Posted By Francescoboccardo
Mentre le famiglie italiane si preparano al primo dei finesettimana di controesodo, giunge dalla Commissione Europea una statistica che non fa ben sperare per quanto riguarda la ripresa economica e le numerose vertenze che attendono le parti sociali in autunno.
La statistica sulla competitività pubblicata dalla Commissione Europea e stilata su base regionale vede l’Italia fanalino di coda in Europa.
Non solo non è migliorata la competitività delle regioni storicamente meno sviluppate del nostro paese, ma anche il mito del Nord comincia a sgretolarsi con la Lombardia che perde ben 30 posizioni trovandosi a passare dal 98° posto del 2010 al 128° di oggi. Ribassi anche per il Piemonte, che passa dal 152° al 163° ed è anche un tonfo per l’Emilia Romagna passata dal 124° al 152° posto.
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Il progresso migliore per le regioni italiane è segnato dalla provincia autonoma di Trento che è salita di 31 posizioni collocandosi al 156° posto e piccoli progressi sono stati fatti da Molise, Sardegna e Liguria. A chiudere la classifica delle regioni italiane c’è la Sicilia, con il 246° posto sui 262 assegnati.
Come paese l’Italia si colloca 18° in Europa per competitività perdendo 2 posizioni occupate ora da Cipro e dal Portogallo. In cima all’indice delle regioni troviamo quella di Utrecht, l’area di Londra, il Berkshire il Buckinghamshire e l’Oxfordshire e poi la regione di Stoccolma, quella di Francoforte e quella di Parigi.
L’indice è una sintesi di numerosi altri che esprimono l’efficienza del mercato del lavoro, la qualità delle istituzioni, della ricerca , delle infrastrutture tecnologiche, la dimensione del mercato, la salute,l’istruzione di base, l’istruzione avanzata, la stabilità macroeconomica e il prodotto interno lordo procapite.
Da un’analisi più dettagliata emerge come il nostro paese presenti dati molto buoni in alcuni campi -ad esempio la salute- la dimensione del mercato e il prodotto interno lordo procapite sebbene in quest’ultimo caso il dato risulti sopra la media europea per il Nord e il centro e molto al di sotto per il Sud, mostrando chiaramente il fallimento delle politiche per il Mezzogiorno.
Dati molto negativi arrivano invece da altri indicatori quali le infrastrutture tecnologiche, la qualità delle istituzione e l’istruzione avanzata.
In dettaglio: http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/studies/pdf/6th_report/rci_2013_report_final.pdf
Articolo di Francesco Boccardo