Magazine Media e Comunicazione
Ciao,
ti piacerebbe comunicare in modo efficace con
chiunque? Che cosa significa comunicare in modo
efficace? Queste sono alcune delle domande che
affrontiamo nella 24° puntata del podcast e a cui
rispondiamo con uno studio sperimentale (in stile
psinel) che ci racconta quanto, alcune convinzioni
sulla comunicazione possano renderci molto meno
efficaci...e allo stesso tempo ci mostra una delle
verità più importanti sulla comunicazione umana.
Sei riuscito ad ascoltarlo? Pochi, semplici consigli
che possono migliorare la nostra comunicazione e
tutti partono dallo stesso presupposto, che il modo
migliore di comunicare è quello di “farsi capire”.
Nulla di nuovo, è uno dei presupposti fondanti di
ogni buona comunicazione, ma spesso quando si
cerca di apprendere queste cose, ci dimentichiamo
di questo facile consiglio...
...”parla come magni” o meglio “fai in modo che la
responsabilità sulla comprensione di ciò che dici sia
tua e non degli altri”. Così in questi anni di crescita
personale selvaggia il termine “comunicazione” si è
perso nei meandri della persuasione e della retorica.
Quasi che comunicare efficacemente sia diventato
il sinonimo di “abile persuasore” piuttosto che di
qualcuno in grado di farsi capire...
...questa “piaga moderna ha egli antenati” che sono
tutti rintracciabili nella nostra cultura. Infatti ancor
prima di vederci come dei “persuasori”, sembra che
comunicare bene significhi saper parlare in “modo
forbito”, cioè utilizzando le terminologie che mettano
in mostra la nostra cultura. Quindi anche in passato
le cose non andavano meglio, comunicare bene
significava, saper parlare come un poeta e come
un erudito.
Oggi, nella società dell'eccellenza e dell'apparire,
dove se non sei il numero uno che va in tv non sei
nessuno, questi due concetti si fondono insieme e
hanno fatto più danni che altro. Infatti ci sono
sempre più persone “complessate” dal fatto di non
essere colte o di non sapere comunicare in modo
da affabulare o persuadere le altre persone, come
se la comunicazione fosse un “atto di forza”...
...non per nulla oggi si sta insinuando un altro tipo
di comunicazione, che viene anche chiamata come
“comunicazione non violenta”. Quasi come una
risposta a questo passato di “pseudo-comunicatori”.
Ok, ma questo è un altro discorso. Chiediamoci
come sia possibili che delle “convinzioni” possano
trasmettersi fino a noi, fino a chi magari non ha
neanche voglia di migliorare il proprio modo di
comunicare.
Come prima cosa, tieni presente che sei figlio della
tua cultura (ovviamente lo siamo tutti) cioè ogni
essere umano viene influenzato, dolente o volente,
dalla cultura in cui nasce e cresce, anche se non ne
ha la più pallida idea. Così se in tv vedi un tizio
come Sgarbi che urla e sbraita, sarà facile che in
futuro anche tu penserai che uno che urla che usa
terminoni per far sentire gli altri ignoranti, sia
"un comunicatore efficace".
La ricerca:
Lo studio che mi ha fatto venire in mente questa
ANL è stato effettuato da Charlyn Laserna e coll.
i quali si sono chiesti se vi fosse un collegamento
fra personalità e modo di parlare. Così hanno
registrato le conversazioni dei numerosi soggetti
che fra il 2003 ed il 2013 hanno partecipato ai
loro esperimenti. Cioè mentre partecipavano ad
altri studi, Laserna ed il suo staff hanno registrato
le conversazioni informali dei partecipanti.
Poi, i ricercatori, hanno sottoposto le registrazioni
ad una valutazione di personalità, in pratica hanno
chiesto ad altre persone (all'oscuro dei propositi
dell'esperimento) di valutare la personalità dei
soggetti registrati. Ebbene, quelli che utilizzavano
maggiori intercalari, con più esitazioni e con giri di
parole, erano valutati come maggiormente
coscienziosi. Lo stesso non valeva se i soggetti
registrati avevano meno di 23 anni.
Non appena finito di leggere lo studio ho pensato:
“bene, questo è uno di quei dati interessanti che se
conosciuti, possono lenire la classica ansia da
prestazione, soprattutto in chi la ha nei confronti
del parlare”. Pensaci, ogni volta che non trovi quella
parole giusta e temi di essere visto come “ignorante”
o peggio ancora “stupido ed inadeguato”. Quando
in realtà gli altri ti vedono come coscienzioso!
Bene, vediamo i consigli del podcast:
1) Adeguati alla cultura dei tuoi interlocutori:
parlare l'italiano in francia difficilmente ti aiuterà
a farti comprendere. Lo stesso vale se nella vita fai
l'ingegnere e pensi di spiegare a tuo figlio il
funzionamento del frigo attraverso le formule
matematiche della termodinamica. Lo so che
ad un esperto ascoltatore di questo podcast il
consiglio sembra banale ma vale la pena
continuare a ribadirlo...
