Esterrefatti, solidarizziamo con il collega dell’ufficio stampa costretto a redigere un papiro simile dal contenuto altamente pericoloso per la salute mentale, perché trattasi di sfrontata propaganda elettorale. Questa è “istigazione alla depressione”, un reato che non esiste quindi non riuscirete a denunziarmi. “Il Comune ha fatto molto contro il gioco d’azzardo”. Il Comune ha semplicemente lasciato fare. “Non avevamo gli strumenti di legge”. Si usa la libera inventiva e si fa prevenzione: volendo, un gruppo di volontari o un progettino sperimentale, dei tanti fatti apposta dal Comune per dar lavoro alle cooperative cattoliche accreditate in Regione Formigoniana, qualcosa poteva ottenere. Strano questo auto-elogio quando il problema è enorme e immensamente diffuso. Poteva bastare anche un po’ di sorveglianza in più. Un vigile di quartiere. Il consiglio di un amico, un drappello di volontari o di educatori sostenuti dall’amministrazione cittadina. Invece no, i soldi ci sono solo per le cooperative cattoliche e la solita combriccola.
Segue il tremendo comunicato pilatescco. Il contagio dilaga, i cremonesi soffrono, perdono soldi, i pescecani li sbranano vivi e i politici di Perri pensano solo a dire: “Non è colpa mia”. Ma come!!!!!!!!
“E’ davvero ingiusto che l’Amministrazione venga tacciata di non impegnarsi per impedire la diffusione delle sale da gioco solo perché sino ad ora non ha sottoscritto il manifesto di Legautonomie per il contrasto del gioco d’azzardo. Non ho affatto alcun problema ad affiancare il mio nome a quello degli altri sindaci che hanno aderito all’iniziativa e quanto prima lo farò senz’altro. Ritengo in ogni caso più opportuno badare ai fatti, alle azioni che si possono o non si possono fare. Per quanto riguarda la ludopatia, siamo tutti d’accordo che si tratta di un problema che va affrontato, ma lo si può fare senza inutili clamori, agendo concretamente, come dimostrano le azioni intraprese da questa Giunta sino ad ora, azioni che, tra l’altro, hanno ottenuto il sostegno anche di rappresentanti della minoranza. In tali circostanze infatti l’appartenenza ad uno schieramento politico piuttosto che ad un altro non importa, ciò che conta è il confronto e la condivisione di una strategia tesa ad affrontare un problema serio che coinvolge persone fragili.”
Così ha esordito il sindaco Oreste Perri in mattinata, durante un incontro con la stampa, riferendosi alle critiche sollevate da alcuni esponenti della minoranza sull’atteggiamento dell’Amministrazione nel contrasto al gioco d’azzardo. Il vice sindaco Carlo Malvezzi, da mesi impegnato in prima persona su questo fronte, è intervenuto dicendo innanzitutto che l’iniziativa di Legautonomie è indubbiamente lodevole, anche se avviene fuori tempo massimo, dopo che il decreto Balduzzi è stato ormai convertito in legge e quando le Camere sono sciolte.
Un’azione significativa, ha proseguito il vice sindaco Malvezzi, è stata condotta dall’ANCI, alla quale il Comune di Cremona fa naturalmente riferimento. Purtroppo, ha chiarito Malvezzi, la normativa sulle sale da gioco continua ad essere ritenuta materia di stretta competenza dello Stato e questo non lascia spazio ad interventi da parte dei Comuni. “Mi auguro che nella prossima legislatura tale aspetto venga affrontato e venga riconosciuta agli enti locali la possibilità di intervenire. Il Comune di Cremona non solo ha collaborato con ANCI nella fase di conversione in legge del decreto Balduzzi, ma è stato anche parte attiva confrontandosi direttamente con il Governo”, ha quindi precisato il vice sindaco Carlo Malvezzi che ha elencato i vari passaggi dell’iter amministrativo relativo alle azioni intraprese per contrastare la diffusione del gioco d’azzardo sul territorio comunale.
L’Amministrazione ha iniziato ad occuparsi di questo fenomeno nel febbraio 2011, quando ha valutato la fattibilità di emanare ordinanze sindacali volte a limitare il fenomeno della ludopatia a seguito di iniziative promosse da esponenti di maggioranza, in particolare da parte del consigliere Sergio Padovani. Il 19 marzo 2012 il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per stimolare azioni di contrasto al proliferare delle sale da gioco. A soli dieci giorni di distanza la Giunta dava mandato agli “uffici comunali di verificare, nelle more di un auspicato intervento del legislatore, la fattibilità di una specifica regolamentazione per disciplinare le aperture e l’esercizio delle sale giochi….”
