In pubblicità o sei donna-oggetto o sei solo moglie sottomessa che sgobba tra piatti e fornelli.
La classica rivista di gossip che spesso promuove il modello di donna-oggetto ha voluto insomma promuovere un altro modello femminile sempre figlio di una cultura patriarcale che quando decide di mandare in vacanza la bellona oca e muta è pronto a rispolverare il vecchio ruolo di moglie e madre di casa che tramanda “il mestiere” alla propria figlia anzichè tramandare un futuro che ne sò nel mondo del lavoro e che ci possa assicurare l’indipendenza economica dal marito. Potremmo scambiarla per una campagna pubblicitaria degli anni ’50 se non fosse che sappiamo già che è stata realizzata a metà del 2010!
La campagna appunto parla di 60 anni di pulito e di storie da raccontare. Chissà perchè hanno sempre la stessa trama, che noia! Non pensate che sia cambiata un tantino la società dagli anni ’40? A non essersi evoluta piuttosto sarebbe la mentalità maschile e il marketing italiano che partorisce sempre questi dinosauri.
Insomma, la sottomissione femminile in poche parole si tramanderebbe di madre in figlia e sarebbe pure emozionante. Emozionante per chi? per noi? Per i maschilisti piuttosto…
La lettrice che me lo ha segnalato ha scattato questa foto nel salone del parrucchiere tra clienti incredule ed esterrefatte. Questo ci fa notare quanto siamo lontani da Paesi come quelli scandinavi dove queste pubblicità farebbero talmente scalpore che non solo ne chiederebbero l’immediata cessazione ma non le avremmo viste nemmeno sulle riviste.
Intanto i maschilisti fans della donna schiava sono commossi, poverini.