Sergio Mattarella è un uomo tutto di un pezzo, cosa arcinota da almeno tre o quattro giorni.
Il rottamatore “de noartri”, per salvarsi la faccia e ritrovare coesione all’interno del partito democratico, ha pescato il meglio nel “mare minimum” della vecchia Dc. La sempiterna pozzanghera ha ancora carte buone e la scelta è stata pressoché obbligata.
Rispetto ai nomi di paglia fatti nelle settimane passate era quasi scontato che il nome di Sergio Mattarella spiccasse. Riepiloghiamo brevemente la galleria degli orrori: Pierferdinando Casini, figura piuttosto insipida, dotato della medesima spina dorsale del l’Hirudo Medicinalis, perché parafrasando Ungaretti: Casini sta in politica come “d’estate le sanguisughe negli ospedali: soddisfatto”. Casini era una candidatura di riempimento, del tutto improbabile una sua elezione, ma è servita quel tanto per farci credere che si è poi optato per il meglio.
Lo stesso discorso può esser fatto per Giuliano Amato, pensionato di platino responsabile del primo prelievo forzoso della storia repubblicana: prima l’oro alla patria lo si pretendeva apertamente ma con Amato è bastato andare a letto una sera per poi ritrovarsi con i conti in banca “ritoccati per difetto”. Giuliano Amato sta sui cosiddetti a tutti e se avesse qualche specchio in casa di sicuro si starebbe sui coglioni sa solo. Dunque altro nome improbabile.
Secondo il metodo renziano non poteva mancare la candidatura rosa e – a tal guisa – si è fatto il nome di Anna Finocchiaro. Anche lei uomo di altri tempi! Peccato che per farsi eleggere si è affidata al giurista Salvo Andò – noto per realizzare efficacissime reti per il voto di scambio – e che ha un marito inquisito per l’appalto Solsamb. Anche Anna Finocchiaro era dunque una candidata di paglia.
Tralasciando il simpatico hobbit outsider Maurizio Magalli, l’unico nome decente a quel punto non poteva essere che quello di Sergio Mattarella.
Il nuovo presidente riunisce tutti e fa incazzare Silvio Berlusconi – già solo per questo motivo non può non godere tutta la nostra simpatia –, è un giurista di grande esperienza e sembra affezionato a una cosa che si chiama Costituzione, unico e solo metro d’azione e strumento di imparzialità del Presidente della Repubblica. Infatti dobbiamo ricordare ai nostri politici che un Presidente non è al di sopra delle parti perché è imparziale per occasionale capriccio o per intima e personalissima attitudine, ma perché obbedisce solo e soltanto alla Costituzione.
Certo, dopo Napolitano abbiamo perso un po’ cognizione di tutto questo ma è così. Un presidente – anche se pressato dalle circostanze – non ravana nel fango politico per tenere in piedi una baracca abusiva, non accetta il ricatto di un condannato pregiudicato per avere voti in un governo raccattato alla carlona e poi chiamato di “larghe intese”, né mette davanti ai suoi doveri costituzionali le ingerenze della politica economica continentale.
Cosa chiedere dunque a Sergio Mattarella? Quali domande dovremmo porgli per comprendere il suo pensiero, vista anche la sua proverbiale riservatezza? Io un paio le avrei, tipo: caro presidente, cosa prova ad esser stato eletto da un parlamento sostanzialmente illegittimo? In fondo fu proprio la Consulta di cui faceva parte a dichiarare la legge elettorale in vigore illegittima.
Ancora: caro presidente, visto che l’unica legge elettorale appena decente, varata nella cosiddetta seconda repubblica, porta la sua firma, cosa pensa dell’Italicum che è addirittura la brutta copia del Porcellum?
E infine: gentile presidente, perché il suo nome ha messo d’accordo tutti nel 2015 mentre nessuno la candidò due anni fa quando scadde il primo mandato di Napolitano? Perché ora sono tutti fieri e contenti mentre allora a stento ricordavano il suo nome?
Non credo riceveremo mai risposte a queste domande, spero solo azioni. Dunque non possiamo che augurarci che Mattarella possa rappresentare quella garanzia costituzionale che ci tanto è mancata in questi anni (basta vedere hanno ridotto la nostra carta fondamentale per avere prova dello scempio) e che quindi faccia inevitabilmente pentire Matteo Renzi per aver fatto il suo nome!
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