Il 30 marzo 2012 è stata una lettera al ministro degli Interni, al ministro dello Sviluppo Economico e al presidente dell’ANCI per auspicare un “rapido intervento di regolamentazione della materia del gioco pubblico che faccia prevalere il primario interesse comune della salute.” Sempre lo scorso anno, il 16 maggio, è stata data fatta una comunicazione alla Giunta sull’esito dei lavori svolti in merito alla regolamentazione della disciplina dell’apertura dell’esercizio di sale giochi. Il 26 giugno la bozza di regolamento comunale per l’apertura e la gestione delle sale giochi è stata presentata alla Commissione Bilancio e Sviluppo Economico con richiesta ai commissari di far pervenire eventuali osservazioni ed emendamenti (nei termini assegnati non è pervenuta alcuna segnalazione), e nella stessa occasione, presenti il segretario generale Pasquale Criscuolo e il direttore generale Massimo Placchi, sono stati messi in evidenza tutti i dubbi derivanti da un quadro normativo non chiaro. Nella stessa seduta, venne deciso all’unanimità di rinviare l’approvazione del regolamento e, su proposta del consigliere del PD Daniele Soregaroli, di interessare direttamente il Governo in considerazione del fatto che il decreto Balduzzi era in fase di conversione, sollecitando provvedimenti risolutivi alla luce dei maturati orientamenti giurisprudenziali sfavorevoli all’intervento normativo e regolamentare da parte dei Comuni.
Si arriva così al 3 ottobre quando viene inoltrata una nota di sensibilizzazione sulla problematica al presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti e al presidente dell’ANCI nazionale Graziano Delrio con richiesta di un intervento legislativo urgente. La stessa nota viene inviata per conoscenza ai parlamentari locali, coinvolti in questo delicato passaggio. Lo stesso giorno, sul sito dell’ANCI nazionale, viene pubblicata l’iniziativa intrapresa dal Comune di Cremona. Il 18 ottobre il Dipartimento Affari Legislativi del ministro Andrea Riccardi, su richiesta del ministro stesso condivisa con il presidente del Consiglio Monti, richiede al Comune di Cremona la documentazione inerente gli atti e i provvedimenti citati nella nota del 3 ottobre, proprio nel momento più cruciale della conversione in legge del decreto Balduzzi che già conteneva alcune disposizioni (poco incisive peraltro) in materia di azioni di contrasto al fenomeno della ludopatia. La richiesta veniva tempestivamente evasa, tanto che nella stessa giornata il Capo del Dipartimento ringraziò il Comune per la pronta e preziosa collaborazione.
Fatta questa disanima, il vice sindaco Carlo Malvezzi ha ricordato che, al momento, il quadro normativo di riferimento giurisprudenziale non risulta mutato nonostante le azioni intraprese dal Comune di Cremona, dall’ANCI nazionale e dall’ANCI regionale. Questo non ha però impedito all’Amministrazione di proseguire nel suo intento: basti pensare che da circa tre anni avviene la formazione in maniera mirata di assistenti sociali in accordo con il locale SERT per porre in essere azioni di sostegno alle persone dipendenti dal gioco.
Intervenendo sugli aspetti più squisitamente giuridici, il segretario generale Pasquale Criscuolo ha messo in evidenza che l’attività normativa sulle sale da gioco è ritenuta dalla giustizia amministrativa di competenza statale, tanto è vero che sono numerosi i casi di Comuni che si sono visti annullare, a seguito di ricorsi presentati al TAR , ordinanze sindacali volte a porre dei limiti all’attività di locali dove sono in funzione slot machine (è accaduto al Comune di Varese, mentre il Comune di Verbania non solo si è visto annullare l’ordinanza emanata, ma è stato chiamato anche al risarcimento di due milioni di ero). Sorte non diversa è toccata al Comune di Pioltello che, pur seguendo la via del regolamento, come nel caso di Cremona, è stato “bocciato” dal TAR Lombardia che lo ha ritenuto un atto illegittimo. Da qui l’attenzione a non esporre il Comune a contenziosi con eventuali richieste di risarcimento danni. In sostanza gli enti locali si trovano nelle condizioni di non potere operare in autonomia sulla materia. Il recente decreto Balduzzi, convertito in legge, fa infatti riferimento solo al divieto di ingresso ai minori in questi locali e a quello di effettuare pubblicità ingannevoli. Si rimane in attesa dell’intervento della Corte Costituzionale a seguito di richiesta della sezione regionale del TAR Piemonte che ha ritenuto non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale promossa dal Comune di Rivoli (TO) nella parte in cui la normativa vigente determina la situazione di assenza di principi normativi a contrasto della ludopatia ed esclude la competenza dei Comuni ad adottare specifici provvedimenti e atti normativi.
Alla luce di tali spiegazioni il vice sindaco Carlo Malvezzi si è detto profondamente amareggiato nel leggere dichiarazioni di esponenti della minoranza che, strumentalizzando la condizione di persone deboli e in difficoltà, forniscono informazioni non corrette che traggono in inganno. “In sede di commissione consiliare vi è stata grande disponibilità e quindi unanimità nelle decisioni prese – ha concluso il vice sindaco -. Nelle file della minoranza alcuni esponenti agiscono in modo corretto, altri, purtroppo, adottano comportamenti che ritengo moralmente inaccettabili.”
Dal sindaco Oreste Perri è infine giunto un appello al senso di responsabilità nell’affrontare temi molto delicati come quello della sempre più diffusa ludopatia, che investe soprattutto gli strati più poveri della popolazione. L’Amministrazione, al di là degli appelli e dei manifesti che non ha problema a sostenere, è pronta ad adottare tutte le iniziative possibili e ad evitare atti che si pongano al di fuori delle regole e delle normativa vigente. Questo non impedirà certo di proseguire nell’azione avviata da tempo per sollecitare, insieme all’ANCI e confrontandosi con le esperienze di altre realtà, interventi concreti mirati a modificare le disposizioni che attualmente impediscono agli enti locali di intervenire in maniera autonoma a tutela della salute dei cittadini.