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Complotto Kubrick.

Creato il 02 aprile 2013 da Blogdispiccioli @blogdispiccioli
Complotto Kubrick.
Speravo si trattasse di un ulteriore approfondimento sui retroscena del capolavoro di Stanley Kubrick, Shining, e invece Room 237 è stato un viaggio nell'assurdo. Il documentario, diretto da Rodney Ascher, non è altro che una dissertazione vagamente critica sulla pellicola e sugli indizi celati in essa. Prima di elencare questa lista incredibile, ci tengo a specificare quanto la bruttezza di questa produzione renda la visione un'agonia infinita. Per poter introdurre tutti i nove atti che compongono questa bizzarra ricerca, sono stati fatti dei collage di film assolutamente incompatibili con la storia, come a ricreare una sorta di trama narrativa che sopperisse all'assenza fisica di tutti i critici che prestano la loro voce. L'abuso di moviole cinematografiche raggiunge vette che farebbero rabbrividire anche il più accanito Biscardi. Praticamente, alla fine del documentario, non avrete più voglia di riguardare Shining, tanto viene molestato.

La giustificazione principale alla base di queste speculazioni è molto semplice: nel film ci sono alcuni "errori" ingiustificabili, come vestiti che cambiano all'improvviso, sedie che spariscono, geografie assurde dell'Hotel e così via. Kubrick, come viene ripetuto spesso, era un perfezionista e questi indizi non sono altro che le chiavi fornite dal regista per cogliere il vero senso della sua opera. So che non state nella pelle, per cui vado ad elencarne alcune. Nel gruppo chiamato a parlare di Shining compaiono molti scrittori, un esaltato di alchimia e un appassionato di VHS. Giusto per rendere ancora più divertente questo articolo, ho inserito una teoria elaborata da me medesimo. Vi sfido a scovarla!



  • Shining è un film che denuncia l'oppressione dell'uomo bianco sugli Indiani d'America. L'Hotel è costruito su un vecchio cimitero indiano e in tutto l'albergo è possibile ritrovare fotografie e altri simboli che suggeriscono l'intrusione illegittima. In alcuni fotogrammi compare un barattolo di lievito Calumeth, posizionato strategicamente per chiedere perdono dello sterminio dei nativi americani.

  • Shining è il manifesto dell'indipendenza e dell'ego di Kubrick. Il film è tratto dal romanzo di Stephen King, ma non riprende fedelmente i suoi passaggi. Non contento di aver stravolto il libro, il simpatico Stanley fa guidare a Jack una Volkswagen gialla, che nel libro, invece, è rossa. Verso la fine del film, Mr. Halloran passerà davanti ad un incidente d'auto in cui si vede una Volkswagen rossa distrutta. 

  • Shining è il seguito di 2001 Odissea nello Spazio, e parla dell'incontro con gli alieni. L'embrione che gravita attorno alla terra non è altro che Danny. Nella camera 237 avviene l'incontro con gli esseri venuti dallo spazio grazie alla sua particolare capacità di sentire la "luccicanza". Quando parla con il suo dito, Tony, Danny stabilisce un contatto extrasensoriale che verrà omaggiato due anni dopo da Steven Spielberg con E.T

  • Shining è un film da guardare in sovrapposizione. Ha una trama circolare ed è come un sogno. Facendo partire la pellicola al contrario e sovrapponendone un'altra che scorra normalmente, ci si accorge che Kubrick ha concepito alcune scene per fare in modo che combaciassero e che riflettessero i pensieri inconsci dei protagonisti. 

  • Shining è un film sull'Olocausto. Se moltiplichiamo i numeri della stanza 237 otteniamo 42, l'anno della Soluzione Finale. Lo sterminio così freddamente organizzato, viene rappresentato dalla macchina da scrivere di Jack, che è di marca tedesca. 

  • Shining riprende il mito del Minotauro. Chiarissimo il riferimento al labirinto, a cui si aggiunge l'apparizione dell'essere metà uomo e metà toro nella sagoma di un poster sciistico.

  • Shining è un film che gioca con i messaggi subliminali per poter creare un'attrazione morbosa verso la pellicola. Quando Jack stringe la mano del proprietario dell'Hotel, si vede chiaramente, nel millesimo di secondo di un fotogramma, l'immagine di un'erezione. Lo stesso Kubrick irrompe nell'inconscio del pubblico, quando appare stilizzato nelle nuvole durante le panoramiche all'inizio del film.

  • Shining è un film sul senso di colpa del regista per avere diretto la registrazione dello sbarco sulla luna farlocco del 1969. Danny è custode di questo segreto, indossa un maglione con la navicella dell'Apollo 11 e la stanza 237 è il set dove è stato girato il finto allunaggio. 
Io vi consiglio di evitare questo film. Come spesso accade, quando si tratta di grandi artisti, le speculazioni teoriche non mancano mai. Se volete davvero approfondire, vi consiglio di guardare The Making of Shining, diretto dalla figlia di Stanley Kubrick, Vivian, oppure A Life in Pictures, dedicato all'intera opera cinematografica di questo genio. 

Tenetevi alla larga dal complotto!


Alessio MacFlynn




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