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Comics e cinema, un’analisi quantitativa. Parte 1 (di 5)

Creato il 18 giugno 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Introduzione

“Durante i primi vent’anni di lavoro alla Timely [1] , l’industria dei fumetti era piuttosto semplice. Se andavano di moda i film di cowboy, si producevano un sacco di fumetti western. Se in voga c’erano i poliziotti e i rapinatori, allora via con storie di criminali a profusione. Se la moda voleva storie d’amore, la Timely (e anche la concorrenza) partiva con la produzione di riviste romantiche.” [2]

Con queste parole Stan Lee descriveva l’industria dei comics negli anni ’40 e ’50: una industria che per lo più si limitava a recepire mode nate sul grande schermo o negli spazi della cultura “alta”. È chiaro che da allora molto è cambiato, basta dare un’occhiata alle locandine delle sale cinematografiche per accorgersi se non di una inversione almeno di una più spiccata e vivace reciprocità negli scambi tra fumetto e altri media.

Nelle righe che seguono intendo analizzare da un punto di vista puramente quantitativo il rapporto tra fumetto anglo-americano e cinema. La sempre più frequente trasposizione cinematografica di fumetti, in particolare di genere supereroistico, impone una serie di interrogativi che ho preso in considerazione in questo lavoro diviso in cinque parti, che saranno pubblicate qui su LoSpazioBianco.

Nella prima parte analizzerò il fenomeno attraverso un confronto fra gli anni ’80, gli anni’90 e i primi dodici anni di questo XXI secolo [3] ; osserveremo la presenza delle case editrici e il crescente protagonismo della Marvel.

Nella seconda parte, prenderò in considerazione la tendenza alla serializzazione di tali titoli; la fidelizzazione e l’estensione del mercato extrastatunitense.

La terza parte sarà dedicata ai riflessi del mercato cinematografico su quello fumettistico, sulle politiche editoriali e sulle vendite.

Nella quarta parte, ad essere oggetto di analisi sarà la forza economica di tali film e la loro crescente proficuità.

La quinta parte sarà, invece, dedicata ai protagonisti di questa “rivoluzione” e proverò a tirare le somme proponendovi la mia interpretazione di questo fenomeno.

I fumetti al cinema. Numeri e gusti.

Oggetto della mia analisi è un gruppo di 96 film prodotti tra il 1978 [4]  e il 2012 tratti da fumetti anglo-americani. Non rientrano in questo gruppo film d’animazione, film creati per essere trasmessi unicamente in televisione e il film The Punisher (1989) perché fu distribuito nelle sale e immediatamente ritirato a causa della cattiva accoglienza, quindi fu fatto circolare solo in home video; anche Fantastic Four del 1994 non rientra in tale gruppo perché prodotto ma mai distribuito.

Cominciamo con queste due figure:

È evidente che il fenomeno è esploso negli ultimi dodici anni, con 60 film prodotti a fronte dei 36 prodotti nei precedenti ventidue anni.

Negli ultimi dodici anni è sempre stato prodotto almeno un film tratto da fumetti, con un picco di sette film nel 2008, come possiamo vedere nella figura che segue:

Per quanto riguarda i gusti del pubblico è possibile farsi un’idea osservando la presenza delle case editrici: gli anni ’80 sono dominati dai personaggi tratti dagli albi DC; negli anni ’90 aumenta, seppur lievemente, la presenza dei personaggi Marvel, mentre cala quella dei personaggi della DC ed è assai cospicua la presenza di personaggi della Dark Horse, di case minori e di strisce sindacate. Nel XXI secolo, invece, il 75% dei film hanno come protagonisti personaggi della Marvel o della DC, con una netta maggioranza di personaggi Marvel che sono il 48%. Osserviamo insieme.

