Lo chiamavano l’erede di Shumacher e, nonostante forse non sia propriamente all’altezza del miglior Shumacher, oggi ha meritatissimamente vinto il suo mondiale. Non ha rubato niente a nessuno il giovane tedesco, nemmeno al suo bravo compagno di squadra Webber (si dice uebber essendo australiano, fettel essendo tedesco; i commentatori televisivi professionisti vadano un poco a scuola) che oggi, però, se l’è fatta sotto. Vettel vince e convince, ha ancora molto da imparare ma nel panorama generale della Formula 1 odierna, così ricca di ottimi piloti se non di fuoriclasse si propone come quello da battere.
E vince su uno splendido Alonso che ce l’ha messa tutta. Ha fatto, da gran campione, un campionato fantastico con una macchina inferiore e, soprattutto, con una gestione sportiva assolutamente non all’altezza e spesso contro. Stefano Domenicali ha sbagliato davvero tutto quello che si poteva sbagliare, dalla prima all’ultima gara. Ha terminato in suo pessimo lavoro gestendo da principiante le qualifiche di ieri e il pit stop di oggi.
Auspichiamo le dimissioni di questo personaggio che, sicuramente, avrà le sue capacità ma che, certo, non le ha per dirigere un team come la Ferrari. Montezemolo dovrebbe fare un serio mea culpa. Ora auguriamoci di trovare, a marzo prossimo, un team manager Ferrari che, almeno, capisca qualcosa di Formula 1.
Sto asoltando gli inni sul podio. Suona quello tedesco e mi riporta indietro nel tempo a quando eravamo abituati a sentirlo in coppia con quello di Mameli. Ma quello di Mameli oggi non c’è.
Luca Craia