Competere o collaborare? Riflessioni nello Sport Coaching

Creato il 02 gennaio 2012 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

Prima di tutto voglio farti i miei più sentiti auguri da parte mia e da tutto il team Ekis Sport Coaching per un 2012 pieno di emozioni e poi raccontarti una breve storia per introdurre una riflessione di inizio anno: competere o collaborare?

“Michael Jordan, Scottie Pippen, Dennis Rodman riuniti in una stanza arredata con totem e altri oggetti indiani. I Chicago Bulls raccolti intorno al loro coach, Phil Jackson, che legge loro brani dal “Libro della giungla” di Rudyard Kipling per preparare la squadra alla partita. Una frase del romanzo ricorre più spesso:

La forza del lupo è il branco, e la forza del branco è il lupo.”

(Stralcio di un articolo sui Chicago Bulls, una delle squadre di basket più forte degli anni ’90).

Cosa significa questa frase tratta dal “Libro della giungla”? Che è più importante il lupo, un lupo “competente” che fa la differenza o il branco, la collaborazione del gruppo? Possiamo riassumerlo con la domanda se sia più importante la competizione o la collaborazione?

Quando si parla di prestazione nello Sport Coaching e non solo spesso si deve “fare i conti” con termini quali competizione, collaborazione, agonismo, cooperazione, rivalità. Sono parecchi gli studi con i quali si è cercato di dare delle indicazioni riguardo ai diversi tipi di prestazione eai fattori che la influenzano.

Un’opinione molto diffusa è quella secondo cui la competizione è l’essenza della prestazione. Sembra ormai ovvio, soprattutto nel mondo occidentale contemporaneo, che per fare bene sia indispensabile fare meglio degli altri. A dire il vero, in un passato molto remoto, c’è già stato qualcuno che ha sostenuto caparbiamente il principio secondo il quale non c’è vita secondo competizione, che la rivalità, la competizione e la guerra, sono presenti in ogni particella dell’intero universo...si tratta di Eraclito di Efeso, un filosofo presocratico. Per Eraclito “tutto accade secondo contesa” e “la guerra è la madre di tutte le cose”.

La società ci spinge ad essere competitivi: essere il “primo della classe”, il migliore della squadra, essere il fuoriclasse! Il mondo imprenditoriale e quello sportivo è pieno di uomini che da soli, usando gli altri come pedine operative, hanno fatto grandi cose. Sorti alle luci della ribalta grazie al loro innato spirito competitivo, spinti dalla voglia di essere i migliori, vivono di sfide, di competizione, si nutrono dell’adrenalina che nasce nello “scontro”. Basta guardare la storia dello sport per trovare molti esempi. Ne riporto uno su tutti tramite un video che sicuramente avrai già visto; è una delle migliori testimonianze della differenza che può fare un singolo fuoriclasse.

Dall’altra parte c’è la collaborazione. Sempre di più oggi si sente parlare di collaborazione e gioco di squadra. Non intendo solo in un team di giocatori ma anche negli sport singoli. Con squadra si può intendere tutto il team di allenatori, Sport Coach, assistenti che possono stare dietro ad uno sportivo.Molti oggi ritengono che la collaborazione oggi sia un elemento imprescindibile per avere una prestazione di rilievo. In un ambiente sportivo che si sta sempre di più globalizzando, in cui la tecnica e la tattica sono diventati sempre più complessi, il fuoriclasse farà sempre più fatica. Ergo, il gioco di squadra comincia ad essere una necessità. E non a caso sta divenendo un concetto di cui si parla molto. Perché anche se un giocatore è bravissimo, c’è sempre qualcosa in cui non è molto abile. E tramite il gioco collettivo si riesce a far emergere il meglio di ognuno, sopperendo ai suoi difetti con le doti di un altro. La squadra risalta le qualità del singolo e ne nasconde i difetti. Anche qui di esempi di squadre senza “fuoriclasse” evidenti ma che insieme hanno conquistato grandi traguardi ce ne sono moltissimi.

Un esempio su tutti fu la nazionale greca agli europei di calcio nel 2004. Una squadra senza nessun talento singolo particolare ma che proprio grazie al gioco di squadra vinse contro team con nomi altisonanti nel loro gruppo. Nel video puoi vedere molti di questi nomi.

Quindi per ottenere prestazioni di rilievo è meglio la competizione o la collaborazione?

Io una mia opinione me la sono fatta ma ho lasciatoappositamente molte domande senza risposta.Da un lato perché nello Sport Coaching il ruolo del Mental Coach non è quello di dare risposte, le sue risposte, ma di aiutare l’atleta o la squadra a trovare la sua strada, le sue risposte. E nel tragitto, trovare anche le risorse per raggiungere il traguardo. Come singolo e come squadra.

Da un altro lato perché sono molto curioso di sapere la tua opinione. La tua strada quale è?

A presto!

Di Luca Taverna


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