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Comunicazione Guinness: Tra tucani, pinte e allusioni hot fino all’orologio 2013

Creato il 30 gennaio 2013 da Soniab

Era il 1979 quando  Arthur Guinness fondò a Dublino una fabbrica della famosa birra irlandese che porta il suo nome. Scura, quasi rosso rubino, dalla schiuma bianca e compatta e da un distintivo gusto amarognolo. Simbolo dell’Irlanda, è ovunque riconoscibile dall’L’arpa di Brian Boru che fu  scelta nel 1862  come marchio elemento costante nella comunicazione: gran parte della sua fama è dovuta ad una serie di pubblicità create da John Gilroy tra il 1930 e il 1940: celebri sono le campagne con gli animali entrate direttamente nell’iconografia e nella storia della pubblicità.

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Anche uno dei  migliori spot di tutti i tempi è della Guinnress. Si tratta di quello del 1999 accompagnato dallo slogan “Le cose buone arrivano per chi sa aspettare” che mostra un surfista in attesa dell’onda migliore della sua vita, prodotto dall’agenzia pubblicitaria Abbott Mead Vickers BBDO.   Degli ultimi anni ricordiamo quello che è considerato un modello esemplare di pubblicità con tre uomini al bar che degustano una Guinness e attraverso una specie di inversione temporale tornano indietro fino alla preistoria. Era il 1995. Mentre nel 2007, è una comunità in Argentina a essere coinvolta da una reazione a catena di oggetti,a partire da un tavolo da domino, in caduta per le strade del villaggio sulla scia dell’annuncio “Tipping Point”. Nell’immagine finale 10.000 libri accatastati aprono le pagine dando forma a una gigantesca “pinta” di Guinnes.

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E’ del 2009 lo spot che in Italia è stato censurato e mai andato in onda: giocato sui doppi sensi e sull’ironia, ha scatenato polemiche e riaperto la questione della donna – oggetto.

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Al di là delle diverse letture, dal punto di vista dell’obiettivo di comunicazioone direi che sia efficace. Guinness è una birra dal gusto forte e deciso, scelta per lo più da un target maschile e così amata da non perdere l’occasione di sorseggiarla in nessun momento.   E arriviamo fino ad oggi, all’ultimo spot Guinness:

Antico villaggio irlandese. Un orologio modifica il tempo. Prima accelera per aiutare un calzolaio con il suo carico di lavoro, poi torna indietro per dare al fabbro una seconda possibilità di salvare i suoi locali e infine sospende per il tempo per far godere alla gente il magico momento in cui l’esercito ritorna a casa. Diretto da Peter Thwaites per Gorgeous, riprende il concetto di Made in More dello spot di qualche mese fa “Cloud” in cui una nuvola coraggiosa si metteva alla prova affrontando un lungo viaggio.

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Dal tempo metereologico passiamo al tempo cronologico. Protagonista é stavolta un orologio diverso da tutti gli altri’:manda avanti il tempo, lo riporta indietro o lo cristallizza. Gli abitanti possono vivere davvero a pieno la vita, godendo di ogni istante.   Obiettivo principale della comunicazione del brand  è sottolineare la non conformità del suo prodotto e dei suoi consumatori e lo fa ancor più attraverso la voce narrante:    “Do we strive to be ordinary or do we strive to be made of more?” (ci battiamo per essere ordinari, o lottiamo per essere fatti di qualcosa di più?).


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