...per comunicare efficacemente bisogna fare un
bagno di umiltà ed adeguarsi allo stile comunicativo
del nostro interlocutore. Nel dubbio, in caso non
sapessi il suo retroterra, sii semplice e non
sbaglierai mai.
2) Comunica con termini semplici: come ti dicevo
utilizzare terminoni non solo rende difficile la
comprensione ma ti fa apparire come più stupido. E'
chiaro, tornando al punto precedente, che se fai
l'avvocato e parli con i tuoi colleghi usare il
“legalese” è un utile risparmio di tempo...a questo
servono le terminologie specifiche delle varie
branche del sapere, a semplificare la comunicazione
tra esperti, processo utile anche nella conoscenza
scientifica del mondo...
MA gli stessi termini utilizzati a sproposito ti rendono
ermetico e sopratutto, giudicato come stupido...lo so è
difficile farlo, per chi come me ha creduto per anni che
il linguaggio forbito fosse la chiave della
comunicazione, ma così non è ...ed aggiungo...
per fortuna :)
3- Parla a ruota libera: qualche tempo fa ti ho mostrato
un esercizio di teatro preso dal libro di Ciro Imparato
la tua voce può cambiarti la vita. In pratica si tratta di
un esercizio dove ti alleni a parlare a ruota libera,
senza freni, dicendo cose senza senso, per il puro
gusto di “dare fiato alla bocca”. Il principio base che
sta dietro questo esercizio è il fatto che tutti noi
abbiamo una sorta di “generatore automatico del
linguaggio”...
...quando parli non lo fai in modo completamente
cosciente...anzi la maggior parte delle parole che
pronunci vengono fuori così, senza pensarci. Ma più
le pressioni sociali sono grandi e meno questo
meccanismo funziona, perché stiamo dentro di noi a
farci un sacco di seghe mentali e ad operare quel
controllo disfunzionale, di cui ti ho parlato un
sacco di volte.
4) Non temere le esitazioni: come dimostrato nello
studio di poco fa, le esitazioni, le pause e gli intercalari
denotano auto coscienziosità, così devi evitare di avere
timore delle esitazioni, nel caso buttaci un intercalare
...puoi allenarti ad utilizzarli facendo l'esercizio
precedente, magari ti metti a parlare descrivendo
l'ambiente che ti circonda, a ruota libera e colleghi i
discorsi senza senso con degli intercalari in questo
modo, il discorso sembra avere una forma ma
senza contenuto.
Ogni volta che ti scopri a fare giri di parole, evita di
temere il giudizio degli altri...in fin dei conti significa
che sei auto coscienzioso ;) ma in caso il giudizio
delle persone influisca troppo sul tuo eloquio ...allora....
5) Medita: come sempre il consiglio principe per auto
migliorarsi è quello di meditare. Adesso non ho voglia
come sempre di parlarti della identificazione con i tuoi
pensieri, nel caso sia la prima volta che atterri su
questo podcast, vatti ad ascoltare le vecchie puntate
dedicate alla meditazione mindfulness e comprenderai
da te perché può essere un ottimo alleato della
comunicazione.
Non solo perché ti libera dalle seghe mentali, come
molti credono, ma anche per altri motivi legati alla
tua capacità di spostare l'attenzione e di vedere, con
maggiore oggettività le cose che ti accadono. In fin
dei conti, anche il parlare a ruota libera assomiglia
ad una meditazione...infatti se riesci a farlo per più
di 2 minuti di seguito, entri in uno stato “senza
pensiero”...quel flow di cui spesso si parla...
Bene, ci ho messo un sacco di tempo a capire che
"devo essere semplice" e ancora adesso faccio fatica.
Credo che la sintesi e la semplicità siano fra i metodi
di allenamento psicologico più potenti in assoluto.
Anche gli studi citati da Khaneman nel suo bel libro
"pensieri lenti e pensieri veloci" ci invitano all'uso
di parole semplici. Tutti i "pubblicitari" sanno che
se un nome non è semplice non vende!
Ed è proprio ciò che ha indagato Kahneman e a cui
ha dato il nome di "fluidità cognitiva". In pratica
se una parola è facile da capire richiederà meno
lavoro cognitivo... lo fai "senza pensarci". E visto
che al nostro cervello piace di brutto risparmiare
energia, per rendere piacevole una comunicazione
è bene utilizzare termini semplici...anche se non
sempre è facile :)
Ragazzi siamo di nuovo "famosi" :) ho pubblicato
un articolo su Vivere sani e belli della scorsa
settimana, e presto ne uscirà un altro. Ed il merito
è tutto vostro! "come Genna è merito nostro?" eh eh
si, se nessuno mi segue, se nessuno clicca sui mi
piace, i miei post non arrivano ai primi posti dei
motori di ricerca. Ed è così che i giornalisti mi
trovano per chiedermi pareri professionali,
quindi GRAZIE :)
Genna
Ps. sono in vacanza...una piccola settimana, psinel
continuerà la sua pubblicazione ma potrei tardare
nelle rispondere ai commenti e alle mail.
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