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"Commuoviti ma correggimi"

Creato il 05 dicembre 2011 da Motherbrave
Eccola, ce l'abbiamo: "Commuoviti ma correggimi" è la frase dell'anno. Una frase riassuntiva della potenziale perfezione dei rapporti tra uomo e donna. Una frase pronunciata da un uomo, che viene in soccorso di una donna, e che poi ne chiede comunque l'aiuto. La scena l'avete vista no? Il ministro Fornero che si commuove parlando dei sacrifici richiesti dalla manovra economica, Monti che continua il discorso al posto suo, ma che a un certo punto le chiede conferma. Oh che meraviglia. C'è di che commuoversi eccome.Scusate, mi sono fatta prendere la mano. Era un po' che non sapevo bene che pensare di questo nuovo governo. Di sicuro mi hanno fatto piacere tre ministri donna in ruoli piuttosto importanti. Di sicuro mi hanno dato il voltastomaco le solite disquisizioni idiote sull'altezza dei loro tacchi, come se a qualcuno gliene fregasse qualcosa, o, ancora peggio, come se le loro capacità o incapacità dipendessero da quel particolare. Come se io mi mettessi a commentare i capelli di Monti, notando che sono più folti di quelli di Berlusconi. Okay, questo l'ho fatto. Ma che c'entra, era per ridere.Comunque avevo letto che Elsa Fornero era una che di pari opportunità ne sapeva a sufficienza. Avevo letto che non accettava inviti ad eventi dove le donne fossero assenti. Magari è una leggenda metropolitana, ma mi è piaciuto crederci. Poi oggi succede il putiferio. Prima l'incontro con la delegazione del forum nazionale giovani, i cui rappresentanti erano tutti maschi. Il ministro, inorridito, non ha perso l'occasione per farlo notare. "Figli miei, siete giovani, siete emancipati, siete avanti e poi? Le donne me le lasciate a casa?" Questo doveva essere più o meno il senso del suo discorso. E sapete cos'hanno risposto i delegati? Beh, che in fondo anche dall'altra parte del tavolo c'era una sola donna. Poi uno non deve dire che gli uomini sono veramente idioti. Ma non lo diciamo, dai. Probabilmente voleva essere solo una battuta. Infine la notizia in prima pagina su tutti i giornali: la Fornero, in veste di ministro del welfare, si commuove spiegando la parte della manovra che riguarda le pensioni. Non riesce ad andare avanti, e allora Monti continua il suo discorso. Sì, okay, sarà stato l'accumulo di stress dopo ore di riunioni per una manovra su cui tutto il mondo ha gli occhi puntati, sarà stata l'emozione della prima conferenza stampa, sarà stato pure il ciclo mestruale o gli scompensi ormonali della menopausa, ma nessuno mi toglierà mai dal cuore la sensazione di grande umanità di questa persona. Alla faccia dei tecnici, poi. Ecco, ecco perché le donne fanno bene nei posti chiave di responsabilità. Ecco che cosa portano. I superficiali notano solo le lacrime, quelli più attenti vedono tutto il resto: professionalità e dedizione al lavoro prima, umanità e spirito di collaborazione poi. Consapevolezza del proprio lavoro, delle difficoltà, dei rischi. Capacità di lavorare con tutta se stessa, non solo con la testa (o con altre parti anatomiche), ma anche con l'anima. Poi possiamo andare a sindacare se le scelte sono giuste o sbagliate, poi possiamo entrare nel merito. Ma non possiamo non notare il cambiamento. La Fornero piangeva ma ha trasmesso forza. E la sua è una figura così solida che ha messo in secondo piano la notizia che forse tutti avrebbero fatto circolare più volentieri: Monti rinuncia al suo stipendio da Presidente del Consiglio. Una decisione sobria e saggia, che in un momento come questo, in cui gli Italiani che non hanno più un euro in tasca contano volentieri quanti ne hai in tasca tu, era proprio opportuna. Eppure la notizia "buca di meno". Quello che appare come una novità assoluta è il ministro coinvolto emotivamente nel suo lavoro. E vi pare poco? Non ho memoria o comunque non mi hanno mai trasmesso prima questa sensazione. Magari resterò comunque in mutande, finirò sotto un ponte o lavorerò fino a 94 anni senza che nessuno possa staccarmi il polmone artificiale. Però lo farò perché me l'ha detto qualcuno con una certa dignità. Me l'ha detto seriamente e anche piangendo. E allora va bene, ti odio lo stesso, ma ti perdono.

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