Senza tediare a lungo chi legge, ecco soltanto alcuni dati interessanti su cui riflettere per poi “fare”, e che riguardano le attuali condizioni di salute dell’infanzia nel mondo.
I numeri, per definizione, sono sempre sufficientemente chiari e non barano mai, e ci dicono, nel caso dell’ultimo Rapporto Unicef per l’infanzia che, ciò che è stato fatto e si fa , è un “bene” ma che occorre continuare nella stessa direzione e con lo stesso impegno, magari un tantino maggiorato.
E ciò perché, appunto, le promesse siano mantenute e, magari, si riesca ad andare anche oltre in termini di qualità della vita per tutti o quasi tutti i bambini nel mondo.
Bambini che saranno uomini un domani .Teste pensanti. Costruttori di “futuro”.
E ,se non tutti,almeno buona parte di essi potrebbe esserlo e forse lo sarà davvero.
Il dato più importante del Rapporto Unicef, almeno per me, è quello riguardante la riduzione della mortalità infantile ossia tutti quei rischi che i neonati corrono nei primi 28 giorni di vita.
Esso è passato dal 1990 al 2011 ad una riduzione addirittura del 50%.
Questo significa innanzitutto una grande attenzione al problema,che è andata aumentando giorno dopo giorno da parte di chi si è lanciato da tempo nell’impresa e sopratutto che, quasi ovunque, le campagne per le vaccinazioni in corso, passate o recenti, hanno funzionato e funzionano e che il morbillo tra le malattie infettive dei bambini e dei neonati,specie nei Paesi poveri, una delle più pericolose e molto frequente causa di decessi, è tenuto abbastanza sotto controllo.
Esso, infatti, è sceso come incidenza da circa 0,5 del 2000 a 0,1milioni nel 2011. Cifre, non c’è che dire, piuttosto confortanti anche in considerazione delle numerose guerre a bassa intensità disseminate sul pianeta, unitamente poi ai lunghi periodi di siccità e conseguenti carestie,cui sono sottoposte alcune popolazioni in zone disagiate, fenomeni , che sappiamo essere dovuti ai continui cambiamenti climatici in corso da parecchi anni a questa parte.
Nel mondo infantile, inoltre, complessivamente,e comunque, il numero dei decessi sotto i 5 anni è passato da 12 a 6,9 milioni (anche questo è più che “bene”) e insieme a questo calo e a questa presa d’atto contabile,fondamentale è semmai per me che si stia sviluppando nel mondo una sensibilità a livello di opinione pubblica internazionale, che intende pervenire ad azzerare addirittura completamente il numero delle morti dei bambini sotto i 5 anni d’età.
Morti fino all’altro giorno (si fa per dire), imputabili principalmente alla polmonite( 18%), alla diarrea (11%),a complicanze dovute a conseguenze negative all’atto della nascita(9%) o alla malaria (7%).
Questo è il messaggio sul serio straordinario che ci giunge dal Rapporto.
Quello che potremmo, se volessimo, fare anche nostro, testimoniandolo e con il nostro stile di vita impegnato e con una certa generosità ,che non è fatta mai soltanto di denaro .
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)