Risposte non date, dati non forniti o non convincenti. Il confronto fra i sindacati confederali e il Comune di Cremona non ha dato finora risultati soddisfacenti per Cgil, Cisl e Uil, che hanno deciso di proclamare oggi lo stato d’agitazione. La settimana prossima l’incontro in Prefettura per il tentativo di conciliazione. “Noi siamo sempre disponibili, ma il confronto dev’essere aperto, concreto, nel merito – afferma Roberto Dusi segretario della Funzione Pubblica Cisl – l’intenzione politica non basta se manca l’analisi dei dati”.
Delusione e preoccupazione anche legate alla spending review avviata dal governo Monti che a cascata arriva anche in Comune a Cremona, determinando soluzioni che non convincono i rappresentanti dei dipendenti.
Nel documento qui allegato (proclamazioneStatoDiAgitazione), i sindacati dichiarano di aver chiesto un metodo di confronto ben più aperto, in modo che potessero valutare preventivamente e oggettivamente le riorganizzazioni da intraprendere, e segnalano un clima lavorativo in costante peggioramento, e hanno chiesto di intervenire per poterlo migliorare. E inoltre Cgil, Cisl e Uil lamentano, a proposito del tempo prolungato presso le scuole, che il Comune intende esternalizzare senza prendere neanche in considerazione la proposta sindacale alternativa.
Dunque, aggiungo personalmente, l’amministrazione cittadina aveva già deciso, senza spiegare il perché ai sindacati, di esternalizzare il servizio di tempo prolungato in forma sperimentale, offrendolo in una forma sperimentale a cooperative perlopiù cielline accreditate dalla Regione. Nessun bando, ma un affidamento in forma sperimentale che poi sfocerà probabilmente in un bando o nella fine dell’esperimento. Scelta che appare inadeguata alla stessa opposizione, quando il progetto è stato presentato in commissione politiche educative, visto che gli scolari e le famiglie che hanno chiesto il prolungamento dell’orario sono ben pochi e solo presso tre scuole. Dunque il Comune, com’è stato osservato anche da alcuni consiglieri comunali d’opposizione, poteva anche garantire il servizio in una scuola senza esternalizzare nulla. Il privato, s’è detto da parte del centrosinistra, lavori senza sostituire il pubblico. In tempi come questi, poi, una cooperativa che ha finalità sociali dovrebbe trovare molte opportunità per attivarsi. In consiglio comunale, per altre ragioni, l’inserimento delle cooperative cattoliche, cielline in particolare, è stato argomento di discussioni tese e trasversali.
Complicazioni sul fronte politico, dunque, ma anche sindacale. E Cgil, Cisl e Uil non hanno potuto giungere finora ad alcun accordo. Il timore del personale dipendente poi è elevato, considerati i forti tagli annunciati dalla spending review contro la quale hanno manifestato gli stessi Comuni dell’Anci davanti a Palazzo Madama.
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