Previsione numero 1: sbagliata.Previsione numero 2: lasciamo stare, sbagliatissima.Previsione numero 3: più o meno giusta, ma dato che la frequenza con cui volevo viaggiare era di gran lunga superiore a quella che ho sperimentato fino ad oggi (anche se invidiabile) direi... sbagliata!
Quindi ora torna nuovamente la domanda, con un'altro limite temporale, dieci anni: quindi, Fenice, dove sarai tra dieci anni?
Se avrò una fortuna sfacciata, alla veneranda età di trentatré anni, avrò un lavoro a tempo indeterminato. Guardate, l'utopia di un bello stipendio fisso al mese che ti permette più o meno di campare, mi fa dire “ma chi se ne importa di quale lavoro farò!”. Quasi certamente non avrà minimamente a che fare con la mia università: se avrò fortuna, riuscirò a parlare un po' di inglese. Mah.
Avrò viaggiato e continuerò a farlo. Come ormai ho ripetuto almeno una ventina di volte, adoro viaggiare: sto bene con me stessa quando sono in movimento, quando i miei piedi stanno sorvolando un oceano e la mia mente non vede l'ora di raggiungere nuove mete, vedere nuove culture, saziarsi di curiosità. A volte si cade nell'errore di pensare di aver visto tutto, anche nella propria piccola realtà di paese o nel luogo in cui si vive. Viaggiare ti fa capire che non è così: non si smette mai di scorgere qualcosa di nuovo. Bisogna solamente abituare il proprio sguardo a cercare un po' meglio..
Chiaramente sarò single. Grazie ad un lungo cammino di ricerca interiore e raggiungimento del nirvana, sarò riuscita a raggiungere il punto di pace dei sensi, il punto in cui basto a me stessa. Non sarà difficile, no, assolutamente!
Beh, poi scriverò. È che non riesco a smettere di farlo, a smettere di pensare a storie più o meno reali, smettere di sognare con gli occhi aperti. Quindi, questa è una delle poche certezze che ho riguardo al mio futuro: scriverò tra dieci anni, ne sono convinta (anche se, probabilmente, soltanto per me!).
E voi signori? Dove sarete tra dieci anni?