Ci sono cose che ci rimangono sottopelle per anni, senza che noi ce ne accorgiamo.E anche se ce ne rendiamo conto, sono talmente nascoste e subdole che preferiamo ignorarle. Evitarle.Poi arriva un certo momento in cui determinati tuoi atteggiamenti vengono recepiti in modo un po' ambiguo e te lo viene detto.Allora ci fai caso anche tu. Inizi a notarli tutti quei dettagli, quei comportamenti che per te sono ormai naturali e ti poni domande.A cui non è facile dare una risposta.Per mille motivi.Per paura in primis. Sì, paura di venire giudicati. Dopo che per trent'anni ti sei presentata in un certo modo, sei stata vista nel solo modo concepibile per te, ribaltare e rovesciare le cose non è davvero facile.Non sai se gli altri arriveranno a capirti e ti vorranno bene come prima, ti supporteranno lo stesso. Anche con questa tua consapevolezza in più.E' un po' come arrivare ad un punto in cui apri finalmente gli occhi e capisci. E ti vedi. Come fosse la prima volta. Il primo passo, e più difficile, è guardarsi davanti a uno specchio e ammetterlo a se' stessi.Raggiungere quella calma e quella serenità che ti fa dire che "io sono come sono" e se gli altri non lo accettano, be' vuol dire che non ci perdo molto se si soffermano a questa superficialità.Non so perchè lo scrivo anche qui. Forse perchè ora mi sento serena. E vado avanti fiera per la mia strada. A testa alta.Consapevole che io sono....
.....una fighetta del cazzo!Di quelle che abbinano la cover del cellulare alle scarpe.Per dire.