Per gli anni ’80 valgono i seguenti schemi:

Dai fumetti targati DC sono tratti sette film [5]  e il brand prevalente è quello di Superman di cui abbiamo tre film (gli episodi II, III e IV). Dalle pagine Marvel proviene solo il film Howard the Duck [6]  (1986). Dalle testate di altre case editrici sono tratti i film Flash Gordon (1980), Popeye (1980), il musical Annie (1982) dalla striscia Little Orphan Annie e Sheena (1984). In percentuale, quindi, il 59% sono film con personaggi della DC, il 33% hanno personaggi di altre case editrici e alla Marvel tocca solo l’8%.

Negli anni ’90 la situazione cambia, con una drastica riduzione di film tratti da fumetti DC, osserviamola nella coppia di schemi che segue:

Nel decennio ’90, il numero di riadattamenti prodotti quasi raddoppia passando da 12 a 23; quelli aventi come protagonisti personaggi della DC calano da 7 a 4 [7] , tre dei quali appartengono alla serie di film di Batman. Dalle testate Marvel provengono tre film: il poco fortunato The Phantom (1996) [8] e i più fortunati Men in Black (1997) e Blade (1998).

Dai personaggi della Dark Horse sono tratti ben 7 film [9] , di questi però solo The Mask (1994) è coronato dal successo al botteghino. Ben 9 film [10]  provengono invece da altre case editrici: Tribune Company, Fantagraphics book, Caliber comics, Comico Comics, Harvey Comics, IPC Media, Image. Alcuni di questi film divennero dei cult come ad esempio The Crow (1994), altri andarono incontro a duri insuccessi economici, altri ancora trovarono fortuna nel circuito televisivo come Richie Rich (1994).

Gli anni ’90 non sono il decennio del supereroismo e la parabola economica discendente della serie di film di Batman ne è la prova: le tre pellicole prodotte in questo decennio costano sempre di più (80 milioni di dollari per Batman Returns, 100 milioni di dollari per Batman Forever e 125 milioni per Batman and Robin) e non incassano quanto sperato, in particolare Batman and Robin, con solo 238 milioni di dollari di incassi [11] . Vanno di moda, da un lato antieroi e mondi distopici, dall’altro la comicità spumeggiante di The Mask (pellicola che incassa 351 milioni di dollari contro i 23 della produzione) o addirittura quella più infantile di Richie Rich e Dennis The Menace (1993).

Mentre negli anni ’80 il 59% dei film era tratto da personaggi della DC, nel decennio successivo la percentuale scende al 17%, quella Marvel sale dall’ 8% al 13%, dai personaggi della Dark Horse sono tratti il 29% dei film, mentre la categoria “altri” passa dal 33% al 41%. Sommando le percentuali dei film tratti da fumetti della DC e della Marvel, abbiamo un calo dal 66% al 30%, si riducono cioè a circa la metà.

Passiamo ora al XXI secolo. Abbiamo ben 60 film prodotti tratti da fumetti anglo-americani. Di questi 29 sono tratti da fumetti Marvel, 16 da testate DC, 5 da quelli Dark Horse, 2 dalla Image, 8 da altre case editrici [12] .

Eccone il grafico.

Che in termini percentuali si traduce in quanto segue:

Il primo dato è il sorpasso dei film tratti da fumetti Marvel, che da soli costituiscono il 48% delle pellicole, mentre quelli tratti dalle opere DC sono il 27%. Nel XXI secolo, tre film su quattro sono tratti da fumetti della Marvel o della DC; come visto sopra, negli anni ’80 tale percentuale era del 66% e negli anni ’90 appena del 30%. Il rimanente 25% è diviso tra la Dark Horse, da cui sono tratti circa l’8% dei film, la Image, da cui proviene poco più del 3% delle pellicole, e un gruppo di 7 case editrici da cui proviene il restante 13%. Abbiamo dunque un’esplosione di film tratti dalle due principali case editrici del mondo dei comics, che riduce sensibilmente la percentuale di film tratti da fumetti di altre case editrici.

