Magazine Psicologia
Se ti dici spesso “O lo faccio per bene o non lo faccio per niente”
Se sei un perfezionista, del tipo che non ti metti neanche in gara, se non hai la certezza di arrivare per primo, guardati questo video!
Guardalo bene e dimmi chi ha vinto?
Commovente, vero? Ho visto più volte il video e ogni volta mi commuovo sino alle lacrime.
Prima di proseguire a leggere l’articolo ti invito a riflettere per rispondere (anche di getto) a questa domanda:
Secondo te, chi ha vinto questa gara? Chi è il vero vincitore?Stacca un attimo gli occhi dallo schermo, riflettici un istante e riprendi pure a leggere.
Ci hai pensato?Io non ho avuto dubbi: per me il vincitore è Matt!!!
Eppure Matt si è piazzato per ultimo! Che cosa ha fatto vincere Matt, ovvero l’ultimo? Come è possibile vincere arrivando ultimi?Quali sono le risorse di Matt?
Riflettendo su queste domande mi sono arrivate, da Matt, delle vere lezioni di vita! Sono grato a Matt. Fai questa esperienza anche tu! Sono sicuro che anche a te verranno in mente altre lezioni di vita e mi farebbe piacere se volessi condividerle aggiungendole ai commenti.
Ecco cosa sto imparando grazie a Matt:
1) A evitare la Procrastinazione: Il senso di perfezionismo può trasformarsi in un’occasione per non fare! Esatto: se mi dico “o lo faccio per bene o non lo faccio per niente” finisco per non fare niente. Matt ha agito dando il meglio di sé, anche se il meglio di sé era limitato!
Dopo questo video mi è ancora più chiara la frase di De Coubertin: “L’importante non è vincere, ma partecipare”. Questo non vuol dire che basta una presenza passiva e svogliata!
Partecipare significa che cerchi la vittoria in ogni caso, mettendoci tutto te stessa/o, anche se “imperfetta/o”! Proprio come ha fatto Matt.
Non ho più scuse: “anche se non sarò perfetto, posso dare il meglio di me!” questo è quello che mi ripeterò quando mi ritrovo a rinviare qualcosa che potrei affrontare.
2) Che si può vincere arrivando ultimi! “Come è possibile?” mi sono chiesto, dopo avere risposto di getto: “Ha certamente vinto Matt”.
Il consenso popolare? No! Anche i compagni che hanno festeggiato Matt hanno riconosciuto un valore in lui che lo rendeva unico!
E poi basta con dare agli altri il potere di decidere se abbiamo fatto bene una cosa o no! (Hai letto Locus of control? Se non lo ancora fatto, clicca qui, c’è un test, dove puoi verificare che dai questo potere agli altri oppure no).
Matt non ha vinto perché gareggiava contro gli altri.
Secondo me la vera vittoria di Matt è che mentre gareggiava “contro” qualcuno, lui stava lavorando “a favore” di qualcosa: il superamento dei suoi stessi limiti. Questa è la Vittoria che voglio imparare a fare mia: la gara è solo un’occasione stupida per fare qualcosa di molto più importante che mi permette di andare oltre i miei stessi limiti.
Siamo limitati, è vero, anche Matt lo è. Ma ognuno di noi può spostare il confine del proprio limite un pochino più in là. Se Matt si fosse detto “sono limitato, che mi sforzo a fare?” forse starebbe in sedia a rotelle, altro che 400 metri!
Quante volte, mi sono autoimposto una specie di sedia a rotelle impedendomi da solo di agire solo perché limitato? Quante volteinvece di accettare e sfidare i miei limiti (ampliandoli) li ho usati come scusa per limitarmi da solo?
Ecco perché gli andicappati si fanno chiamare “diversamente abili” hanno ragione! Gran parte di loro, sicuramente tutti quelli che ho conosciuto, non si autolimitano: sono abili, coi loro stessi limiti.
Gran parte dei così detti “normali” sì! Io incluso! Andicappato da me! Limiti autoimposti: “Normalmente disabili” dovremmo chiamarci tutti i “normali” che ci autolimitiamo.
