Comuni Ricicloni di Legambiente. Promossi e bocciati

Creato il 10 luglio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Attribution: Carnby.

Consegnati a Roma i premi della XX edizione di Comuni Ricicloni di Legambiente: tra i più virtuosi nella raccolta differenziata spiccano i comuni più piccoli, le grandi città invece rimangono indietro.
A raggiungere l’eccellenza sono stati ben 1293 comuni italiani, superando il 65% di raccolta differenziata dei rifiuti, e in 330 si stanno dirigendo verso i “rifiuti free”, in quanto producono meno di 75 chilogrammi per abitante di rifiuto secco indifferenziato.

Comune vincitore assoluto è Ponte nelle Alpi, un paese di 8.508 abitanti in provincia di Belluno, che dimostra livelli di eccellenza per il quarto anno consecutivo.  Tra i capoluoghi del Nord vince proprio Belluno mentre per il Sud primeggia Salerno.  Le Regioni. Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige sono le Regioni con la più alta concentrazione di Comuni Ricicloni. Seguono Marche, Lombardia e Piemonte e la Campania all’ottavo posto, prima Regione del Sud.

“Questa volta non si può dire che i buoni risultati ambientali raggiunti siano l’effetto della crisi economica che riduce i consumi, perché ci troviamo di fronte a scelte strutturali ormai stabilizzate – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza -. La gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti migliora la qualità ambientale, apre nuove strade a vere e proprie filiere industriali e potrebbe migliorare anche i bilanci delle famiglie italiane, se la nuova tassa sui rifiuti, come stiamo proponendo in un appello lanciato proprio in questi giorni, fosse modulata per premiare chi fa buona raccolta differenziata. Con altrettanta chiarezza emergono oggi i punti dolenti su cui occorre concentrarsi: le grandi città e quelle zone del paese, non tutte al Sud, dove ancora il peso delle discariche e i volumi della raccolta indifferenziata tengono l’Italia fuori dall’Europa”.

Se da un lato ci sono i comuni rifiuti free, dall’altro nelle grandi città c’è ancora molto da fare. Torino si colloca in una posizione abbastanza alta, rispetto alle altre grandi città, arrivando al 50-60% di differenziata. Nonostante fosse partito col piede giusto, il capoluogo piemontese sembra essersi arenato:  infatti il piano che prevedeva la progressiva estensione del sistema secco-umido fino a completare l’intero territorio è fermo e in forte ritardo.

“L’Italia è oggi divisa – afferma Andrea Poggio, vice direttore generale di Legambiente -. C’è chi aspetta che qualcuno la tiri fuori dalla crisi e dall’immobilismo, e chi si rimbocca le maniche, capisce dove va il mondo, e crea le condizioni per la “terza rivoluzione” industriale, quella in cui l’organizzazione, il sapere e la tecnologia sostituiscono lo spreco di materiali e di energia. I cittadini “ricicloni”, nei loro 1300 comuni, chi progetta riducendo lo spreco e chi ricicla producendo nuovi beni sono parte della green economy del futuro”.

Articolo di Giulia Bonaudi


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