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COMPRARE casa all' estero, ma attenzione alle leggi locali, al mutuo bancario e all'Ivie.

Da Maurizio Picinali @blogagenzie

Comprare casa all’estero. E’ l’ultima idea estratta dal cilindro da molti italiani, che non ce la fanno proprio a dire addio alla loro passione di sempre: quella per il “vecchio e caro” mattone che, in passato, difficilmente ha deluso le aspettative degli investitori.
Visto che nella Penisola i prezzi degli immobili sono in discesa , parecchi nostri connazionali hanno dunque deciso di andare oltreconfine per cercare terreni o fabbricati a prezzi abbordabili.
DALLA COSTA AZZURRA A DUBAI. A dirlo sono le rilevazioni del portale internet Immobiliare.it che, nel primo semestre del 2012, confermando i dati di molte altri uffici-studi, evidenziano una crescita di ben il 9% per la ricerca di case all’estero.
L’area più gettonata è la vicinissima Costa Azzurra che ha raccolto il 12% delle ricerche, seguita a ruota dagli Stati Uniti (9%), dalla Spagna (7%) e dalle grandi capitali come Berlino e Londra (entrambe con il 6%). Non mancano però le località più “esotiche” come il Brasile (6% delle ricerche), la Tailandia (3%) e Dubai (2%).
PREZZI ABBORDABILI. Nella maggior parte dei casi (57%) la ricerca ha un obiettivo d’investimento, mentre più raramente (il 43% delle volte) avviene per ragioni personali.
In altre parole, gli italiani vanno a caccia di immobili all’estero con l’intenzione di darli poi in affitto, per ricavarne una rendita, o di rivenderli fra qualche anno, quando le quotazioni al metro/quadro saranno cresciute. Al di fuori dei confini nazionali, infatti, ci sono ancora molte case a prezzi medi abbordabili, cioè inferiori a 200mila o 300mila euro.COMPRARE casa all' estero, ma attenzione alle leggi locali, al mutuo bancario e all'Ivie. E’ il caso della Spagna (con un prezzo medio di 145mila euro), della Grecia (150mila euro) e persino della ricchissima Costa Azzurra (190mila euro), che viene sempre considerata una zona residenziale riservata ai vip. Ma è soprattutto nei Paesi emergenti come il Brasile (prezzo medio 90mila euro) o la Thailandia (75mila euro) che i nostri connazionali trovano indubbiamente le occasioni migliori, cioè molti immobili con buone probabilità di rivalutarsi.
LE AVVERTENZE DA SEGUIRE. Certo, comprar casa all’estero non è proprio come bere un bicchier d’acqua. Prima di procedere all’acquisto, è bene tenere in considerazione alcune importanti avvertenze.
La prima riguarda i contratti, che sono ovviamente soggetti alle leggi nella nazione in cui si trova l’immobile e che devono sempre essere scritti nella lingua locale. Dunque, chi non ha una conoscenza approfondita del paese di destinazione, dovrebbe rivolgersi preferibilmente a un intermediario immobiliare specializzato in operazioni all’estero (in Italia ve ne sono tanti).
Un altro scoglio per le compravendite potrebbe verificarsi quando il compratore ha bisogno di finanziare l’acquisto con un mutuo. Di solito, per un cittadino italiano non è facile ottenere un prestito ipotecario da una banca estera, sempre a causa di notevoli barriere linguistiche: tutta la documentazione del contratto (compresa la dichiarazione dei redditi da consegnare all’istituto di credito) deve infatti essere redatta nella lingua del paese di destinazione. Per i nostri connazionali, dunque, appare più semplice richiedere a una banca italiana un mutuo di liquidità. Si tratta di un prestito che consente di ottenere una somma di denaro “cash”, offrendo in cambio come garanzia l’ipoteca su un’immobile che già si possiede in Italia , per esempio una seconda abitazione diversa da quella principale (in genere fino al 50% del suo valore).
IL PESO DELL’IVIE. Chi vuole comprare casa all’estero, deve poi pesare sul piatto della bilancia il peso del fisco italiano. Dal luglio scorso, per chi non lo sapesse, è entrata infatti in vigore una nuova imposta patrimoniale che colpisce tutti gli immobili detenuti dai nostri connazionali al di fuori dei confini della Penisola. Si tratta dell’Ivie, una tassa simile all’Imu che ha un’aliquota dello 0,76% sul valore del fabbricato.
Tradotto in cifre: per una casa che vale più 100mila euro, si paga una somma di 760 euro ogni anno (l’imposta non è dovuta se non raggiunge un minimo di 200 euro).
COME SI CALCOLA L’IMPOSTA. Di solito, almeno in Europa, il valore a cui si deve fare riferimento per il calcolo dell’Ivie è quello risultante dal Catasto locale. Ci sono però alcune nazioni, come quelle extra-europee oppure la Francia, il Belgio e l’Irlanda, in cui non esistono dei documenti analoghi alle nostre visure catastali. In tal caso, il valore di riferimento per calcolare l’imposta deve essere il prezzo di acquisto dell’immobile o, in assenza di quest’ultimo, il prezzo di mercato risultante alla fine di ogni anno fiscale. Va ricordato, però, che dall’importo dell’Ivie possono essere detratte le imposte patrimoniali (equivalenti all’Imu italiana) già versate dal contribuente all’estero. Per chi possiede immobili in Germania, per esempio, si tratta di un grande vantaggio poiché le tasse sulla casa tedesche superano quelle del nostro paese e annullano completamente il peso dell’Ivie.tratto da economiaweb.it del 26 settembre 2012


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