Ecco quindi la vittoria dell’ultimo! Vincere rispetto al confine dei propri limiti! Questo significa, per me:
a) Accettare che esistono dei limiti. Non è utile fare finta che non esistono, accettarli significa guardarli in faccia e vedere come posso essere superati. Solo guardando le cose come sono realmente, posso superarle.b) Conoscere i propri limiti e avere voglia di superarli per spostarli un pochino più in là. Ovvero essere pronti alla Vittoria dell’ultimo. La vittoria di chi ha voglia di superare i propri limiti!c) Mettercela tuttaper superarli e … andare oltre.d) Riconoscere la vittoria e stabilire, volendo, un nuovo limite da potere superare!
Ma Matt non era solo e disarmato: poteva contare su delle potenti risorse, quindi ho imparato ancora:
3) Che Matt ha un’alta motivazione e determinazione. Che motore straordinario!! Cosa mi rende motivato. Perché faccio qualcosa? Quali sono i valoriin cui credo che ci stanno dietro?
Ad esempio un valore in cui credo, che è per me molto motivante è “aiutare il prossimo”. Come posso essere di aiuto quando spesso mi trovo nella condizione di essere aiutato?
Sono limitato. In questo momento sto imparando da Matt. Potrei non sentirmi all’altezza di aiutare gli altri. Ma se la motivazione è alta e.. caspita se lo è!!! Posso essere di aiuto semplicemente agendo e dare il massimo con tutti i miei limiti!
Non esisterebbe questo Blog se io aspettassi di essere un essere un essere perfetto che ha risolto tutti i suoi problemi.
Basta sorridere per regalare un sorriso! E sei già stato di aiuto!
Te? Quale è la tua motivazione, quali sono i valori in cui credi?
4) Che Matt ha il sostegno emotivo di un coach e degli amici. Già anche Matt stava desistendo, stava per fermarsi scoraggiato, perdendo la motivazione.
Essere scoraggiato capita a tutti! Mi è capitato tante volte e mi capiterà spesso ancora e lascia che te lo dica, succede e succederà anche a te! È così! In quel caso posso e puoi cercare il sostegno emotivo degli affetti e -perché no?- anche dei professionisti (counselor, coach, psicologi, maestri, etc).
Riguarda il video nella versione qui sotto e vedrai come cambia la corsa di Matt quando gli si avvicina il Coach.
Come per Matt, basta la presenza di un sostegno emotivo per permetterti di andare oltre le difficoltà che naturalmente ti troverai ad affrontare.
Certo anche gli affetti sono importanti. La teoria dell’attaccamento dice proprio questo: se senti la vicinanza emotivae protettiva – ovvero una “Base sicura”- di un “care giver” –ovvero di una figura importante che ti da le sue attenzioni- allora puoi esplorare il mondo.
Senza diventa difficile, anzi, quasi impossibile. Il bello e che questa “teoria” è stata studiata e confermata in “pratica”. (rivoluzionò i dogmi allora esistenti in psicologia)
Riguarda il video! In questa versione viene evidenziato il momento in cui si avvicina il coach. Anche se in inglese verso la fine Matt, intervistato, dice come sentire la presenza del coach e dei compagni, l’hanno fatto andare oltre il momento di sconforto!
Adesso, se dovessi attraversare un momento difficile, chi potrebbe sostenerti tra i tuoi amici o familiari? Conosci qualche professionista a cui rivolgerti in caso di bisogno (per accelerare un processo o per vincere un momento di impasse in modo più veloce)?
Cosa sto imparando e ho voglia di condividere con te sulla lezione di Matt? Ricapitolando, cosa puoi fare di concreto?
Ecco gli strumenti pratici che ho colto dal video di Matt:
1) Evita di procrastinarepuoi dire a te stesso: “anche se non sarò perfetta/o posso dare il meglio di me!”
2) Accetta e vai oltre i tuoi limiti. Vincendo con i limiti e non contro qualcuno! La Vittoria dell’ultimo!
3) Scriviti su una nota (magari su un post it) quali sono i tuoi valori, da cosa puoi trarre motivazione per agire. E mettili in evidenza in modo da richiamare la motivazione anche nei momenti più difficili.
4) Domandati, ogni tanto, da chi puoi andare per sentire un po’ di calore umano, un sostegno. Guarda soprattutto tra i tuoi cari, tra i tuoi amici e contempla anche, se credi possa aiutarti, un professionista, magari per un periodo limitato e per raggiungere un obiettivo specifico (lo fanno sia i coach sia i counselor –se, invece vuoi andare sul profondo della tua personalità allora è bene rivolgersi ad uno psicologo o psicoterapeuta)
5) Aggiungi tra i commenti il tuo contributo scrivendo cosa ha lasciato in te questo video.