Magazine Informazione regionale

Comitato acqua pubblica: “Perri vuole solo anticipare l’autoconvocazione dell’assemblea dei sindaci”

Creato il 01 novembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Cremona 31 ottobre 2012
Perri chiede di convocare i sindaci. Forse si dimentica che non può da solo fare questa richiesta, la richiesta deve venire da un folto gruppo di sindaci: ma forse lo fa (dimostrando una certa astuzia politica) solo per arrivare prima di un’altra richiesta di Comitato acqua pubblica: “Perri vuole solo anticipare l’autoconvocazione dell’assemblea dei sindaci”convocazione che altri sindaci potrebbero fare, che ponga seriamente all’ordine del giorno la scelta una volta per tutte del modello gestionale. Le ridicole scuse accampate da Bordi, Perri, Denti e Rastelli per la scelta della privatizzazione dell’acqua le hanno ormai ascoltate tutti e non convincono nessuno, tant’è vero che sono state smontate una per una pubblicamente. Bene scrive oggi (forse freudianamente) il giornalista di La Provincia: “Dietro al semaforo verde ai privati non c’è niente”: è tragicamente vero, manca ogni motivazione seria. E se non è l’ideologia (come affermato in aula consigliare) forse sarebbe meglio per il signor sindaco Perri tacere le ragioni reali.

Il tentativo odierno di lanciare la pietra e nascondere la mano asserendo che l’accelerazione dipende da decisioni altrui è però davvero molto più squallido e vergognoso del voto stesso dato dal Comune di Cremona in cda: se l’AATO accelera su una decisione per la quale il territorio è come minimo spaccato in due il dovere del sindaco di un capoluogo è frenare, non correre a votare sì. E se si è pressati ad un voto e non si ha il coraggio di mettere un freno al disastro, come si possono far prevalere le proprie scelte personali sulla volontà chiaramente espressa dalla maggioranza assoluta dei cittadini? La realtà è invece, ormai l’hanno capito tutti, che il territorio propende in maggioranza per la società pubblica; anche il voto unanime nell’ultima assemblea di Padania Acque è stato dato dai sindaci proprio in questo senso: estromettiamo il privato dal servizio per poterlo gestire con forme esclusivamente pubbliche. Ora il risultato di quel voto rischia di essere un boomerang perché il privato messo alla porta è libero di partecipare alla gara aggiudicandosi l’intero piatto e non le briciole. I sindaci sono stati bassamente ingannati: chi vuole da sempre a tutti i costi mettere in tasca (o meglio, in tasche altrui) la succulenta privatizzazione del servizio idrico cremonese è costretto a provare il colpo di mano. Da questo punto di vista poco importa ai cittadini, in fondo, sapere quanto l’inaspettata deliberazione dell’Ufficio d’Ambito sia o meno stata concordata con il governo della Provincia: ciò che conta è che essa si pone in controtendenza al percorso intrapreso da gran parte dei sindaci e alle tanto sbandierate dichiarazioni di disponibilità al dialogo dei mesi. Se il presidente Salini vuole far credere (come ha tentato di fare pochi giorni fa sul giornale) che essa coincida “per caso” proprio con la soluzione da lui preferita forse si abusa del buonsenso e della pacatezza di sindaci e cittadini.
il Comitato Acqua Pubblica del territorio cremonese


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog