Potete farvene un'idea cliccando QUI (Libertà online), QUI (Piacenza Sera) e QUI (Piacenza 24).
Visto che - tanto per cambiare - si sta facendo una gran confuzione, il nostro comunicato stampa congiunto, a cui stranamente hanno dato tutti ampio rilievo, cerca di mettere un po' in chiaro le cose.
Lascia molto perplessi la reazione di disdegno di una certa parte del nostro Consiglio Comunale, a seguito della proposta di un questionario sul tema dell'omosessualità per gli istituti superiori della nostra città.
Riordiniamo le idee: dal 2006 è attiva sul territorio nazionale la rete RE.A.DY. (Rete Anti Discriminazione), un progetto che – partendo da Roma e Torino – si propone di collegare le amministrazioni pubbliche (Comuni, Provincie e Regioni) che si impegnano a contrastare attivamente l'omofobia e la transfobia, anche nelle scuole. Questo progetto agisce in linea con le linee guida nazionali e internazionali in fatto di lotta alla discriminazione, tant'è che collabora attivamente con l'UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), istituito dal Dipartimento delle Pari Opportunità. Detto questo il Comune di Piacenza è entrato a far parte della rete RE.A.DY., sottoscrivendo la sua carta d'intenti, con la delibera 186 del 16-7-2013, alla quale non ci risulta che in Consiglio Comunale siano seguite polemiche di alcun tipo.
Adesso che però questa adesione inizia ad attivarsi, con un'iniziativa peraltro portata avanti in molte altre realtà territoriali, (e cioè un questionario per verificare come viene percepita l'omosessualità dai giovani - maggiorenni - delle scuole superiori), in Consiglio Comunale c'è stata una repentina alzata di scudi. La cosa che più ci lascia perplessi è che per giustificare questa reazione ci si appiglia alla terminologia utilizzata in una domanda legata, appunto, agli insulti (molti dei quali, peraltro, sono meno offensivi di quelli che tutti possono leggere su alcune panchine e su alcuni muri della nostra città) e sul fatto che si propone di compilare il questionario senza aver prima orientato gli studenti sulle risposte da dare (cosa che priverebbe il suddetto questionario di qualsiasi valore statistico). La nostra sensazione è che da un parte questo questionario faccia paura perché rischia di mettere in luce una realtà di cui nessuno – in questa città - ha mai voluto parlare prima, e dall'altra perché costituirebbe un pericoloso precedente in una città storicamente arroccata su posizioni conservatrici e reazionarie.
Finora questo questionario, elaborato da AGEDO (Associazione Genitori di Omosessuali) è stato distribuito nelle scuole dei Comuni di Verbania, Domodossola, Villadossola, Omegna, Stresa, e Arona. Da quest'anno verrà proposto anche nelle scuole di Torino, Asti e – se tutto va bene – Piacenza. Con una sostanziale differenza: Piacenza sarebbe il primo caso in cui questo questionario viene proposto direttamente dal Comune, il che – se vogliamo – potrebbe essere anche un motivo di vanto per la nostra Amministrazione, e per un Assessore con delega alle Pari Opportunità che sta facendo il suo dovere, peraltro seguendo le direttive di una delibera votata in Consiglio. Vorremmo ricordare che iniziative di sensibilizzazione nelle scuole avvengono anche in molte città italiane, anche se in modalità diverse e attraverso la collaborazione diretta fra gli istituti e le associazioni LGBT, con risultati apprezzabili nella lotta all'omofobia e al bullismo scolastico.
Per tutti questi motivi questa reazione ci sembra sinceramente scomposta e immotivata. D'altra parte, per citare il teologo Giannino Piana, già presidente dell'Associazione Italiana Teologi Moralisti: “L’omofobia ha le sue radici in un inconscio (e in un immaginario) collettivo le cui resistenze non sono facili da debellare”. Giannino Piana ha scritto l'introduzione all'opuscolo che illustra i primi risultati del suddetto questionario, e se dal suo punto di vista non contiene nulla di inopportuno forse il problema non è nel questionario, ma in in chi lo critica.
Arcigay L.'A.T.OMO. Piacenza Agedo Piacenza Famiglie Arcobaleno Piacenza
P.S. Per gli interessati l'opuscolo con i primi risultati del questionario si può scaricare gratuitamente all'indirizzo http://www.agedoverbania.it/wp-content/uploads/2013/05/se-io-fossi-tu.pdf
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