dopo un mese di novembre un po’ problematico le sue cifre sono cresciute con l’anno nuovo, tanto che nelle ultime 26 partite non è andato in doppia cifra solo 6 volte.
I problemi allora quali sono? La rissa nata con il compagno Greene che l’ha tenuto fuori squadra una partita dovrebbe bastare, ma con coach e compagni non è la prima volta che il ragazzo ha storie tese. Caratterino niente male, se lo si riesce ad ammansire questo è nato per giocare nella NBA.
51.9% dal campo e 40.9% da tre le sue percentuali, ma è l’attitudine a buttarsi a rimbalzo e fare sempre la scelta giusta che più sorprende.
Non scelto al draft - Gary Neal: 9 punti, 2.4 rimbalzi, 44.1% dal campo 41.9% da tre in 19.9 minuti di utilizzo. Non cifre di alta qualità in assoluto, ma se rapportate al fatto che questo rookie gioca a San Antonio, sono cifre quasi fuori dal mondo! Convincere Popovich essendo un primo anno è praticamente impossibile (chiedete a Ginobili e a Parker) eppure l’ex Treviso c’è riuscito e molto spesso nei finali di partita resta in campo per la sua abilità nel fare canestro in molti modi.
Da notare poi, come, nelle partite in cui ha giocato almeno 10 minuti, Neal non ha segnato dalla lunga distanza solamente in 7 occasioni su 54!
Per alcuni che vanno bene, però, ce ne sono altri (e parecchi) che stanno viaggiando ben al di sotto delle attese:
Il fatto di tenere sia lui sia Iguodala nel roster non sembra essere una grande idea per la crescita del ragazzo.
3^ scelta assoluta - Derrick Favors: 6.3 punti, 5.3 rimbalzi in 19.4 minuti. E’ un ragazzo giovanissimo (appena 19 anni) e con grandissimi margini di miglioramento, ma anche se il talento c’è, non si è proprio sicuri che possa essere quello di una terza scelta assoluta al draft. I dubbi aumentano ancora quando si pensa che i Nets l’hanno inserito nella trade Anthony prima, e in quella Deron Williams poi, spedendolo ai Jazz. Qui di certo non troverà più spazio visto l’affollamento nel ruolo (al debutto 15 minuti, 6 punti, 3 rimbalzi).
Deve crescere, ma nello Utah sarà difficile.
4^ scelta assoluta - Wesley Johnson: 9 punti, 2.8 rimbalzi e 2 assist in 26.4 minuti di impiego. Minnesota non è in un momento facile visto che sta ricostruendo dopo un periodo nerissimo e si trova in fondo alla classifica, però la volontà di puntare sui giovani c’è, e Johnson sembra uno di questi. A Syracuse in realtà aveva mostrato cose migliori rispetto a questo inizio anno, dove fatica un po’ a imporsi e a trovare con continuità il canestro, tanto che solamente 5 volte è riuscito ad andare in doppia cifra per punti segnati almeno in due partite consecutive.
Minni crede in lui e le potenzialità ci sono, l’anno da rookie è duro e già dalla prossima stagione potremmo vedere un giocatore molto migliorato.