Seguono due schemi che riassumono quanto visto fino ad ora:

Il primo mostra la quantità di film (in termini assoluti) tratti dalle singole case editrici, confrontando gli anni ’80, gli anni ’90 e il XXI secolo.

Con la stessa ratio propongo questo secondo schema in cui il numero di film tratti da ogni casa editrice è espresso in termini percentuali rispetto al totale dei film prodotti nel periodo analizzato.

Un dato su tutti è certo: questo secolo, cinematograficamente parlando, è iniziato nel segno del supereroismo, un genere che, come vedremo nelle prossime parti di questo approfondimento, ha peculiari caratteristiche di mercato e importanti riflessi sul mondo del fumetto da cui proviene.

Se siete arrivati fin qui, non mi resta che ringraziarvi per l’attenzione e darvi appuntamento alla prossima settimana con la seconda parte dove analizzerò la tendenza alla serializzazione di questo genere cinematografico, la fidelizzazione e l’estensione del mercato extrastatunitense.

 

(fine prima parte – continua)

Note:

  1. La Timely Comics è la casa editrice fondata da Martin Goodman nel 1939, nel 1950 prese il nome di Atlas Comics per poi divenire Marvel Comics dal 1961. Nel 1939, Stan Lee, a soli 17 anni, cominciò a lavorare presso la Timely prima come redattore e correttore di bozze poi come sceneggiatore, editor e direttore artistico. [↩]
  2. Stan Lee, Riflessioni sui Fantastici Quattro di Stan Lee in Marvel Collection Fantastici Quattro 1 (di 4), p.3. [↩]
  3.  Ho deciso di mettere a confronto un dodicennio con due decenni per due motivi: 1) se avessi deciso di utilizzare il decennio 2002-2012 avrei escluso solo 3 film (X-men, From hell, Ghost World) che nell’ambito di 96 film alterano in maniera minima i dati, eppure escludere X-Men avrebbe voluto dire ignorare l’inizio di una delle saghe più fortunate; 2) Se avessi usato il decennio 2000-2010 avrei tenuto fuori dall’analisi 12 film tra cui i due campioni di incassi The Dark Knight Rises e The Avengers, alterando così in maniera vistosa i dati e i risultati. [↩]
  4. Il 1978 è l’anno del primo Superman film capostipite del suo genere. [↩]
  5. Essi sono: Superman II (1980), Swamp Thing (1982), Superman III (1983), Supergirl (1984), Superman IV (1987), Batman (1989) e The return of Swamp Thing (1989). [↩]
  6. Personaggio creato nel 1973 da Steve Gerber e Val Mayerik. [↩]
  7. Essi sono: Batman Returns (1992), Batman Forever (1995), Batman & Robin (1997) e Steel (1997). [↩]
  8. Personaggio creato nel 1936 da Lee Falk apparso per la prima volta sul New York American Journal, da allora molte case editrici hanno pubblicatole sue storie, tra queste la Marvel ha pubblicato tre miniserie tra il 1987 e il 1995. [↩]
  9. In ordine cronologico: The Mask (1994), Time Cop (1994), The Shadow (1994), Tank Girl (1995), Barb Wire (1996), Mistery Men (1999), Virus (1999). [↩]
  10. Essi sono: Dick Tracy (1990), The Rocketeer (1991), Brenda Starr (1992), Dennis the Menace (1993), The Crow (1994), Richie Rich (1994), Judge Dredd (1995), The Crow: City of Angels (1996), Spawn (1997). [↩]
  11. I dati economici su budget di produzione e incassi, tranne quando diversamente indicati, sono tratti dall’ottimo e sempre aggiornato database del sito http://www.boxofficemojo.com/ [↩]
  12. Le altre case editrici sono Platinum Studios, Dynamite Entertainment, IDW Publishing, Top Shelf Productions, Oni Press, Rebellion Development e Fantagraphics. [↩]

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